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L'Opinione Rassegna Stampa
31.10.2006 La Confindustria piange sulle armi invendute (destinate al Libano)
Roma e Bologna ospitano i comizi antisraeliani di Tariq Ramadan e Hilarion Capucci

Testata: L'Opinione
Data: 31 ottobre 2006
Pagina: 0
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Niente più armi al Libano. “Il sole 24 ore” si lamenta - Hilarion Capucci e Tariq Ramadan colpiscono ancora. A Roma e a Bologna due comizi contro lo stato ebraico»
Da L'OPINIONE del 31 ottobre 2006, un articolo di Dimitri Buffa sulle lamentele del quotidiano della Confindustria circa i mancati rifornimenti di armi al  Libano (vedi qui Informazione Corretta del 29/10/2006) :

Smentivano ma intanto fremevano. Per fare affari sarebbero stati disposti a vendere i missili terra aria pure a Osama Bin Laden, figuriamoci all’esercito del Libano che per metà è controllato dagli Hezbollah. Adesso è arrivata la tragicomica conferma che quello che scrivevamo era la pura verità: Il governo Prodi aveva dato il via libera per la vendita di batterie contraeree all’esercito libanese ma la fuga di notizie ha impedito ai furbetti di mettere l’opinione pubblica davanti al fatto compiuto. E la conferma è giunta attraverso un articolo di un giornalista noto per le sue antipatie anti israeliane ma soprattutto per essere nel libro paga del “Sole 24 ore”, il quotidiano della Confindustria su cui una non piccola ascendenza hanno anche i mercanti d’armi italiani, Alenia, Berretta e via dicendo. Proprio domenica 29 ottobre, infatti, con un articolo pubblicato a pagina 7, Ugo Tramballi lamentava il fatto che “la burocrazia frena gli aiuti”, sottinteso al Libano. Leggendo poi l’articolo, segnalato anche da “Informazionecorretta.it” di Angelo Pezzana, si capiva di quali aiuti si trattasse: le armi al Libano che lor signori del ministero della Difesa avevano negato di avere intenzione di vendere. Scrive infatti Tramballi, dimentico del divieto di vendere armi a un paese belligerante in cui sia in corso una missione militare di peacekeeping Onu, che “di recente in Parlamento è stata presentata un’interrogazione contro la possibile vendita di missili terra aria al Libano”. Prima lamentava che ormai le forniture militari al Libano le farà la Francia perché l’Italia è troppo tentennante nell’evadere una commessa da 500 milioni di dollari. Poi parla anche di “cooperazione” e rievoca un fatto increscioso, quando l’ambasciatore in Libano Mistretta “fu redarguito per avere incontrato un capo hezbollah” e la Ansaldo “ancora aspetta i propri soldi” per altra fornitura militare.

Insomma un panegirico di allusioni che non fa che confermare come dovesse per forza essere vera la notizia pubblicata due settimane orsono dal sito Debka.com sul fatto che il governo Prodi avesse ufficialmente incaricato il ministro della Difesa Arturo Parisi di accelerare le procedure che permetteranno alla Alenia di fornire l’esercito del Libano di nuove potenti batterie contraeree di missili Aster 15 che dovrebbero impedire le ricognizioni aeree dell’aviazione con la stella di Davide sulla valle della Bekaa in attesa che si dispieghino le forze dell’Unifil per monitorare i movimenti oltre confine dei terroristi dell’Hezbollah. Per la cronaca l’interrogazione parlamentare che avrebbe bloccato tutto e di cui si lamenta Tramballi era quella presentata dall’ex sottosegretario agli Esteri del governo Berlusconi Margherita Boniver. Interrogazione presentata dopo la lettura dell’articolo su L’opinione. Così adesso tutto torna: L’opinione ha rotto le uova nel paniere ai soci di Confindustria nel settore armamenti e adesso “Il sole 24 ore” se ne lamenta. E non si poteva lasciare scrivere una cosa del genere che a un noto antipatizzante di Israele come Tramballi. Secondo le fonti di Debka anche il capo di stato maggiore libanese Michel Suleiman si era personalmente congratulato con il suo premier Fouad Siniora “per gli sforzi economici, diplomatici e militari fatti in questi mesi per dotare il paese di nuove armi di deterrenza contro il nemico sionista”.

