La Provincia di Salerno manda i suoi rappresentanti ad incontrare Hezbollah gruppo terroristico antisemita
Testata: Il Giornale Data: 13 novembre 2006 Pagina: 9 Autore: Peppe Rinaldi Titolo: «VILLANI PAGA LA GITA ALL’AMICO DI HEZBOLLAH»
Da CRONACHE del MEZZOGIORNO, supplemento del GIORNALE , del 10 novembre 2006:
Non ce ne voglia il presidente dell’amministrazione provinciale di Salerno se, in un momento per lui particolarmente delicato sotto il profilo politico, facciamo risalire alla sua persona le conseguenze di comportamenti altrui: ma, del resto, se in un nucleo familiare qualcosa non va la responsabilità ricade in primo luogo sul capofamiglia. Almeno questo ci hanno sempre insegnato, fatta salva la responsabilità penale. E Angelo Villani, della Provincia di Salerno cos’è se non il capofamiglia? Veniamo al dunque. Ernesto Scelza, ex consigliere provinciale dei Ds ed oggi “capo” del cosiddetto Ufficio Pace della Provincia (non si capisce bene cosa sia, sta di fatto che sta lì, ingolfato di no global e pacifisti a contratto), ha mandato proprio ieri il secondo report dal Libano, dove è gentilmente andato a sacrificarsi in nome della “sua” pace: che poi è la stessa dei vari Torsello, delle due Simone e roba varia. Il primo di questi resoconti ha suscitato l’indifferenza generale (vuoi mettere, una cosa così chi se la fila? c’è da parlare di Salernitana ed intrighi politici alle vongole), ma questa non è una novità: era il solito delirio filo musulmano cui ci stanno abituando i personaggi che da troppi anni popolano il panorama politico locale e nazionale. Il secondo report invece, quello giunto ieri in redazione, (che di certo nessuno prenderà in considerazione) è qualcosa di più, qualcosa che lascia sconcertati, una di quelle cose che ti fanno venire la voglia di incitare alla rivolta fiscale: non si possono pagare le tasse per mantenere uno stuolo di personaggi afflitti da estasi pacifista e da antisemitismo innato. Scelza in pratica ce lo siamo immaginati con una bella kefiah al collo, magari proprio con un bel abitino bianco in stile imam a girare per le martoriate strade libanesi, comprensibilmente e giustamente distrutte dai bombardamenti degli israeliani che -e questo Scelza (e Villani) fa finta di non saperlo- da tempo immemore lottano per la propria sopravvivenza. La descrizione fatta dal delegato alla Pace della Provincia guidata - repetita iuvant- dal rutelliano Villani è una di quelle strappalacrime: chi non si commuoverebbe dinanzi al racconto di poveri bambini morti sotto le bombe, di case distrutte e via dicendo? Tutti, tranne forse lo stesso Scelza, il cui cinismo ha oltrepassato ogni limite: al punto da scrivere di incontri con esponenti palestinesi legati al partito comunista (e fin qui passi pure), con cristiani maroniti e con esponenti di Hizbullah. Chiaro? Parliamo di Hizbullah, non della confraternita di Padre Pio: cioè terroristi che fanno sfilare i propri figli di 2-3 anni con i kalashnikov, che predicano la distruzione di Israele, che sono finanziati con soldi ed armi da quel pazzo scatenato del presidente iraniano che, evidentemente, sia Scelza che Villani (il capofamiglia) adorano. In fondo, un po’ nazista lo è il “compagno” Scelza: che male c’è a dirlo? Sorvoliamo sulle menzogne raccontate da Scelza sulle stragi di Qana e su tutta la pletorica letteratura antisemita che popola ed impregna l’improbabile reportage dal fronte. Sia chiaro: Ernesto Scelza ha tutto il diritto di andare dove gli pare, di dire e scrivere quel che vuole, di frequentare stucchevoli pacifisti e terroristi, di battersi in nome di una cultura della morte ammantandola con belle parole antimperialiste, etc. Ma not in my name si diceva un tempo: e, forse, vale anche ora il principio che non può esserci rappresentanza con efficacia erga omnes in casi del genere. Vale a dire che Villani (il capofamiglia, ancora) ai propri figlioli non dovrebbe dare la paghetta mensile per farli andare in giro per il mondo ad alimentare sciocchezze. L’anno scorso resero omaggio alla moglie di un altro dittatore, il siriano Bashar al Assad: e ci andarono a spese di tutti; poi hanno finanziato una scuola di pesca all’Avana (Cuba); poi, ancora, improbabili e dispendiosi gemellaggi sempre con il regime comunista di Fidel Castro; sempre qualche anno fa un altro viaggio ai funerali del sanguinario e truffaldino Arafat: oggi quest’altra perla. Aspettiamo la prossima.
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