Le armi italiane al Libano, puntate contro Israele un articolo di Dimitri Buffa e una lettera da prendere come modello
Testata: L'Opinione Data: 19 ottobre 2006 Pagina: 7 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Israele accusa Prodi: “Vende armi al Libano”»
L'OPINIONE del 19 ottobre 2006 puubblica una rticolo di Dimitri Buffa sulle vendite di armi italiane al Libano
Altro che equivicinanza. Oramai tra il governo Prodi e lo stato di Israele le distanze si sono fatte abissali. Tanto che c’è da domandarsi quando scoppierà il caso diplomatico. Almeno se verranno confermate le notizie date ieri da Debka.com, il sito internet vicino allo Shin Bet e al Mossad, che accusa l’Italia, anzi più precisamente il premier Romano Prodi di avere dato istruzioni al suo fido ministro della Difesa Arturo Parisi di vendere rapidamente al governo di Fouad Siniora una fornitura di alcune batterie contraeree di missili Aster 15 che dovrebbero impedire le ricognizioni aeree dell’aviazione con la stella di Davide sulla valle della Bekaa in attesa che si dispieghino le forze dell’Unifil per monitorare i movimenti oltre confine dei terroristi dell’Hezbollah. Conferma autorevole della notizia viene dal fatto che il capo di stato maggiore libanese Michel Suleiman si è personalmente congratulato con il suo premier “per gli sforzi economici, diplomatici e militari fatti in questi mesi per dotare il paese di nuove armi di deterrenza contro il nemico sionista”. Insomma, vendiamo armi che dovranno servire a difendere con un deterrente servizio di contraerea le postazioni di Nasrallah da possibili attacchi israeliani. A tanto è arrivata la folle politica ormai dichiaratamente filo-terrorista dell’esecutivo in carica. Il prodotto che l’Italia ha intenzione di vendere a Fouad Siniora, premier del Libano, è in realtà una fabbricazione franco-italiana.
Le fonti romane dei servizi israeliani sono prodighe di particolari e sembra che il nostro paese sia disposto a mettere a disposizione, oltre alle batterie di missili, anche il know how per farli funzionare e persino degli istruttori italiani che dovrebbero impratichire l’esercito, formato per oltre il 50% da sciiti non molto distanti dalle posizioni filo iraniane di Hassan Nasrallah. Sarebbe la prima volta che simili sofisticati sistemi di armamento potrebbero entrare in diretto possesso di estremisti e terroristi islamici della fazione sciita khomeinista. Secondo altre fonti di intelligence americana, l’esercito libanese presto potrebbe avere anche, dalla Francia stavolta, potenti missili anti-carro per prevenire nuove avanzate israeliane all’interno dei propri confini alla caccia di terroristi Hezbollah. In pratica l’Europa ha compiuto il miracolo di armare da una parte i terroristi foraggiati da stati canaglia come Iran e Siria che operano senza disturbo in Libano, e di indebolire dall’altra la possibile capacità di reazione di Israele in caso di altri attacchi da parte di Hezbollah o anche dei pasdaran iraniani i cui corpi sono stati trovati a decine in mezzo alle macerie dell’ultima guerra in Libano. E difatti per non essere di meno dell’Italia anche i francesi, secondo fonti della Difesa israeliana, avrebbero minacciato nei giorni scorsi di abbattere aerei con la stella di Davide in ricognizione sui cieli del Libano.
Tutto questo iper attivismo però è solo contro il nemico sionista, perché dall’altra parte nessuno ha veramente intenzione di disarmare gli Hezbollah. Incredibilmente per ora pare che il governo di Ehud Olmert abbia intenzione di mandare giù il boccone anche perché l’intera classe politica, di governo e non, è stata ridicolizzata dagli ultimi eventi. E sta nel caos per la conduzione disastrosa della guerra di luglio e per gli episodi tra il delinquenziale e la pochade grottesca di cui è accusato il presidente della Repubblica Moshe Katsav. Insomma è un momento buono per gli avvoltoi anti-israeliani di sinistra per colpire lo stato di Israele. L’unica circostanza che può avere un vago sapore polemico nei confronti del nostro paese è rappresentata dal ritardo inusuale dell’insediamento del nuovo ambasciatore a Roma Gideon Meir, il successore di Ehud Gol. Pare che dovrebbe presentare le proprie credenziali ai primi di novembre, ma intanto sono tre mesi che la rappresentanza diplomatica di Roma è vacante. Infine qualche dettaglio tecnico sugli Aster 15: sono di ultima generazione e vengono costruiti in Italia dal gruppo Alenia della Finmeccanica. Hanno una testata da 3 chili e mezzo e una velocità massima di oltre 3600 chilometri orari. Sono missili a due stadi con propellente “booster” e sono gli unici al mondo capaci di correzione di rotta verso il bersaglio anche a pochi istanti dall’impatto. Insomma dei gioiellini che finiranno quasi sicuramente in mano ai terroristi islamici. La prossima volta che Osama bin Laden o chi per lui vorrà buttare giù qualche grattacielo in America o in Israele è inutile che perda tanti anni, come ha fatto con Mohammed Atta, ad addestrare piloti suicidi. Stavolta glieli mandiamo noi i missili per l’attacco. E magari pure gli istruttori.
Anche Libero, la Padania e L'Opinione pubblicano articoli su questa vicenda.
Di seguito, riportiamo un modello di lettera inviata in questo caso al Corriere della Sera nel quale si chiede che l'argomento venga affrontato.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a scrivere al proprio quotidiano di riferimento.
G.le redazione del Corriere
Scrivo in riferimento ad una notizia a mio avviso inquietante. Ho letto sul quotidiano "Libero" che cita il sito internet israeliano DEBKA che missili prodotti in Italia e in Francia verranno venduti all'esercito libanese. Questa notizia è confermata? In caso fosse vera perché non è stata pubblicata nel vostro quotidiano data la notevole importanza che può avere dal punto di vista delle relazioni internazionali e del rapporto con lo Stato di Israele?
Distinti saluti
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