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La Stampa Rassegna Stampa
18.10.2006 Verso una "Norimberga di Al Qaeda"
Bush firma la legge che porterà davanti ai tribunali i terroristi islamisti

Testata: La Stampa
Data: 18 ottobre 2006
Pagina: 13
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Ora Bush legalizza Guantanamo»

Da La STAMPA del 18 ottobre 2006:

«Firmo in memoria delle vittime dell'11 settembre». Pronunciando queste parole nella East Room della Casa Bianca il presidente americano, George W. Bush, ha promulgato il «Military Commissions Act», la nuova legge del Congresso che consente alla Cia di mantenere le prigioni e interrogare i terroristi detenuti ponendo le basi legali per la celebrazione dei processi ai leader di Al Qaeda.
«Grazie a questa legge i responsabili dell'assassinio di circa 3000 innocenti saranno portarti di fronte alla giustizia» ha detto il presidente, facendo trapelare l'intenzione di iniziare la «Norimberga di Al Qaeda» in tempi stretti, prima di lasciare la Casa Bianca a fine 2008.
Sono due i perni della legge. Primo: riguardo agli interrogatori da parte della Cia prevede la protezione dei detenuti da abusi gravi come «violenze carnali, torture, trattamenti crudeli e inumani», ma nega loro il diritto all'assistenza legale e consente al presidente Usa di «interpretare il significato e l'applicazione» delle convenzioni internazionali, a partire da quella di Ginevra, per autorizzare metodi di interrogatorio più aggressivi se necessario. Secondo: sui processi prevede che siano «giusti, legali e necessari», ma priva gli imputati del diritto di appellarsi alle norme dell'Habeas Corpus per contestare la propria detenzione come «illegittima».
La legge è stata voluta dalla Casa Bianca e approvata dal Congresso a maggioranza repubblicana per far fronte alle obiezioni sollevate dalla Corte Suprema sulla legalità delle corti militari speciali che dovranno processare 14 leader di Al Qaeda e oltre 400 detenuti di Guantanamo.
Ma la reazione dell'Unione americana per le libertà civili (Aclu) è molto critica. «È una delle leggi peggiori mai approvate nella storia americana», ha accusato il direttore Anthony Romero, affermando che «la gravità sta nel fatto che adesso il presidente può, con l'approvazione del Congresso, detenere a tempo illimitato persone a cui non è stata formulata alcuna accusa, sospendere le norme che impediscono gli abusi più terribili, consentire processi sulla base di dicerie, autorizzare giudici a emettere condanne a morte sulla base di affermazioni raccolte da detenuti picchiati e respingere petizioni formulate in base all'Habeas Corpus», il pilastro del diritto anglosassone che tutela il diritto del singolo di difendersi dai soprusi. «Nulla potrebbe essere più lontano dai valori americani», ha aggiunto Romero.
Mentre Bush firmava, fuori della Casa Bianca alcuni gruppi religiosi manifestavano accusando il presidente di essere «il vero terrorista» e 15 di loro sono stati arrestati quando hanno rifiutato di allontanarsi.
Per far fronte alle critiche è possibile che il presidente pubblichi nei prossimi giorni un «ordine esecutivo» per spiegare nei dettagli l'applicazione della legge.
Ma al momento il «Military Commission Act» serve alla Casa Bianca per riportare l'attenzione del grande pubblico sulla lotta al terrorismo e tentare di far riguadagnare terreno ai repubblicani, dati perdenti dai sondaggi in vista del voto del 7 novembre sul rinnovo parziale del Congresso.
A esprimere invece un'opinione in sintonia con la nuova legge è stato l'ex presidente democratico Bill Clinton, che in un'intervista alla radio Npr si è detto favorevole a consentire all'inquilino della Casa Bianca di decidere in casi specifici il ricorso alla tortura. «Supponiamo - ha detto Clinton - che sia stato catturato il vice di Osama bin Laden, che è al corrente di un attacco che avverrà entro tre giorni in Europa o negli Usa. Ora, si tratta dello scenario nel quale il presidente può avere bisogno del diritto di avvalersi della tortura per salvare delle vite innocenti».
Subito dopo gli attentati dell'11 settembre fu il giurista liberal di Harvard, Alan Dershowitz, il primo a ipotizzare simili situazioni estreme, proponendo l'istituzione di «ordini di tortura» presidenziali.

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