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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.11.2006 Olmert invita Abu Mazen alla trattativa
ed esprime rimorso per l'errore tecnico che ha portato alla tragedia di Beit Hanoun

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 novembre 2006
Pagina: 9
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Olmert invita Abu Mazen: «Trattiamo, sono disposto a importanti concessioni»»
Dal CORRIERE della SERA  del 9 novembre 2006:

GERUSALEMME — «Sono pronto a incontrare Abu Mazen in ogni momento e in ogni luogo. Si sieda con me, resterà stupito da quanto sono disposto ad andare lontano con le trattative». A Tel Aviv, la sua immagine tramessa dagli schermi giganti di una conferenza dedicata all'economia, il premier israeliano Ehud Olmert va avanti elogiando il leader della Mukata. «Rispetto Abu Mazen. Quando saremo al tavolo dei negoziati, so che si dimostrerà intransigente. È un patriota palestinese. Lotterà per gli interessi del suo popolo come un leone. È un uomo corretto, si oppone ai gruppi terroristici, ma non ha potere per fermarli».
Poche ore prima, nella Striscia di Gaza si erano svolti i funerali delle diciotto persone rimaste uccise da una batteria dell'artiglieria israeliana, finita fuori bersaglio sulle case della città di Beit Hanoun. «Esprimo il mio profondo rimorso per quello che è successo. È stato un errore tecnico. Il nostro obiettivo non era certo colpire dei civili. Qualche tempo fa ho parlato con Kofi Annan e mi ha detto che l'Onu considerava la risposta israeliana sproporzionata. Gli ho chiesto di aiutarmi a definire quale sia la reazione proporzionata al lancio di mille razzi Qassam contro il Sud del Paese».
I primi risultati dell'inchiesta sull'incidente a Beit Hanoun hanno evidenziato che il sistema di puntamento radar sarebbe stato difettoso. Il ministro della Difesa Amir Peretz ha fermato i bombardamenti con l'artiglieria fino a quando le indagini non saranno completate e ha modificato le regole: gli ordini per il via libera a un'operazione con gli obici da 155 millimetri possono venire solo da Yoav Galant, il generale che guida il comando Sud, o dai suoi superiori.
Abu Mazen ha lasciato la Striscia di Gaza dopo i funerali. È tornato a Ramallah perché avrebbe raggiunto un accordo con Hamas per la nascita di un governo di unità nazionale. Le trattative vanno avanti da mesi e l'attacco a Beit Hanoun sembrava aver fatto saltare qualunque possibilità di intesa, dopo che Hamas ha minacciato di riprendere gli attacchi suicidi. Il presidente ha telefonato a Damasco a Khaled Meshal, leader del movimento fondamentalista all'estero, e i suoi consiglieri confermano che si tratta di un segnale importante: «Siamo vicini alla soluzione». Il nuovo premier potrebbe essere Nasser Al-Shaer, attuale vice di Ismail Haniyeh, che non è legato direttamente ad Hamas.
Alla conferenza, Olmert ha difeso il ritiro da Gaza. «Sono ancora orgoglioso di poter dire di essere stato tra i promotori. Aver lasciato la Striscia è stato un importante passo avanti. I palestinesi non possono più sostenere che occupiamo Gaza, ma fin dal primo giorno ci hanno sparato contro». Il primo ministro ha spiegato di essere pronto a rilasciare numerosi prigionieri in cambio della liberazione del caporale Gilad Shalit, rapito il 25 giugno, come gesto verso il presidente Abu Mazen, non verso Hamas. «Anche prima del sequestro, avevo discusso della scarcerazione. I palestinesi non immaginano quanti prigionieri possano ottenere per Shalit». E ha ribadito che Israele ha vinto la guerra contro gli Hezbollah. «Chiedete ad Hassan Nasrallah. Hanno perso la voglia di combattere contro di noi per molti anni. Il potere di deterrenza è stato ristabilito».

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