Le 100 Anne Frank – Roberto Malini Cairo Editore, Milano pagg. 208 Euro 15,00
Lo Yad Vashem, il museo di Gerusalemme che raccoglie la documentazione sul genocidio degli ebrei in Europa, è un luogo straordinario. Non è solo un monito all’umanità perché non si ripeta lo sterminio, ma riesce a restituire un’identità e un nome ai sei milioni di vittime della Shoah, grazie alle testimonianze di parenti, amici e conoscenti. Allo stesso modo il libro di Roberto Malini, “Le 100 Anne Frank”, attraverso l’archivio internet dello Yad Vashem, racconta la storia di 100 donne che portavano il cognome della ragazzina tedesca, Anne Frank appunto, che ha scritto il diario della sua clandestinità in un nascondiglio di Amsterdam, dove si era rifugiata per sfuggire alla persecuzione nazista. Le Anne, Chana, Hannah, Ani, Anita, Marianne, Susanna, Johanna di cui parla Malini non hanno scritto memorie, a volte di loro si sa poco o niente. Che erano bambine quando furono portate nei campi di concentramento, oppure adolescenti, donne nel fiore degli anni o ancora madri divise dai figli e straziate dalla consapevolezza di quanto stesse succedendo al loro popolo. Di Anne Frank condividono però la fine: sono state assassinate, morte di stento, di fucilazione, di asfissia nelle camere a gas nei campi di sterminio. Difficile trovare nelle pagine, che ci raccontano la vita di queste protagoniste, notizie intime delle loro esistenze.Sono coordinate scarne, che spesso danno solo notizia di nascita e trasferimenti. Ogni racconto aggiunge invece una pennellata sull’orrore della macchina nazista, messa in piedi per sterminare gli ebrei. Ogni fine evoca un campo di concentramento diverso: Auschwitz, Majdanek, Sobibor, Treblinka, Belzec, Chelmno, Bergen Belsen, dove morì anche la quindicenne autrice del Diario. Sulla Shoah non si sa mai abbastanza, ma il merito del libro di Malini è un altro: rende tangibili le storie di cento donne, avvicinandoci alle loro esistenze e ai loro patimenti, chiamando per nome il loro sacrificio.