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Il Foglio Rassegna Stampa
01.11.2006 Con Ahmadinejad Putin potrebbe ripetere l'errore di Stalin con Hitler
un editoriale spiega perché armando l'Iran la Russia danneggia il proprio interesse nazionale

Testata: Il Foglio
Data: 01 novembre 2006
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «La Russia arma l’Iran»
Dal FOGLIO del 1 novembre 2006:

La Russia è diventata il primo venditore di armi al mondo, superando l’America e la Francia, e non sembra andare troppo per il sottile sull’affidabilità dei suoi clienti. In questo mercato, peraltro, non sono certo le questioni umanitarie a tenere banco, e non soltanto per la Russia. Tuttavia la fornitura di sistemi d’arma sofisticati che permettono la difesa delle centrali atomiche iraniane da eventuali attacchi aerei o missilistici, mentre la comunità internazionale insiste sull’esigenza di evitare che il regime degli ayatollah disponga di ordigni atomici, sembra andare al di là del segno.
La Russia, come prima l’Urss, ha sempre praticato una politica commerciale assai disinvolta. Le forniture sovietiche al Terzo Reich cominciarono assai prima del patto Molotov-Ribbentrop. Dopo quell’accordo s’intensificarono, al punto che le armate naziste, all’attacco nel giugno del 1941, fermarono convogli di materiale strategico che la Russia continuava a inviare a quello che stava diventando nuovamente il suo mortale nemico. Allora Josif Stalin pensava che orientando l’aggressività di Adolf Hitler verso occidente avrebbe garantito la sicurezza dei suoi confini, e la storia ha dimostrato quanto il suo calcolo fosse errato. E’ possibile che anche Vladimir Putin ricada nello stesso errore. L’obiettivo di Teheran è quello di diventare la potenza egemone dell’Asia centrale, attraverso la dotazione militare e la mobilitazione delle comunità islamiche su posizioni estremiste. Il regime iraniano designa l’America, che resiste a questo disegno attivamente, come “il Grande Satana”, ma per realizzare i suoi fini deve anche indebolire il controllo russo sull’area. E’ per questo che il calcolo, non soltanto economico, russo, che punta a dimostrare che l’iniziativa americana è sterile se non riconosce il ruolo globale o almeno regionale di Mosca, sembra piuttosto miope. Aspettarsi un comportamento razionale da un regime di fanatici come quello di Teheran è altrettanto insensato come fu attribuirlo a Hitler.

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