Aggressioni islamiste negli ospedali francesi gruppi organizzati "testano la resistenza della Repubblica"
Testata: Il Foglio Data: 08 novembre 2006 Pagina: 2 Autore: Enrico Rufi Titolo: «Adesso in Francia diventa pericoloso anche fare il ginecologo»
Dal FOGLIO dell'8 novembre 2006:
Parigi. Fra i medici degli ospedali francesi c’è chi comincia a temere di trovarsi presto negli stessi guai in cui è finito Robert Redeker. L’ultima aggressione ai danni di un ginecologo potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. E’ successo che una notte è dovuta intervenire la polizia al reparto maternità dell’ospedale parigino Robert Debré per andare in soccorso del medico di guardia vittima dell’aggressione di un musulmano che aveva dato in escandescenze contro il medico che stava visitando la moglie reduce da un parto difficile. E’ noto: una delle rivendicazioni comunitaristiche di certi gruppi islamici è il diritto per le donne musulmane di entrare in contatto solo con medici donne negli ospedali. Da sei sette anni i pronto soccorso di Parigi, Strasburgo, Lione, Tolosa si sono ritrovati in prima linea, ma si è a lungo fatto finta di niente. L’opinione pubblica ha preso atto del problema tre anni fa con la pubblicazione del rapporto redatto dalla “Commission de réflexion sur l’application du principe de laïcité dans la République”, meglio nota come Commissione Stasi, quella voluta da Chirac prima del varo della legge contro il velo islamico nella scuola pubblica. Vi si leggeva che “si fa sempre più frequente il rifiuto, da parte di mariti e padri, per motivi religiosi, di far visitare le loro mogli e le loro figlie da medici maschi”. Dalle testimonianze raccolte è risultato chiaro ai membri della commissione che dietro, spesso, ci sono gruppi organizzati che “testano la resistenza della Repubblica”. Ritenendosi vittima di “una guerriglia permanente contro la laicità”, il personale ospedaliero, così come quello della scuola, sente di non poter contare né sulle gerarchie né sullo stato. Stavolta, perlomeno, il ministro della Sanità Xavier Bertrand ha espresso la propria indignazione, ed è stata la stessa associazione nazionale dei ginecologi e degli ostetrici francesi a rendere pubblico l’episodio, rivelando che un’altra aggressione simile è avvenuta di recente in un altro ospedale della regione parigina. Il fenomeno è ormai in crescita, per frequenza e gravità negli ultimi anni, come aveva già confermato tempo fa il professor Israël Nisand, un noto primario di ginecologia di Strasburgo. Lui aveva raccontato di un’assistente sociale duramente picchiata all’interno del reparto da due individui che in nome di Maometto avevano voluto punirla per il trattamento riservato in ospedale alle donne musulmane. Con ogni probabilità si vendicavano di un episodio accaduto un paio di giorni prima, quando due uomini, turchi, se ne erano andati proferendo minacce dopo aver preteso, invano, che venisse rilasciato un certificato di verginità a una ragazzina di dodici anni con la quale si erano presentati in ospedale. Per il rilascio dei certificati di verginità, i medici francesi subiscono pressioni sempre più forti, e talvolta intimidazioni; con molta più facilità, invece, tante alunne musulmane ottengono l’esonero dall’ora di palestra o di piscina – aborrite per via della promiscuità – grazie a certificati di medici compiacenti. Chi, come un altro ginecologo, il dottor Roger Henrion, ha lavorato negli anni Cinquanta negli ospedali in Tunisia e in Marocco racconta che ci si trova di fronte a un fenomeno del tutto inedito. Un fenomeno preoccupante, gli episodi di violenza ai danni del personale ospedaliero sono passati da 145 nel 2004 a 184 l’anno scorso.
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