C’è un piccolo particolare però che fa di questa incredibile e ignobile vicenda, che potrebbe portare anche all’incidente diplomatico con Israele una tragedia: metà esatta dell’esercito libanese è composta di sciiti, fedelissimi del presidente dell’assemblea Nabih Berri, a sua volta alleato e complice di fatto di Hassan Nasrallah, capo degli hezbollah e burattino dell’Iran. E con simili missili in circolazione in quel giro, missili è bene dirlo che sono l’ultimo ritrovato della tecnologia e che riescono a cambiare direzione verso il bersaglio anche a pochi istanti dall’impatto, Israele avrebbe dovuto ringraziare il nostro ministro degli Esteri “equivicino” per gli aerei abbattuti. L’Italia inoltre avrebbe persino dovuto mandare degli istruttori a insegnare come si usano queste armi, pertanto i terroristi avranno presto anche il knowhow necessario per fare poi da soli. Altro dettaglio: come se non bastasse il fatto che i missili della Alenia sono costruiti a metà insieme a un partner francese , pare che Chirac fornirà potenti missili anti-carro per prevenire nuove avanzate israeliane all’interno dei propri confini alla caccia di terroristi Hezbollah. Proprio i francesi nei giorni scorsi hanno anche minacciato di abbattere gli aerei israeliani che fanno ricognizioni sui cieli libanesi per impedire travasi di armi agli Hezbollah. Viene così fuori la reale natura della missione di pace europea, e soprattutto franco-italiana, ai confini del Libano: altro che disarmare gli hezbollah, questi li stanno aiutando contro lo stato ebraico e stanno anche rimpinguando la santa barbara della jihad. Pecunia non olet. E se le armi sparano contro gli ebrei per qualcuno, nel settore industriale che è così potente da poter usare il “Sole 24 ore2 per fare le proprie rimostranze al governo, deve essere anche meglio.

Sempre dall' OPINIONE , un articolo su una conferenze tenute a Roma e a Bologna da Tariq Ramadan , ideologo islamista, e Hilarion Capucci, noto ecclesiastico "amico"  del terrorismo palestinese.


Da una parte il Salone del libro storico che si tiene a Roma ogni anno di questi termpi a piazza di Pietra, dall’altra una ridicola conferenza dal titolo fuorviante, “Cammini di pace”, tenutasi a Bologna nel quartiere Santo Stefano con la benedizione del consiglio circoscrizionale e del suo presidente Andrea Forlani. Da una parte Tariq Ramadan, ideologo contiguo ai Fratelli musulmani e consigliere di Blair per le politiche dell’integrazione, dall’altra monsignor Hilarion Capucci, vescovo melchita condannato a svariati anni di carcere in Israele per detenzione di armi da guerra e sospetta complicità con il terrorismo palestinese. Minimo comune denominatore di questi due pseudo eventi tenutisi a 400 chilometri di distanza l’uno dall’altro, rispettivamente lunedì passato quello di Bologna e domenica scorsa quello di Roma, l’odio, tanto odio, contro lo stato di Israele. Ramadan presentava il suo ultimo libro, “Musulmani d’occidente” edito da Rizzoli, e tra tante belle parole era possibile vederlo cambiare in volto solo quando qualcuno nominava lo stato di Israele e il suo diritto a esistere.

Allora Tariq Ramadan si ricorda di essere il nipote di Hasan al Banna, fondatore dei Fratelli musulmani che nel mondo arabo sunnita rappresentano il negazionismo allo stato puro del diritto di Israele a esistere, e riesce a fare indignare persino quelli della sinistra politically correct che lo avevano invitato. Come i giornalisti Stefano Jesurum e Wlodek Goldkorn nonché il deputato della Margherita ed editorialista di Repubblica Khaled Fouad Allam. In particolare Jesurum, quando Ramadan ha affermato che “la democrazia di Israele non è migliore delle dittature dei paesi che lo circondano”, è letteralmente trasalito ricordandogli, solo per fare un esempio, la differenza di trattamento degli omosessuali nello stato ebraico rispetto a paesi dove i “froci” finiscono lapidati. Discorso analogo per il famigerato pretazzo Capucci che ha fatto vedere il solito filmato unilaterale contro i presunti soprusi degli israeliani sui palestinesi senza che il comune di Bologna ritenesse di invitare neanche uno che la pensava differentemente per fare uno straccio di contraddittorio. Questa è l’Italia anti israeliana che non cambia. In compenso sta cambiando la soglia di tollerabilità degli esponenti della cultura progressista a provocazioni del genere: fino a qualche anno fa ad esempio nessuno avrebbe osato contraddire le stronzate dette da Ramadan come ha fatto domenica Stefano Jesurum. Tardi ma si sonio svegliati anche i moderati di sinistra, a quanto pare.

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