Gli scontri tra soldati israeliani e terroristi palestinesi diventano una "strage" sul quotidiano napoletano
Testata: Il Mattino Data: 03 novembre 2006 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «Blitz di Israele, strage di palestinesi»
Il Mattino, si sa, quando di mezzo non ci sono vittime israeliane (per queste l’oblìo) ha la “strage” facile. Così, per titolare l’articolo di Baquis pubblicato il 3 novembre 2006 sugli scontri tra soldati israeliani e terroristi palestinesi a Gaza arriva a scrivere: “Blitz di Israele, strage di palestinesi”.
Che dire, se non ripetere le critiche alla campagna di criminalizzazione d’Israele portata avanti dal quotidiano attravero la censura (sulla continua attività dei terroristi palestinesi: contrabbando d’armi, continui lanci di missili contro Sderot e altre località israeliane, ecc.) e le menzogne (sulle azioni israeliane).
Nel titolo, così come nel sottotiolo, non si fa minimo accenno a quelle che erano le forze in capo (soldati contro palestinesi armati), all’identità delle vittime, alle ragioni d’Israele, né a qualunque elemento che possa suggerrire al lettore ciò che realmente è accaduto. L’unica cosa che deve arrivare a chi legge è che Israele, senza motivo alcuno, ha compiuto l’ennnesima strage di innocenti “palestinesi”. Questo nonostante Baquis parli, nell’articolo, di uomini armati che hanno opposto “una strenua opposizione” alle truppe israeliane. Anche il sottotitolo non è affatto un elemento di chiarezza, ma deve fungere unicamente alla propaganda anti-israeliana: “Il ministro Lieberman propone:’Agire come i russi in Cecenia’”. Ora delle due l’una: se tutto quello che Il Mattino ha sempre scritto e continua a scrivere su Israele ha un minimo di fondatezza ci troviamo al cospetto di una non notizia, in quanto (a leggere Il Mattino) siamo al cospetto di un paese che fa cose ben peggiori dei russi in Cecenia; se, invece, la notizia c’è, ossia Lieberman chiederebbe (condizionale perché Lieberman, come riportato da D. Frattini sul Corriere, ha chiarito le sue parole) di fare cose fin ad ora mai fatte, allora Il Mattino è responsabile di una indecente campagna propaganditica di criminalizzazione d’Israele, e dovrebbe altresì giustificare il perché di tanta attenzione verso Israele e un quasi totale disinteresse di fronte alle azioni russe in Cecenia. La cronaca di Baquis non è immune da scorrettezze, che però sono nulla al cospetto della mistificazione operata dalla redazione del quotidiano. E la già numerosa schiera degli odiatori d’Israele non può che allargarsi.
ALDO BAQUIS Tel Aviv. In quella che viene definita la più importante operazione militare negli ultimi mesi nella Striscia di Gaza, reparti dell'esercito israeliano hanno occupato in massa ieri mattina la città palestinese di Beit Hanun per cercare di casa in casa i depositi dei razzi dei miliziani dell'Intifada. Il bilancio della battaglia, protrattasi per la intera giornata, è pesante. Secondo Israele, 10 miliziani sono stati uccisi, e i feriti si contano a decine. Da parte palestinese si afferma che i caduti sono sette e i feriti superano
la cinquantina. Israele ha confermato in serata la uccisione di un proprio militare. Il presidente Abu Mazen e il suo premier Ismail Haniyeh hanno accusato Israele di essersi macchiato di un vero «massacro» e hanno perorato un intervento energico della comunità internazionale sul governo di Ehud Olmert. In mattinata il Consiglio di difesa del governo israeliano ha deciso che per ora l’operazione resta limitata. I ministri hanno escluso di conquistare la striscia di confine fra Gaza e l'Egitto, anche se nella zona viene segnalata la presenza di forze israeliane. In questo clima, il leader dell’estrema destra israeliana Avigdor Lieberman, nominato pochi giorni fa ministro per le questioni strategiche, ha suggerito di continuare nelle azioni militari pesanti, e di utilizzare contro Gaza gli stessi metodi usati dalle forze russe in Cecenia. Secondo Haniyeh, proprio Lieberman potrebbe avere influenzato la decisione israeliana di lanciare
la offensiva. Intanto le milizie palestinesi sono in massima mobilitazione. Nelle strade di Beit Hanun i mezzi blindati israeliani hanno incontrato la strenua opposizione di Hamas, di al-Fatah e della Jihad islamica. Le forze regolari palestinesi, a quanto risulta, non sono scese in campo. I portavoce di Hamas esaltano l’abnegazione dei combattenti che, affermano, hanno sparato da distanza ravvicinata decine di razzi anticarro. Abu Qusai, il portavoce delle Brigate dei martiri di al-Aqsa (al Fatah), ha affermato che i dirigenti dell'Anp dovrebbero annunciare lo stato di emergenza di fronte alla crescente pressione militare israeliana. A suo parere a questo punto al Fatah e Hamas dovrebbero mettere da parte i dissidi politici per affrontare uniti il nemico comune. Vista da Israele, l’operazione militare di ieri ha un carattere limitato e fa parte di una serie di iniziative adottate dalla fine di giugno, ossia dal rapimento del soldato Ghilad Shalit da parte di Hamas.