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La Stampa Rassegna Stampa
30.10.2006 Incidenti tra aviazione israeliana e marina tedesca
la cronaca di Marina Verna

Testata: La Stampa
Data: 30 ottobre 2006
Pagina: 11
Autore: Libano, tedeschie israeliani sull'orlo della crisi di nervi
Titolo: «Libano, tedeschi e israeliani sull'orlo di una crisi di nervi»

Concedendo troppo credito anche a "voci" e illazioni e poca importanza alle smentite israeliane, la cronaca di Marina Verna pubblicata da La STAMPA del 30 ottobre 2006 propende palesemente per la versione più allarmistica degli incidenti tra aviazione israeliana e marina tedesca impegnata in un pattugliamento anell'ambito della missione Unifil.
Si tratta comunque di un articolo sostanzialmente corretto, che presenta i fatti e le contrastanti versioni senza ostilità antisraeliana.

Ecco il testo:


E' successo quello che molti paventavano: un incidente tra la Marina tedesca e l'Aviazione israeliana. Dopo appena dieci giorni di missione di pattugliamento davanti alle coste del Libano. E non una, ma tre volte. Sempre con la stessa dinamica: jet israeliani incalzano elicotteri della Marina tedesca che si muovono in acque internazionali. Il premier israeliano Ehud Olmert parla di malintesi e si dice rammaricato. Ma a Berlino il governo prende «molto sul serio» gli incidenti, come ha detto ieri il portavoce Ulrich Wilhelm: la cancelliera Angela Merkel ha affrontato la questione in una telefonata con Olmert e il ministro della Difesa Franz Josef Jung andrà in Israele nei prossimi giorni.
L'ultimo incidente è accaduto nella notte tra giovedì e venerdì, ma se n'è avuta notizia soltanto ieri: un elicottero della Marina tedesca è stato tallonato da un caccia F-16, «ma non in modo minaccioso», secondo il portavoce del Ministero della Difesa tedesco. Il Ministero degli Esteri israeliano ha ammesso i fatti, specificando che i piloti sono immediatamente tornati indietro appena hanno capito che si trattava di un mezzo tedesco.
Restano invece sempre contrastanti le versioni sul primo incidente, il più grave, accaduto martedì scorso: i tedeschi sostengono che sei caccia F-16 hanno sorvolato a bassa quota una loro nave sparando due colpi contro un elicottero in volo, gli israeliani negano i colpi e parlano di un semplice avvertimento contro un elicottero erroneamente identificato come «potenziale minaccia alla sicurezza».
Due giorni fa hanno però apportato una importante correzione alla loro versione dei fatti: la fregata tedesca si trovava in acque internazionali e non israeliane. E hanno precisato che i caccia erano in missione di addestramento, per la quale usavano un corridoio aereo a 43 chilometri dalla loro costa settentrionale.
La Marina tedesca ha un filmato dei fatti, che proverebbe inconfutabilmente la verità, ma non lo rende pubblico e questo alimenta le voci che Israele si sarebbe spinta molto più in là del lecito ma Berlino non vuole arrivare all'incidente diplomatico e preferisce considerare il caso come «chiuso». Quando Olmert, in estate, aveva personalmente richiesto alla cancelliera la partecipazione della Germania alla missione militare Onu in Libano, Merkel aveva optato per il pattugliamento navale proprio perché sembrava escludere ogni eventualità di scontro tra soldati tedeschi e soldati israeliani, a differenza di truppe di terra dislocate lungo i confini.
Il Paese del nazismo e dell'Olocausto, che ha fatto della difesa di Gerusalemme un pilastro della sua politica estera, voleva evitare qualunque occasione di impatto con le sue antiche vittime. Pagava il suo tributo alla pace in Medio Oriente con 1.600 uomini e sei unità navali, ma si cautelava. Ieri il capo di Stato maggiore israeliano, in una telefonata al collega tedesco, ha ribadito di considerare «molto importante» il contributo tedesco e il premier Olmert ha detto al capogruppo parlamentare Cdu/Csu Volker Kauder, in visita a Gerusalemme, di aver dato all'aviazione ordine di agire con cautela per evitare in futuro nuovi incidenti.
Intanto però, all'interno della Grande Coalizione, è iniziata una discussione sulle missioni all'estero della Germania, che sono ormai otto. Il capogruppo Spd, Peter Struck, si chiede se siano tutte giustificate. E si ripromette di spiegarne bene l'opportunità all'opinione pubblica: secondo un sondaggio fatto a luglio, solo il 48 per cento dei tedeschi era d'accordo con la missione in Libano.

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