L’ennesima dimostrazione che i terroristi vanno rispettati, vanno trattati meglio della democrazia israeliana. Ecco con quanta attenzione Il MATTINO del 25 ottobre 2006 si premura di non guastare agli occhi del lettore la dirigenza terrorista palestinese di Hamas. E’ tutto nel sottotitolo: “Hamas si scusa con il governo di Madrid”. Si badi bene, sempre nel sottotitolo, i responsabili dell’ennesimo rapimento sono soltanto un “gruppo radicale”
Ecco l'articolo:
PAOLA DEL VECCHIO Madrid. Un altro sequestro-lampo, ieri, nella Striscia di Gaza ad opera di miliziani estremisti. Emilio Fernandez Morenatti, di nazionalità spagnola, 37 anni, fotografo nelle zone di guerra per l’agenzia americana Associated Press, è stato rapito in mattinata da un gruppo radicale estremista. Indignata la reazione del presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, che ha dato personalmente l’ordine alle forze di sicurezza: «Cercatelo in ogni angolo di Gaza». A tarda sera, dopo ore di angoscia da parte della sua famiglia a Jerez in Andalusia, è stato consegnato a membri della sicurezza palestinese. Morenatti è l’ottavo reporter straniero vittima di un rapimento, una pratica che da due anni a questa parte è diventata ormai diffusa nella striscia di Gaza. È stato aggredito poco dopo le otto, mentre usciva dalla sua abitazione per salire sull’auto inviata a prenderlo dall’agenzia. «Siamo stati circondati da quatto uomini armati, uno gli puntava alla tempia una pistola - ha raccontato l’autista Majed Hamdan - i miliziani hanno preso le chiavi dell’auto e il mio cellulare, per impedirmi di dare l’allarme, mentre caricavano Morenatti su una Volkswagen bianca con la quale si sono dileguati». Immediate le ricerche da parte dei servizi di sicurezza mobilitati da Abu Mazen che, con il premier Ismail Haniyeh, dirigente di Hamas, ha duramente condannato il sequestro. Da parte sua, il ministro degli esteri Miguel Angel Moratinos aveva assicurato al Congresso di «aver posto in funzione tutti i meccanismi» per giungere a una liberazione del reporter. Sono stati inviati a Gaza due diplomatici del consolato di Gerusalemme per seguire da vicino gli sviluppi della vicenda. Moratinos ha avuto numerosi colloqui telefonici con Mazen e con esponenti politici e della polizia di Gaza. Attraverso il portavoce Ghazi Hammad, il governo palestinese aveva assicurato di fare tutto quanto in suo potere per garantire «la liberazione immediata e senza condizioni» del fotografo. Poi le scuse alla Spagna. «Non solo il governo, ma l’intero popolo palestinese condanna queste azioni, che danneggiano la sua immagine nel mondo», ha dichiarato Hammad. Contro il sequestro si è pronunciato anche il portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum. Fotografo con grande esperienza in zone di conflitto, Morenatti è stato fotoreporter dell’agenzia Efe e dal 2003 lavora con contratto a termine per la AP. Era stato a lungo in Afghanistan e da quasi due anni era giunto nei territori palestinesi, alternando le missioni fra Gaza e la Cisgiordania. L’unica parentesi dal conflitto in Medio Oriente, era stata la copertura dei Mondiali in Germania. Sono una ventina gli stranieri, fra i quali otto giornalisti, sequestrati dai miliziani palestinesi dall’agosto scorso, da quando Israele ha lasciato la striscia di Gaza. Il caso più recente è stato quello dei giornalisti della catena statunitense Fox, Steve Centanni e Olaf Wilg, liberati il 28 agosto scorso, dopo essere stati «convertiti» all’Islam sotto minaccia dei rapitori dichiaratisi membri delle fino ad allora sconosciute «Brigate della sacra Yihad». Intanto, a sud di Gaza, è tornata la calma dopo che all’alba di ieri i militari israeliani, impegnati da una settimana nella ricerca di tunnel usati per il contrabbando di armi, hanno concluso la perlustrazione e fatto ritorno nel Naghev. Ed è stato riaperto il valico di Rafah varcato fra i primi dal ministro degli interni Said Siam, un «falco» di Hammas
Non manca l’ennesima notizia choc, l’ennesima bufera in Israele (Il MATTINO ne seganala quasi una al giorno...): “Visita coniugale in carcere per il killer di Rabin”; “SDEGNO IN ISRAELE: INCONTRO DI 10 ORE IN UNA CELLA SPECIALE” :
Polemica e sdegno in Israele. Yigal Amir, l'assassino del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, ha ottenuto il permesso ad una prima «visita coniugale» in carcere della moglie Larissa Trimbobler. La visita, di dieci ore, è iniziata ieri mattina in una delle cinque stanze speciali messe a disposizione per gli incontri privati fra coniugi nel carcere di Ayalon, dove l'estremista israeliano sta scontando l'ergastolo. La stanza è munita di letto matrimoniale, televisore e bagno privato con doccia. L'assassino di Rabin, in carcere dall'omicidio del 4 novembre 1995, si è sposato per procura durante la prigionia con la Trimbobler, madre di quattri figli che per lui ha chiesto il divorzio dal primo marito.La coppia si batteva da due anni, prima per ottenere il riconoscimento del matrimonio e poi per avere la possibilità di fare dei figli.
Infine, una segnalazione merita lo spazio ridicolo riservato a una notizia molto grave: la scarcerazione di alcuni terroristi, in Indonesia, responsabili del massacro di Bali (circa 200 persone morte ammazzate). La notizia è relegata in un angolo in fondo alla pagina e in questo non c’è choc. Inoltre, significativo è il titolo dell’articolo: “Scarcerati due terroristi della strage di Bali”. “Terroristi”? Abbiamo letto bene? Ricapitoliamo: se si uccidono intenzionalmente civili innocenti si è “terroristi”, ma se questi civili sono ebrei o israeliani si è, invece, “radicali”, “miliziani”, estremisti” …. Questo è il vocabolario a cui Il MATTINO ha abituato i suoi lettori.
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Mattino