Minacce a Renato Farina da gruppi islamici estremisti
Testata: La Stampa Data: 17 ottobre 2006 Pagina: 15 Autore: un giornalista Titolo: «Scortato l’agente Betulla «Ha ricevuto intimidazioni»»
Da La STAMPA del 17 ottobre 2006:
Allontanato dalle trasmissioni di Gad Lerner, depennato dalla gerenza del quotidiano Libero, il giornale di Vittorio Feltri in cui ricopriva l’incarico di vicedirettore, sospeso per un anno dall’albo dei giornalisti professionisti, coinvolto nella torbida vicenda del rapimento dell’imam egiziano Abu Omar come informatore del Sismi e con lo pseudonimo di «betulla», Renato Farina, da tre mesi a questa parte è costretto anche ad andare in giro scortato. Seguito con discrezione in ogni minimo spostamento da uomini delle forze dell’ordine che si occupano della sua incolumità. Tutta colpa di oscure minacce provenienti probabilmente da ambienti estremistici islamici e intercettate dall’antiterrorismo della Digos che hanno indotto il consiglio provinciale per la sicurezza di Milano, presieduto dal Prefetto, a stendere una «leggera» rete di protezione intorno al giornalista, tecnicamente niente di più di una «tutela». Farina, per ora, preferisce non parlarne. La questione è infatti assai delicata e ancora al vaglio degli inquirenti. Del resto l’ex vicedirettore di Libero non ha mai fatto mistero delle proprie posizioni di cattolico praticante e di uomo assolutamente intransigente nei confronti del mondo islamico. E probabilmente ad attirare le sgradevoli attenzioni di qualche fanatico sono stati i suoi articoli, nonché i rapporti frequenti con esponenti cristiani del mondo arabo, ben più che la sua attività di «informatore» di «quel poveraccio», come lo definisce lui stesso, di Pio Pompa, il funzionario del Sismi al quale Farina riferiva notizie sulle inchieste anti-terrorismo dei magistrati milanesi. Al centro dell’attenzione dei fondamentalisti potrebbe essere stata dunque la sua attività di giornalista. Anche se, indubbiamente, la pubblicità negativa dei suoi movimenti paralleli come informatore dei servizi segreti, «impegno» che per settimane lo ha portato sulle prime pagine dei giornali, non lo ha aiutato. Se c’era qualcuno intenzionato a fargli del male fisicamente, la vicenda Abu Omar ha contribuito a rendere più incandescente il clima intorno alla sua persona. E in questi casi, si sa, l’esaltato di turno o il fanatico pericoloso pronto a compiere un gesto clamoroso, non mancano mai. «Minacce e insulti ne ho sempre ricevuti», dice Farina, «ma non mi hanno mai destato preoccupazione». Questo caso però è diverso: non è stato lui a chiedere protezione o a presentare specifiche denunce ma sono state le forze dell’ordine a decidere di proteggerlo. E Farina, questa volta sì un po’ preoccupato, ha dovuto accettare.
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