Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
In Iran una festa può costare la vita ragazza muore a Teheran scappando dalle milizie islamiche
Testata: Corriere della Sera Data: 29 ottobre 2006 Pagina: 12 Autore: Alessandra Coppola Titolo: «Teheran, muore per una festa proibita»
Dal CORRIERE della SERA del 29 ottobre 2006:
Meglio la finestra di carcere e frustate. E così è saltata. Morta a 25 anni cadendo dal quarto piano, la fine tragica di una festa del giovedì sera a Teheran. La notizia, con pochi dettagli, è sulle pagine del quotidiano riformista di ieri, Etemad. La cronaca riferisce del luogo dell'incidente: Sharak-Qods, uno dei più eleganti, nel nord-ovest della capitale, dove già dieci anni fa si era verificato un episodio analogo. E descrive brevemente la dinamica: la ragazza stava scappando da un'operazione delle milizie islamiche. I temibili Basiji, controllori della moralità, repressori dei raduni proibiti con musica e alcol che si svolgono in segreto negli appartamenti di Teheran. Succede spesso, soprattutto il giovedì, la sera prima del riposo islamico. Come il sabato in Occidente, il giorno più atteso della settimana. Ragazze e ragazzi insieme, abiti succinti vietati in pubblico, ma in vendita nei negozi della città a vetrine semi-oscurate. Canzoni «sataniche» americane proibite con decreto dal presidente ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad lo scorso dicembre, ma abbondantemente scaricate nei lettori mp3. Alcol di contrabbando, o distillato in proprio, con etichette autoprodotte dai fantasiosi nomi francesizzanti. Gli inviti partono per lo più via sms o via email. Una volta varcato l'ingresso, è fatta: regole e foulard cadono, la morale si allinea al fuso di Londra o New York. Fino all'alba. A meno che non irrompano i Basiji. La festa del giovedì sera è ormai un'istituzione, soprattutto nella capitale. E nonostante i proclami repressivi, il presidente Ahmadinejad nella pratica non ha dato finora segnali di voler inasprire oltre un certo limite la morsa sui giovani, enorme bacino elettorale: in Iran il 70% della popolazione ha meno di trent'anni. La terza generazione della Rivoluzione islamica, figli del boom demografico degli anni Ottanta. Sostenitori dell'ex presidente riformista Khatami, fino a che il riformismo non si è arenato. Ora delusi dalla politica, si sono arroccati nel privato. E nelle feste. Succede, però, che un vicino particolarmente zelante si accorga della musica. E che, con una telefonata, le milizie Basiji siano invitate a intervenire. Tempo due ore e scatta l'irruzione. Chi riesce scappa. Chi può tenta di ammorbidire i guardiani allungando l'equivalente di una trentina di euro. Chi rimane viene arrestato. La pena per aver offeso la «morale islamica» varia. Il minimo è una notte in cella e una buona dose di frustate. A cui si aggiunge la vergogna di tornare a casa, soprattutto per chi viene da famiglie religiose. La repressione, però, non basta. Negli ultimi dieci anni feste e alcol sono aumentati in Iran (capitolo a parte la diffusione delle droghe, che riguarda almeno 4 milioni di persone). I costumi sono sempre più laici, i modelli nettamente occidentali. Moltiplicate antenne paraboliche e accessi a Internet: nel 2000 gli utenti del web erano 400mila, oggi sono 10 milioni; i blog in farsi sono oltre 64mila. Il 70% dei giovani si dichiara non praticante, i tabù sessuali sono di fatto aggirati. Ma in pubblico resta proibito anche solo prendersi per mano: la festa del giovedì diventa così momento chiave. La Rivoluzione dei costumi stretta in un appartamento.
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