ho letto con interesse la lettera della Signora Maria Pia Bernicchia sulla controversia circa l'ingresso della Turchia nella Ue e sono sostanzialmente d'accordo con le sue conclusioni: la Francia e l'Ue non hanno certamente l'autorità morale per rinfacciare al Governo turco le responsabilità dei loro predecessori riguardo lo sterminio degli armeni, specie se, oltre all'antisemitismo strisciante nel nostro continente, aggiungiamo il fatto che l'Ue intrattiene cordiali rapporti diplomatici ed economici con l'Iran di Mahmud Ahmadinejad, il quale, come è noto, oltre a negare sfacciatamente la realtà storica della “soluzione finale”, ha manifestato il criminale proposito di proseguire l'opera di Adolf Hitler dichiarando di voler distruggere lo Stato di Israele. Tuttavia mi permetto di aggiungere una considerazione personale. Se è certamente vero che sarebbe insensato imputare una qualche colpa all'attuale Governo del Primo Ministro Recep Erdogan per i crimini commessi dal sultano Abdul Hamid prima (1894) e da Enver Pascià e Talaat Bey dopo (1915), nondimeno ritengo che gli statisti turchi non possano trincerarsi dietro argomentazioni del tipo “chi è senza peccato scagli la prima pietra” per continuare a rifiutare di riconoscere la verità storica del genocidio del popolo armeno. Con l'ammissione di tali argomentazioni non si sarebbe fatto il processo di Norimberga, visti i numerosi stracci nel bucato (discriminazione razziale negli Usa; antisemitismo in Francia; complicità dell'Urss nella distruzione della Repubblica polacca ad opera del Terzo Reich oltre all'occupazione militare degli Stati Baltici e alla guerra di aggressione alla Finlandia, tanto per citarne qualcuno) dei Paesi da cui provenivano giudici e procuratori che giudicarono e condannarono gli odiosi delitti del nazionalsocialismo. Il problema, come osserva giustamente la Signora Bernicchia, non consiste nell'inammissibilità della Turchia nell'Ue per ragioni morali; il problema, a mio avviso, sta nel fatto che un Paese democratico non può permettersi il lusso di sorvolare su tremendi fatti storici come il genocidio di un popolo. Che penseremmo di un futuro Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca il quale negasse o anche solo ridimensionasse lo sterminio delle comunità ebraiche europee compiuto da Hitler giustificandosi con il fatto che l'antisemitismo oltre che in Germania alligna anche in altri Paesi?