L'Occidente di fronte all'integralismo islamico l'analisi di Beppe del Colle
Testata: Famiglia Cristiana Data: 20 ottobre 2006 Pagina: 0 Autore: Beppe Del Colle Titolo: «La paura ossessiva dello scontro di civiltà»
Famiglia Cristiana on line nel n. 43 pubblica un articolo a firma di Beppe Del Colle intitolato “La paura ossessiva dello scontro di civiltà”. Il giornalista analizza l’attuale situazione mediorientale con l’inasprimento del terrorismo e del fondamentalismo islamico. La libertà di pensiero e di espressione, la tolleranza in ambito religioso e il rispetto dei valori fondanti dell’individuo, rappresentano l’unica barriera che l’Occidente democratico può e deve opporre al dilagare dell’integralismo islamico.
Nella primavera del 2003, a proposito della guerra appena cominciata in Irak, scrivemmo che essa «risulterà infine, insieme, insensata, feroce e inutile». Previsione facilissima, che ci provocò messaggi di lettori che non erano d’accordo, qualche polemica e l’invito a un talk show televisivo, per giustificarci.
Adesso, la ricerca di un’università americana rivela che la media annuale dei decessi in quel Paese si è moltiplicata per quasi tre volte in questi tre anni, soprattutto fra i maschi dai 15 ai 44 anni; non passa giorno che non ci siano decine di morti di civili per attentati; e il comandante in capo delle truppe inglesi impegnate in Irak pensa che sia l’ora di andarsene, perché la loro presenza provoca soltanto un continuo aumento del terrorismo.
Ma non basta. Non si è solo dilatato il terrorismo in Irak, si è anche intensificato l’attacco del fondamentalismo islamico in molti Paesi dell’Occidente, soprattutto in Europa, dove Governi e opinioni pubbliche scoprono con crescente angoscia un dilemma per loro inedito: va più tutelata la sicurezza o la libertà di pensiero e di espressione?
Gli esempi sono quotidiani, non vale la pena di ricordarli uno a uno (basti citare il divieto di rappresentare a Berlino l’opera lirica di Mozart, Idomeneo, in cui si figura Maometto giustiziato insieme ad altre grandi figure religiose, come Gesù).
Ma dall’episodio della scuola araba di Milano alla bocciatura da parte della Cassazione di una sentenza di assoluzione di un presunto terrorista arabo, alle discussioni intorno al premio Nobel assegnato allo scrittore turco Pamuk, ai divieti del velo nelle scuole, fino all’assurdo della hostess britannica sospesa dal servizio, perché porta un piccolo crocifisso al collo: tutto quanto accade in mezzo a noi è condizionato dalla paura ossessiva dello "scontro di civiltà".
Persino la questione della bomba nucleare nordcoreana (che potrebbe essere anche un bluff del "caro leader" della peggiore delle dittature comuniste rimaste) è legata all’immagine di un’umanità alle prese con il fanatismo nazionalistico così spesso coniugato con quello religioso: basti il sospetto che la Corea del Nord possa vendere a organizzazioni terroristiche, come Al Qaida, le sue conoscenze e i suoi materiali fissili, così come commercia in armi convenzionali, droga, riciclaggio di denaro sporco.
È insomma una situazione in cui desta orrore, ma non sorpresa, la feroce esecuzione di un prete cristiano ortodosso iracheno, al culmine di un incessante invito, scritto in tutte le moschee di Mosul: «Cristiani andate via dall’Irak finché siete in tempo» (decine di migliaia ne sono già venuti via). Tutto questo, dopo lo "scandalo" del discorso di Benedetto XVI a Ratisbona, dove il Papa non fece che citare un fatto storico del tardo Trecento (il colloquio fra un imperatore bizantino e un intellettuale musulmano in cui non era in discussione la fede, ma la ragione, cioè l’esercizio della mente umana sulla storia, in particolare sui metodi di conversione a una religione).
Un fatto, in sé, per secoli lecito in un mondo cristiano abituato a ragionare su sé stesso, fino alla richiesta di scuse da parte di Giovanni Paolo II per le colpe passate della Chiesa. Oggi leggiamo su Esprit un equilibrato scritto in cui l’intellettuale musulmano Abdelwahab Meddeb, abituato a ragionare senza fanatismi, ricorda che l’antisemitismo islamico cominciò presto, cioè «con il massacro degli ebrei a Medina, sotto la guida stessa del Profeta». Rischia una condanna a morte?
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione di Famiglia Cristiana famigliacristiana@stpauls.it