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L'Unità - Avvenire - Il Messaggero - Il Giorno - Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
01.11.2006 Israele vola sul Libano perché la Siria sta riarmando Hezbollah
ma i quotidiani italiani non lo scrivono

Testata:L'Unità - Avvenire - Il Messaggero - Il Giorno - Il Sole 24 Ore
Autore: Umberto De Giovannangeli - Luca Geronico - Carlo Mercuri - Elena Comelli - Ugo Tramballi
Titolo: «Caccia israeliani sul Libano, spara la contraerea - Caccia israeliani su Beirut - Sorvoli israeliani: la forza Onu in cielo è assente - Jet d'Israele su Beirut La contraerea spara - I caccia di Israele volano su Beirut»
L'UNITA', AVVENIRE, e Il MESSAGGERO: tre quotidiani di diverso orientamento che trattatano nello stesso modo la notizia del fuoco aperto dalla contraerea del Libano contro i  voli di ricognizione israeliani .
Vale a dire: presentando l'attività israeliana  come una grave provocazione, senza rapporto  con il continuo  riarmo di Hezbollah. Riarmo che  i voli israeliani hanno  lo scopo di monitorare e  che costituisce la vera, grave  violazione della risoluzione 1701, compiuta sotto gli occhi dell'Unifili e di quell'Unione europea che protesta solo con Israele.

Di seguito, l'articolo di Umberto De Giovannangeli pubblicato dall'UNITA':


IL ROMBO assordante, e inquietante, dei caccia. Il sinistro crepitio della contraerea. Lo spettro della guerra torna ad aleggiare sul Libano. Beirut si è risvegliata ieri al rombo assordante dei caccia israeliani che, a bassa quota e per quasi un’ora, sono tornati a
sorvolare la capitale e il resto del Libano: dalla fascia di confine a sud, dov’è schierata l’Unifil, la forza Onu, fino alla valle orientale della Bekaa e ai dintorni del porto settentrionale di Tripoli. La sortita dei caccia israeliani, la più estesa violazione dello spazio aereo libanese dall’entrata in vigore della tregua che il 14 agosto aveva posto fine ai 34 giorni di guerra tra Israele e Hezbollah, è stata confermata da fonti militari a Gerusalemme, che l’hanno però definita «attività di routine che include la raccolta di informazioni di intelligence». Il comando dell’esercito libanese ha invece riferito che la sua contraerea ha aperto il fuoco contro quattro F-16 con la Stella di Davide che hanno a lungo sorvolato il sud del Libano, mentre altri quattro caccia israeliani si sono spinti su Beirut, sulla valle della Bekaa e sull’area di Shekaa, a ridosso del porto di Tripoli (91 chilometri a nord della capitale».
I sorvoli «sono contrari allo spirito» della risoluzione 1701, afferma il portavoce del ministero degli Esteri di Parigi, Jean-Baptiste Mattei. Quei ripetuti sorvoli mettono a repentaglio la stessa cessazione delle ostilità in Libano, avverte l’alto responsabile della politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea, Javier Solana. «Ognuno deve adempiere la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza... Anche Israele la deve osservare, e deve farlo nella maniera più rigorosa», avverte Solana. Ma per i «caschi blu» dell’Unifil, i sorvoli israeliani sul Libano rischiano di diventare una (allarmante) consuetudine. A tal punto, riferiscono fonti Unifil, che i caccia israeliani hanno ostentatamente sorvolato anche l’altro ieri il sud del Libano, mentre al valico di confine di Ras Naqura era in corso la periodica riunione tra responsabili militari libanesi e israeliani e rappresentanti della forza Onu. Un «messaggio» inequivocabile della dichiarata volontà d’Israele di proseguire i sorvoli sul Libano, ufficialmente motivati dalla «raccolta d’informazione d’intelligence» sull’invio di armi ai miliziani di Hezbollah che, ugualmente in violazione della risoluzione 1701, proseguirebbe indisturbato dalla vicina Siria. «Israele si riserva di agire con la massima determinazione contro il riarmo dei terroristi di Hezbollah», ribadisce a l’Unità il portavoce del governo di Gerusalemme, Avi Pazner. Il rappresentante personale del segretario generale dell’Onu in Libano, Geir Pedersen, ha espresso «grave preoccupazione per i continui sorvoli israeliani che costituiscono una violazione della sovranità libanese, e in particolare della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza.
In un comunicato diffuso in serata nella capitale libanese, Pedersen ha affermato di essere «particolarmente turbato per i ripetuti raid aerei simulati che hanno avuto luogo stamani (ieri, ndr) su Beirut. Pedersen ha aggiunto che l’Unifil «ha riferito di circa otto violazioni aeree negli ultimi due giorni che sono state osservate nella sua aerea di operazione», vale a dire nel sud del Libano. «Le Nazioni Unite - si legge nel comunicato - esprimono apprezzamento per i tentativi di tutte le parti nell’applicare la risoluzione 1701 nelle dieci settimane trascorse dalla sua applicazione. L’Onu rinnova il suo appello a Israele perché cessi le sue violazioni della sovranità libanese e invita tutte le parti a rispettare e attuare la risoluzione 1701».
Quei ripetuti sorvoli sono un monito per il Partito di Dio e il suo leader Hassan Nasrallah. È arduo credere che per Israele siano stati davvero raid di «routine» visto che proprio ieri mattina il premier Olmert, il ministro della Difesa Peretz e il capo di stato maggiore Dan Halutz hanno compiuto un sopralluogo a ridosso del confine con il Libano e incontrato i comandanti della regione. Per il nord di Israele, rileva Olmert, gli Hezbollah libanese «non sono più oggi la minaccia che rappresentavano prima del conflitto» in Libano. Il premier ha assicurato che oggi le forze armate sono più agguerrite e meglio preparate e che ciò che è successo «non si ripeterà più», intendendo con ciò le numerose lacune emerse nel comportamento dell’esercito durante la «Guerra dei 34 giorni».
E da Beirut in nottata torna a parlare il leader del Partito di Dio. Nasrallah sembra lanciare un segnale distensivo verso Israele affermando che i negoziati sullo scambio dei due soldati di Tzahal catturati il 12 luglio procedono in modo serio.

