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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
23.10.2006 La Francia minaccia Israele
intento il governo di Olmert ammette l'uso (del tutto legale) di bombe al fosforo in Libano, contro obiettivi militari e in campo aperto

Testata: Corriere della Sera
Data: 23 ottobre 2006
Pagina: 14
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Francia contro Israele: fermate i geti sul Libano»

Dal CORRIERE della SERA del 23 ottobre 2006, una corretta cronaca di Davide Frattini.
Mentre la Francia, decisa a ignorare i rifornimenti di armi a Hezbollah che transitano dal confine siriano, minaccia Israele per i voli di ricognizione sul Libano volti a monitorarli, Tsahal ammette l'uso di bombe al fosforo nella recente guerra contro il gruppo terroristico.
Limitato a obiettivi militari in campo aperto: dunque perfettamente legale.
Circostanza che non viene ricordata in un sottotitolo al quanto impreciso "Gerusalemme ammette l'uso di bombe al fosforo".
Meglio REPUBBLICA, che titola "Abbiamo usato bombe al fosforo", ma precisa "Libano, prima ammissione di Israele:  "Ma è stato legale" (sottotitolo) e "Il ministro per i rapporti con la Knesset: "Lanciate solo in campo aperto". La Cnn aveva trasmesso immagini choc di ustionati" (occhiello)

Ecco il testo:

  
GERUSALEMME — «Avete visto? Non è vero che le truppe francesi sono in Libano per starsene con le mani in mano». La battuta gira a Gerusalemme tra i ministri del governo, dopo le minacce arrivate da Parigi contro le sortite oltreconfine dei jet israeliani. «I nostri piloti continueranno a volare sopra il Sud del Paese — ha ripetuto ieri il ministro della Difesa Amir Peretz —. Sono operazioni legittime, perché i tentativi di far arrivare armi ai miliziani dell'Hezbollah continuano».
Davanti alla commissione Esteri e Difesa della Knesset, Peretz aveva dichiarato che i caccia passano sulle zone di frontiera vicino alla Siria per controllare i punti di passaggio. «Andremo avanti, fino a quando la risoluzione 1701 non sarà completamente applicata». Fonti dello Stato Maggiore spiegano che le ricognizioni servono a scattare fotografie e a raccogliere informazioni di intelligence.
I francesi sostengono che i voli mettano in pericolo il cessate il fuoco, stabilito dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu il 14 agosto, dopo trentaquattro giorni di conflitto. Il generale Alain Pellegrini, che comanda i caschi blu dell'Unifil, tra i quali ci sono i soldati italiani, ha spiegato al Palazzo di Vetro che le batterie antiaeree francesi sono già dispiegate e che le regole di ingaggio potrebbero venire modificate per permettere ai militari di aprire il fuoco. Il suo ministro della Difesa, Michèle Alliot-Marie, ha precisato di escludere l'uso della forza per far cessare «le violazioni dello spazio aereo sovrano del Libano». E ha insistito sui rischi per la tregua: «Le sortite sono estremamente pericolose. Possono essere vissute come ostili da parte delle truppe della coalizione, che potrebbero essere costrette a reagire in autodifesa e questo sarebbe un incidente molto grave». Secondo Parigi, i jet israeliani potrebbero essere anche considerati una provocazione da parte degli Hezbollah: «Non diamo un pretesto perché la risoluzione non venga più rispettata». Anche il presidente Jacques Chirac è intervenuto: «La decisione del Consiglio di Sicurezza va applicata nello spirito e nella lettera. Le missioni dell'aviazione sono contrarie alla 1701». Gli israeliani replicano che il testo approvato all'unanimità a New York prevede anche il disarmo dell'Hezbollah, il ritorno a casa dei due soldati rapiti e lo stop ai trasferimenti di armi. «Solo allora ci fermeremo».
Il governo di Ehud Olmert ha ammesso per la prima volta di aver utilizzato bombe al fosforo durante il conflitto. «Tsahal dispone di munizioni al fosforo di vario tipo — ha dichiarato Yaakov Edri, ministro per i Rapporti con il Parlamento in risposta a un'interpellanza del partito di sinistra Meretz —. Quest'estate l'esercito ha fatto ricorso a queste bombe solo per colpire obiettivi militari in campo aperto».
I medici libanesi avevano denunciato che negli ospedali erano stati ricoverati diversi feriti con ustioni causate probabilmente dal fosforo bianco. «La Convenzione di Ginevra ne vieta l'uso contro i civili o i militari che si trovano in zone abitate — ha spiegato Edri —. Abbiamo rispettato queste norme».

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