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Il Giornale Rassegna Stampa
26.10.2006 Un altro passo dell'Iran verso il nucleare
mentre l'Argentina accusa l'ex presidente della Repubblica islamica Rafsanjani (ed Hezbollah) per la strage antisemita del 1994

Testata: Il Giornale
Data: 26 ottobre 2006
Pagina: 15
Autore: Gian Micalessin - la redazione
Titolo: «L'Iran: pronta un'altra centrifuga nucleare - Buenos Aires accusa l'Iran»

Dal GIORNALE del 26 ottobre 2006:

Le Nazioni Unite discutono, l'Europa e l'America bisticciano, l'Iran tira dritto per la propria strada e, ancora una volta, prende tutti in contropiede. L'Agenzia internazionale per l'Energia atomica l'aveva già segnalato una settimana fa. Secondo le informazioni “intercettate” agli esperti dell'Onu i tecnici del laboratorio di Natanz si preparavano ad assemblare una seconda catena di 164 centrifughe collegate a cascata per l'arricchimento dell'uranio. I sospetti sono stati confermati ieri da alcuni funzionari iraniani citati dall'Isna, l'agenzia di stampa delle università iraniane. «Questa settimana - hanno spiegato i funzionari - immetteremo il gas nelle centrifughe e ne utilizzeremo il prodotto». Gli ingegneri nucleari di Natanz si preparano, insomma, a inserire una miscela gassosa di “yellow cake” nelle turbine per ricavarne una piccolissima porzione d'uranio arricchito. La mossa iraniana era stata anticipata lunedì dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che, seppur senza citare esplicitamente la nuova linea di centrifughe a cascata, aveva inneggiato alle capacità del Paese di superare gli ostacoli frapposti dall'Occidente. «I nemici sfruttano la propaganda per impedirci di raggiungere la tecnologia nucleare, ma oggi le capacità della nostra nazione si sono moltiplicate di dieci volte rispetto a un anno fa». Il presidente George W. Bush ha intanto categoricamente escluso qualsiasi trattativa se l'Iran non sospenderà tutte le attività nucleari. «Se bloccheranno l'arricchimento in maniera verificabile - ha però aggiunto - gli Stati Uniti si siederanno al tavolo con loro». Dal punto di vista finale la nuova catena di centrifughe non è un gran passo avanti. Per superare la fase della sperimentazione e produrre l'uranio necessario ad alimentare un reattore o quello, arricchito oltre l'80%, indispensabile per innescare un'esplosione nucleare, i tecnici di Natanz dovranno allestire almeno 50mila centrifughe collegate a cascata. La mossa dimostra però la capacità tecnologica d'intraprendere la strada dell'arricchimento e la volontà di continuare a ignorare avvertimenti ed eventuali sanzioni internazionali. Il “raddoppio” iraniano arriva a pochi giorni dalla discussione al Consiglio di Sicurezza della risoluzione contenente le prime misure d'embargo ai danni della Repubblica islamica. Mentre l'Iran marcia senza esitazioni il mondo appare, però, diviso e incerto. Le indispensabili alchimie necessarie per evitare un veto di Russia e Cina, partner militari e commerciali di Teheran, dividono Europa e America. Al centro della nuova diatriba c'è la centrale nucleare iraniana di Busher costruita dal governo russo in cambio di un contratto da 800 milioni di dollari. Per evitare un sicuro «no» di Mosca alle sanzioni, Gran Bretagna, Francia e Germania hanno esentato dall'embargo i lavori per il completamento della centrale. La decisione ha provocato la reazione seccata degli Stati Uniti convinti che si debba approvare, pur non spiegando come, una risoluzione estesa anche alla tecnologia e alla manodopera russa impiegata nei cantieri di Busher. «Bisogna capire dove si vuol tirare la linea, sarà difficile permettere la costruzione della centrale e poi vietarne le forniture di carburante», facevano notare martedì i seccati funzionari americani. Di fronte ai dubbi americani, Francia, Gran Bretagna e Germania hanno deciso di andar avanti da sole nella preparazione della risoluzione. Dal loro punto di vista la questione più importante è la capacità di far votare una prima chiara mozione di condanna. Soltanto il voto di quelle prime sanzioni permetterà di inasprire le misure se Teheran continuerà a non rispettare le richieste del Consiglio di Sicurezza. «L'Iran non ha risposto alle domande della comunità internazionale – ha detto il cancelliere tedesco Angela Merkel - e dunque non vi è altra scelta che procedere verso le sanzioni». Il premier inglese Blair ha invece promesso al suo Parlamento il voto di una risoluzione adeguata e vincolante.

Sempre dal GIORNALE una notizia che riguarda l'ex presidente iraniano Rafsanjani, considerato un "pragmatico":

Buenos Aires. Il capo della procura argentina ha formalmente accusato l'Iran e le milizie sciite libanesi di Hezbollah dell'attentato del 1994 alla sede di Buenos Aires della Lega ebrei d'Argentina (Amia), in cui persero la vita 85 persone e altre 300 furono ferite. «Riteniamo provato che la decisione di condurre l'attacco del 18 luglio 1994 contro l'Amia fu presa al più alto livello dalle autorità della Repubblica islamica dell'Iran, che dettero ordine a Hezbollah di eseguirlo», ha affermato il capo della procura, Alberto Nisman. I magistrati inquirenti hanno chiesto l'arresto delle massime autorità iraniane del tempo, tra cui l'allora presidente Ali Rafsanjani. Nessuno è stato mai processato per quello che è stato l'attacco terroristico più grave nella storia dell'Argentina.

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