"Caccia con la stella di Davide" che "seminano il panico " in una "provocazione durata mezz'ora" compiaono nelle prime righe dell'articolo di Luca Geronico pubblicato a pagina 12 di AVVENIRE, conferendogli subito un tono di deciso biasimo verso Israele.
All'"aperta violazione territoriale israeliana", scrive ancora Geronico, la contraerea libanese ha "risposto" aprendo il fuoco.


Per Carlo Mercuri, il cui articolo è pubblicato a pagina 13 del MESSAGGERO, i caccia israeliani hanno sorvoltato "in lungo e in largo il Libano", anche a bassa quota "quasi a farsi beffe" dei militari dell' Unifil. E quest'ultima "che fa?" si chiede Mercuri auspicando che apra il fuoco contro gli aerei israeliani (non certo che provveda a bloccare il riarmo di Hezbollah e a procedere al suo disarmo, come chiederebbe il mandato dell'Onu)

Anche la cronaca di Elena Comelli sul GIORNO attribusce ai voli israeliani l'"aumento della tensione" e concede ampio spazio  alle dichiarazioni di Solana e dei militari dell'Unifil  che criticano Israele ma tacciono  sul mancato disarmo di Hezbollah. Il "problema dell'invio di armi ai guerriglieri di Hezbollah che continua indisturbato dalla vicina Siria" è però quanto meno citato (sia pure con la consueta, nella stampa italiana,  trasformazione dei terroristi in "guerriglieri")

Ugo Tramballi sul SOLE 24 ORE ( a pagina 7) propone una cusriosa teoria:

La risposta israeliana

scrive

è secca, quasi disinteressata alla questione. I voli continueranno per essere sicuri che Hezbollah non si riarmerà, spiegano. Ma saranno proprio queste violazioni ad offrire a Hezbollah e alla Siria il pretesto per riprendere a farlo: se l'occupazione territoriale del Libano è quasi cessata, (con questo quasi, Tramballi sposa la tesi di Hezbollah,  per l'Onu l'occupazione del Libano è cessata nel 2000,ndr)  quella del cielo continua.

Dunque, secondo Tramballi, Israele dovrebbe lasciare che Hezbollah si riarmi indistrurbato, come fa e come continuerebbe a fare senza bisogno di un qualsisasi  pretesto, per non fornirgli  nessuna giustificazione.
Come se chi si crede impegnato in una guerra santa per la distruzione di uno Stato e per il trionfo della rivoluzione islamica ne avesse  bisogno...

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