Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Una visione idilliaca dell'islam in Italia in un dvd diffuso nelle scuole: il commento di Magdi Allam
Testata: Corriere della Sera Data: 20 novembre 2006 Pagina: 1 Autore: Magdi Allam Titolo: ««L'islam in Italia? Tutto bene» Un Dvd (idilliaco) per le scuole»
Dal CORRIERE della SERA del 20 novembre 2006:
È un'immagine del tutto idilliaca dell'islam quella racchiusa in un Dvd che sarà diffuso nelle scuole lombarde. I problemi con la popolazione italiana non sarebbero affatto reali ma frutto della criminalizzazione attuata dai mass media. È un'immagine del tutto idilliaca dell'islam e dei musulmani quella che si proporrà agli studenti delle scuole medie superiori di Milano e Lombardia, racchiusa in un Dvd che sarà presentato nei prossimi giorni. Dove i problemi che insorgono con la popolazione italiana non sarebbero affatto reali ma frutto della manipolazione e criminalizzazione attuata dai mass media. Accreditando la categoria dell'homo islamicus che, al di là di una specificità che fa riferimento alla moschea per tutti e al velo per le donne, non dovrebbe assolutamente preoccuparci. «Conosciamo l'islam — Giovani, musulmani, italiani» è il titolo del Dvd realizzato in mille esemplari dall'Università Cattolica di Milano, l'Ufficio scolastico regionale della Lombardia, il Centro servizi amministrativi di Milano e il Centro documentazione mondialità di Milano. Il filmato di 26 minuti ha come principali protagonisti alcuni esponenti dell'Associazione Giovani Musulmani d'Italia, collegata all'Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia), a sua volta espressione ideologica dei Fratelli Musulmani nel nostro Paese. Si comincia con Sarah Orabi, 19 anni, nata in Italia, che ha recentemente legittimato la lapidazione di un'adultera da parte di Al Qaeda in Iraq nel corso di una puntata di Porta a Porta su Raiuno: «Sono una studentessa normale, magari alcune differenze le riscontro quando cominciamo a parlare di questioni personali, di vita privata. Credo che sia normale che ognuno abbia un modo di vita diverso». Ma fino a che punto? Nel filmato non si fa cenno alla questione cruciale dell'integrazione che comporta la condivisione di regole, valori e un'identità collettiva. Dalle aule del liceo linguistico Virgilio ci si sposta nell'abitazione, sempre a Milano, di Abdallah Kabakebbji e Sumaya Albarq, figli di dirigenti dell'Ucoii. «Per una musulmana che vive in un Paese non a maggioranza islamica si pongono dei problemi visivi», dice lei mentre dà da mangiare a due splendide figliolette, «si vede subito che è una donna musulmana praticante perché porta il velo. Portare il velo non dovrebbe essere semplicemente una questione tradizionale, deve essere un atto di fede, di amore nei confronti di Dio, colei che ama Dio e vuole compiacergli, sceglie di portarlo». La tesi secondo cui la regola sarebbe che la donna musulmana indossa il velo, mentre chi non lo indossa trasgredirebbe a un precetto religioso, è sostenuta anche da uno degli esperti italiani interpellati nel filmato, il sociologo Stefano Allievi: «Il velo è sicuramente un'affermazione identitaria forte. Va anche detto che molte donne e ragazze musulmane decidono di non portarlo per adeguarsi al costume del Paese in cui vivono: in questo caso ciò significa non solo non subirlo come scelta, ma farlo diventare parte della propria cultura, l'idea che non è più necessario, che l'islam si testimonia in una maniera diversa». Perfino Hend Aabid, laureanda in Medicina, si sente in difetto: «Tutti mi chiedono come mai non porto il velo. In effetti non ci sarebbe nessun problema, però è una scelta mia». Peccato che nessuno, tra i consulenti scientifici capeggiati da Paolo Branca, menzioni il fatto che solo fino a quarant'anni fa nell'insieme dei Paesi musulmani la maggioranza delle donne non indossava il velo, che la battaglia contro il velo ha costituito il simbolo della loro emancipazione e che la recente diffusione del velo ha coinciso con la crescita del potere degli integralisti e degli estremisti islamici. Ed è Sumaya a sollevare la tesi della responsabilità primaria dei mass media nella demonizzazione dell'islam: «I musulmani con gli italiani hanno un rapporto quasi sempre molto buono. Poi tutta la paura che ne deriva, anche i pregiudizi, nascono principalmente dal mondo mediatico che propone semplicemente una faccia dell'islam terrorista». Lo storico Franco Cardini si spinge ancor oltre, sostenendo che la vera minaccia non è il terrorismo islamico ma chi lo denuncia: «Certamente ci possono essere fenomeni di disaffezione, fenomeni di fanatizzazione sempre marginali, alludo alla bassa forza reclutata dai gruppi fondamentalisti o addirittura terroristi, ma sono fenomeni tipici delle società multiculturali al loro avvio e che si possono tenere tranquillamente a bada. Quello che purtroppo è difficile tenere a bada è la propaganda intensiva di chi finge di rilevare il pericolo del cosiddetto scontro di culture e di civiltà, mentre in realtà lavora per rendere effettivo e reale questo scontro». In conclusione, il messaggio trasmesso ai nostri studenti tramite questo Dvd è che il problema non è nella realtà ma nella percezione dell'islam e del vissuto dei musulmani. Una mistificazione che rischia di diventare controproducente. Perché suona come una sonora presa in giro. Possibile che siano destituiti da ogni fondamento i fatti e le paure che concernono il terrorismo islamico globalizzato, i sermoni dell'odio nelle moschee che incitano alla distruzione di Israele e inneggiano ai kamikaze, la discriminazione nei confronti di ebrei e cristiani, la violenza contro le donne, la lapidazione delle adultere, le pene corporali per i trasgressori della morale islamica, la condanna a morte degli omosessuali e dei convertiti, la poligamia e i matrimoni combinati, il rifiuto dei valori e dell'identità occidentale? Di tutto ciò non vi è traccia nel Dvd. Le autorità scolastiche competenti hanno deciso di essere rassicuranti: con l'islam e i musulmani non ci sono problemi, basta sostenerlo e crederci.
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