Prodi, Chirac, Ahmadinejad, Nasrallah: che poker d'assi! dall'Italia e dalla Francia armi al Libano, puntate contro Israele: lo sostiene il beninformato sito Debka
Testata:Libero - Informazione Corretta Autore: Angelo Pezzana Titolo: «Missili terra-aria agli Hezbollah Venduti da Prodi»
Da LIBERO del 18 ottobre 2006:
L'agenzia israeliana Debka, di solito molto affidabile, ci informa che il nostro Presidente del Consiglio Romano Prodi ha dato incarico al ministero della difesa l'incarico di trattare con il premier libanese Fuad Sinora la vendita di quindici missili terra-aria, la cui finalità sarà quella di impedire a Israele il monitoraggio delle attività terroristiche sul territorio libanese. Si chiamano Aster, sono di produzione franco-italiana, e sono lo strumento più sofisticato che esiste oggi sul mercato delle armi terra-aria, in grado di intercettare l'obiettivo con un sistema di guida capace di correggere la traiettoria sino all'ultimo istante. Nel nostro paese sono prodotte da Alenia/Finmeccanica, in Francia da Thompson-Csf. Se avevamo dei dubbi sulla natura dei colloqui Prodi-Siniora durante il loro recente incontro a Beirut, la risposta adesso la conosciamo. Prodi avrebbe addirittura raccomandato di fare in fretta, dopo che anche Chirac ha dato la sua approvazione. Con i missili il nostro governo invierà anche degli istruttori che insegneranno ai libanesi come usarli. Dato che il 50% delle forze armate libanesi sono sciite, alleate quindi di Hezbollah, la notizia può tranquillamente essere letta così: Romano Prodi vende a Hezbollah 15 missili terra-aria dalla tecnologia più avanzata sul mercato occidentale, che verranno usati per colpire gli aerei israeliani che controllano il movimento sul territorio libanese del traffico clandestino di armamenti. Lo ha confermato lo stesso capo di stato maggiore libanese, generale Michel Suleiman, quando il 13 ottobre scorso ha lodato il governo Siniora per tutti gli «straordinari sforzi» che sta facendo per dotare l'esercito di nuove armi che possano colpire meglio le forze di difesa israeliane. Se a questo aggiungiamo la denuncia di Amir Peretz, che lunedì alla Knesset ha affermato che le truppe francesi dell'Unifil hanno avuto ordine di far fuoco contro gli aerei israeliani in perlustrazione, allora la funzione della tregua diventa ancora più chiara, e dà ragione a chi la interpretava come una decisione che avrebbe avuto l'unica finalità di dare a Hezbollah il tempo di riorganizzarsi.
Di seguito, riportiamo il commento alla vicenda della redazione di Informazione Corretta: Il sito Debka ha lanciato una informazione che, se confermata, costituirebbe un motivo di gravissima perplessità sul ruolo che Italia e Francia intendono giocare nello schacchiere mediorientale.
Fonti romane hanno affermato che il presidente del Consiglio Prodi avrebbe autorizzato il ministro della Difesa Parisi a negoziare col governo libanese una immediata vendita di batterie “Aster 15”, l’unico missile terra-aria di produzione occidentale ( Aerospatiale Thompson-CSF ed Alenia-Finmeccanica) con un sistema di guida attiva che consente anche correzioni di rotta in volo allo scopo di colpire il bersaglio.
La fornitura di questo missile di produzione italo-francese prevederebbe anche l’invio di istruttori italiani per insegnarne l’uso ai libanesi.
Questa notizia, associata all’altra di poche settimane or sono in cui le forze francesi aggregate all’UNIFIL avevano minacciato di abbattere gli aerei israeliani che sorvolassero il territorio libanese, messa in parallelo con le dichiarazioni degli Hezbollah che confermano di riarmarsi in maniera massiccia e con lo scaricabarile (che sostanzialmente è un rifiuto) dell’UNIFIL per quanto riguarda il controllo del disarmo degli Hezbollah, significa solamente una cosa: l’UNIFIL, ora comandata dai francesi e dal 1 gennaio sotto comando italiano, sarà una forza di interposizione che consentirà agli Hezbollah ogni violazione della risoluzione dell’ONU ed impedirà ad Israele qualsiasi forma di autodifesa attiva e di controllo della pericolosità reale del nemico.
Se si considera che l’esercito libanese, destinatario di questa fornitura, in realtà è composto in gran parte da sciiti, che il governo libanese non ha la forza (e neppure la volontà politica) di imporre limitazioni alle milizie Hezbollah, che infine non esistono concrete possibilità di controllare chi sarà l’utilizzatore finale di questi micidiali missili, la conclusione possibile è solamente una: invece di bloccare i rifornimenti missilistici e di altre armi e munizioni che partendo dall’Iran raggiungono gli Hezbollah, i due principali stati che militarmente e politicamente si rendono garanti della situazione nel Libano meridionale a nome e per conto dell’ONU si allineano con Ahmadinejad e divengono essi stessi fornitori di armi sofisticate da usare contro Israele.
Nel corso della sua breve visita in Italia all’epoca in cui si stava discutendo la composizione della forza di interposizione il ministro degli Esteri d’Israele Zipi Livni aveva detto in una conversazione privata che non prestava molta attenzione al fatto che alla guida dell’UNIFIL vi potesse essere un paese ostile ad Israele: Israele, disse, sapeva difendersi da solo e non chiedeva a nessuno, neppure all’ONU, di difenderlo dal nemico. Ma forse oggi anche lei si dovrà ricredere.
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