Chi non è daccordo con me è un farabutto e quando parla è un "terrorista"
Testata: La Repubblica Data: 27 ottobre 2006 Pagina: 31 Autore: Marco Politi Titolo: «Il Movimento per la Vita ora si allea con i teocon»
Fantomatici partiti teo-con italiani, paranoici teorici della "cospirazione" islamista e difensori della "tradizione (giudeo) cristiana dell´Europa" (non "giudaico-cristiana", ma proprio "(giudeo)-cristiana"), vessili di Lepanto innalzati non si sa quando né da chi, utilizzo di "tecniche di terrorismo verbale assembleare". L'articolo di Marco Politi, pubblicato da REPUBBLICA del 28 ottobre 2006sull'Ufficio socio-politico del Movimento per la vita creato dal nuovo presidente Paolo Sorbi non si preoccupa di fare informazione, ma di denigrare e insinuare e di neutralizzare posizioni politiche, culturali od ecclesiali lontane da quelle che il giornalista predilige. Non attraverso il dibattito e il confronto di idee, ma attraverso la caricaturizzazione malevola di quelle dell'avversario. Ecco il testo:
ROMA - Trasformare il Movimento per la Vita nella punta di diamante dell´alleanza tra cattolici e «atei devoti». Creare una «lobby di massa», che unisca cristiani e seguaci di altre fedi o filosofie, per una difesa dell´Occidente dall´aggressione del fondamentalismo islamico. Insomma, agire da partito che inalbera il vessillo di Lepanto e dei teocon alla Bush, pur senza essere partito. E´ il progetto di Paolo Sorbi, ex Lotta Continua e presidente del Movimento per la Vita ambrosiano. A Milano - sull´onda della vittoria referendaria del 2005 e soprattutto dell´esortazione di Benedetto XVI all´unione con tutti coloro che non vogliono «staccarsi dalle radici cristiane della nostra civiltà» - Sorbi sogna di importare l´attivismo e la capacità di mobilitazione del movimento Pro-Life statunitense per premere sulle istituzioni e rovesciare quello che lui chiama «l´irenismo dell´Azione cattolica», che equivale sostanzialmente alla cultura cattolico-democratica. Per questo ha creato un Ufficio socio-politico, struttura ignota ai tradizionali comitati del Movimento per la Vita, e si prepara ad una prima sortita pubblica sulla questione Islam, valorizzando l´ingresso nella squadra di due esponenti non cattolici: Magdi Allam e Giorgio Israel. Arabo il primo, ebreo il secondo. Diventato alfiere il primo della visione di una grande cospirazione dei radicali islamici contro il sistema occidentale, fautore il secondo - nella linea di Marcello Pera - di un´alleanza con il cattolicesimo conservatore per la difesa della tradizione (giudeo) cristiana dell´Europa. «Essere Movimento per la Vita - spiega Sorbi - non significa occuparsi solo dell´embrione, ma operare per una riconquista dell´egemonia nella società civile a vantaggio dell´antropologia e dei valori, basati sul cristianesimo e la razionalità laica». Di qui la necessità di riprendere in mano un´iniziativa che i movimenti cattolici avrebbero lasciato cadere e l´urgenza di contrastare il «buonismo dell´Azione cattolica, ormai culturalmente arretrata». Nuovi cavalli di battaglia, oltre la tutela della vita, dovranno essere il superamento del multiculturalismo, la democrazia, la sicurezza internazionale dopo l´11 settembre. Pollice verso, quindi, nei confronti delle posizioni anti-teocon espresse dal cardinale Tettamanzi al convegno ecclesiale di Verona e plauso totale alla linea di Ratzinger. Da buon lottacontinuista, mai dimentico delle tecniche di terrorismo verbale assembleare, Sorbi ha sferrato un attacco a freddo, durante i lavori di gruppo a Verona, contro la presunta prevalenza degli aderenti all´Azione Cattolica. Lasciando sbigottito il coordinatore del gruppo. Ma era solo una prova generale della prima uscita pubblica, prevista per l´8 novembre, in cui sarà attaccato «l´irenismo» di Caritas e Azione cattolica in tema di immigrazione islamica. Sarà dura opposizione al progetto di concedere la cittadinanza agli immigrati musulmani dopo cinque anni e verrà lanciata la proposta di un monitoraggio sul comportamento familiare e pubblico degli aspiranti cittadini islamici per verificare la loro sintonia con la Costituzione. «Né in Curia né in Questura - afferma Sorbi - ci si rende conto dell´aggressività delle bande giovanili islamiche nelle nostre periferie».
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