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Stamattina su La Stampa, appena rinnovata nel formato, ho letto in prima pagina un articolo di Barbara Spinelli dal titolo “Elogio della divisione”. Incuriosito, mi sono accinto a leggere di quale strana divisione scriveva la Spinelli. Barbara non scriveva del termine divisione inteso in matematica, quello del dividendo e divisore, con il quoziente come risultato. Nè parlava delle divisioni dell'esercito, e neppure di divisioni industriali. La Spinelli chiede nell'articolo la divisione degli ebrei italiani, in merito all'annoso conflitto mediorientale. La famosa giornalista sostiene che tra gli ebrei italiani è bene che ci si divida in due: una parte stia dalla parte di Israele, e l'altra parte dalla parte degli estremisti islamici. Accanto all'articolo in questione faceva bella figura la fotografia dei fantocci in cartone di tre militari in fiamme: essi rappresentavano un soldato italiano, uno israeliano ed uno americano, ognuno avvolto dalla sua bandiera. L'immagine è di ieri a Roma, fatta durante una manifestazione che si dichiarava “Per la pace in Medio Oriente”. Non avevo ancora visto una manifestazione pacifista dove si danno alle fiamme simboli e figure umane, avvolte da bandiere. Chiedere la pace bruciando rappresentazioni di esseri umani è pressapoco come andare in guerra con un fiore stretto tra i denti. Come uno Charlot figlio dei fiori. La pace è una cosa seria. E purtroppo lo è anche la guerra. Nella strana storia della mia esistenza mi sono trovato prima a fare il bersagliere dell'esercito italiano, e dopo pochi anni il soldato prima e l'ufficiale poi, nell'esercito israeliano. Strana cosa, per un pacifista cresciuto sull'onda della ribellione sessantottina.... Ed ho visto sia il pacifismo che la guerra, ho cantato le canzoni di Guccini e De Gregori sul fronte della prima guerra del Libano, insieme ad altri ebrei italiani emigrati in Israele. Eravamo tutti di sinistra, a quel tempo. Eravamo andati a vivere nei kibbutzim, i collettivi agricoli comunisti noti per essere una delle poche realizzazioni dell'ideologia marxista, rimaste ancora oggi un vero miracolo sociale ed economico. Il giorno in cui fummo arruolati nell'esercito israeliano, subito dopo la consegna delle divise, la rapatura e la visita medica, ci portarono in una piccola sala del distretto militare dove si proiettava il film “Massà Alunkot”, in italiano “Marcia con le barelle”. Il film raccontava della storia realmente accaduta di un soldato figlio di una media famiglia borghese, musicista e pacifista, che suo malgrado si è trovato in una situazione di guerra ed ha ucciso, senza alcuna intenzione di farlo, dei bambini che si trovavano in una casa da cui dei terroristi sparavano all'impazzata. Il soldato impazzì e dopo alcuni giorni si suicidò. Dopo la visione del film, ci fu una discussione di alcune ore dove il docente ci spiegò che cosa stavamo andando a fare, quanto erano pericolose le armi che avremmo imparato a usare, nonché quale poteva essere la fine incontro a cui stavamo andando. Si parlò molto del fatto se era possibile, e del come era possibile, fare il soldato per persone con una ideologia umanistica. Alla fine di questo dibattito arrivò il camion che ci portò alla base di addestramento. E la guerra fu così come l'avevamo immaginata: bombe e tuoni, sangue e lacrime, odio negli occhi del nemico e dolore umano a non finire per questa tragedia che ci accompagna da cent'anni. Ed ho visto ferirsi e morire compagni che per evitare di rischiare di uccidere un civile usato come schermo umano, lasciavano lì nella polvere litri del loro sangue. Poi passarono gli anni, e man mano che si leggevano i media provenienti dall'Italia, ci si chiedeva dove stava andando la nostra sinistra, la casa ideologica in cui eravamo cresciuti. E, come avviene ne “La fattoria degli animali”, ci siamo resi conto che la sinistra ci stava abbandonando. Nel 1967 Israele conquistò, in una guerra di difesa, il Sinai e la Cisgiordania, la striscia di Gaza ed il Golan. Dopo alcuni anni, dopo l'accordo di Pace con l'Egitto, fu restituito il Sinai, ovvero l'80% dei territori occupati. In seguito fu firmato l'accordo di Oslo e poi Barak offri ad Arafat il 97% della Cisgiordania, ma Arafat rifiutò di firmare. Oggi, dopo la restituzione della striscia di Gaza e l'autonomia (Per ora parziale) della Cisgiordania Israele si è ritirata dal 90% dei territori occupati. Ma la guerra continua. E la sinistra chiedeva, a un Israele che già aveva accettato questa soluzione, “Due stati per due popoli”. Senza invece chiedere ai palestinesi di accettare realmente il diritto all'esistenza di Israele.Mentre i kamikaze uccidevano facendosi esplodere sugli autobus ed al cinema, nei bar e nelle discoteche. E quando Israele costruì la barriera di sicurezza , la sinistra gridò allarme al “muro dell'Apartheid”. Nota bene che da quando c'è la barriera di sicurezza il numero di attentati a di morti per attacchi terroristici è calato enormemente. Se proprio lo chiamiamo muro, allora per gli israeliani quello è il muro della vita. Dopo la Shoà, per noi lo Stato Israele è come l'assicurazione sulla vita del popolo ebraico. Se 60 anni fa avessimo avuto l'esercito funzionale degli ultimi decenni, forse avremmo potuto salvare, che ne so, un paio di milioni di ebrei dal massacro nazista. Chi vuole cancellare Israele è equivalente ad Hitler (che sia maledetto e cancellato il suo nome). Ed allora, cara Barbara Spinelli, sappia che non sono gli ebrei ad aver abbandonato la sinistra, ma è la sinistra ad aver abbandonato gli ebrei. E' la sinistra che ormai appoggia dichiaratamente i governi fascisti che gestiscono il mondo arabo, dove le donne sono trattate come animali, dove non esiste né la libertà di espressione e neppure quella religiosa, dove un clero medievale controlla la politica e l'esercito, i media e l'economia. E quando D'Alema va a braccetto con i deputati di Hezbollah, che dichiarano apertamente come loro scopo la distruzione dello Stato Ebraico e la creazione di uno Stato Islamico in Palestina, noi ci chiediamo dove è finita la sinistra. Dov'è finita la razionalità? La risposta è davanti agli occhi di tutti: la sinistra è finita. Si è sciolta come un ghiacciolo alla fragola sotto il sole mediorientale. E non mi dia del fascista. Pur di non votare a destra, ho smesso di votare, da ben 15 anni. Aspetto che nasca un nuovo partito di sinistra. Ma, please, non un partito filo-islamico. Cordialmente, Ing. Gabriele Levy |
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