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La Stampa Rassegna Stampa
16.10.2006 Hezbollah prepara la prossima guerra, l'Unfil è impotente
un articolo di Fiamma Nirenstein

Testata: La Stampa
Data: 16 ottobre 2006
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «La quiete prima della tempessta»
Da La STAMPA del 16 ottobre 2006, un editoriale di Fiamma Nirenstein:

TRANQUILLO, silenzioso, si prepara il big bang. Sia al Nord che al Sud. Chi si avventurasse nei boschi e nei villaggi del Sud del Libano dove agisce l’Unifil secondo la risoluzione 1701 dell’Onu, potrebbe avere l’impressione che le cose procedano tranquille. Gli hezbollah non si vedono. Ma ci sono. E armati fino ai denti, anche con nuove acquisizioni dai soliti amici di sempre. L’aria, dicevamo, è quieta. Non ci sono scontri fra Hezbollah e Unifil o l’Esercito libanese. Israele fornisce i suoi suggerimenti circa uomini e armi di Nasrallah, che secondo la risoluzione dovrebbero aver lasciato il Sud del Libano alla sovranità dell’esercito nazionale; l’esercito libanese va a vedere secondo le indicazioni e poi fa sapere che non ha trovato niente. Così riportano Amos Harel e Yoav Stern sul giornale israeliano Ha’aretz.
Tutto continua tranquillo anche quando è l’Unifil a ricevere le informazioni di intelligence: l’Unifil infatti avverte, come di dovere, rapidamente l’esercito libanese. Ma questo, secondo gli israeliani, evita accuratamente lo scontro con gli hezbollah, anzi, si assicura che gli uomini di Nasrallah si allontanino prima che i soldati arrivino per evitare il confronto. Gli hezbollah facilitano le procedure indossando abiti civili, nascondendo le loro attività armate. Per loro, basta agire in silenzio, senza mostrarsi bellicosi e attivi, e l’Unifil e l’esercito libanese non cercheranno lo scontro. Anche le ronde previste, che dovrebbero essere frequenti, lo sono davvero da parte dell’Unifil; però, come dicevamo, l’Unifil non agisce o non agirebbe senza chiamare in giuoco i libanesi, che a loro volta non vogliono trovarsi negli impicci con gli hezbollah.
Anche le pratiche di verifica dei trasporti ai posti di blocco, importantissime perché è sui camion che arrivano le armi agli hezbollah, secondo Israele sono deboli. Questo mentre gli hezbollah ce la stanno mettendo tutta in una riabilitazione postbellica veloce e efficiente che permetta loro di ridispiegarsi lungo una nuova linea; dato che la vecchia è proibita: Nasrallah ha perduto i suoi avamposti e ne prepara di nuovi segreti più a Nord, ma sempre a Sud del fiume Litani; affitta o compra case nei villaggi e cerca di reclutare nuovi militanti. Dato che è loro proibito organizzarsi palesemente sul confine, infiltrano i loro uomini travestiti da giornalisti o civili innocenti, e così osservano gli israeliani.
Adesso, sembra anche che dal confine siriano libanese lungo il quale sono dispiegati 8600 libanesi, seguitino a fluire armi «senza ombra di dubbio». L’ha detto ieri, prove alla mano alla riunione del governo di Olmert, il generale Yossi Baidatz, capo dei servizi segreti dell’esercito: ha spiegato che esistono le prove del fatto che gli hezbollah seguitano a ricevere rifornimenti dalla Siria. Uno scenario davvero scoraggiante, che dimostra che gli hezbollah stanno già preparano la prossima guerra e che i loro sponsor iraniani intendono mantenere un proprio confine di fatto con Israele, al posto di quello libanese. Olmert ha denunciato, tra l’altro, il rischio che in futuro Teheran passi a terroristi come gli hezbollah anche materiale nucleare.
La Siria a sua volta ha mantenuto l’esercito sui confini in alto stato di allerta, e dopo la fine della guerra, ha detto Baidatz, non ha cambiato l’assetto dei soldati sui confini. I siriani sono altamente mobilitati, anche loro hanno puntato il potenziamento dell’esercito sulla parte balistica: Assad, più fragile sul terreno aeronautico (i suoi aerei più nuovi sono dei Mig 29 del 1987), ha messo in piedi una vasta schiera di missili capaci di portare testate non convenzionali. E nonostante le profferte di pace di Bashar Assad, Damasco seguita a ospitare e coordinare i lavori con le solite organizzazioni terroriste.
Di fatto l’Unifil a fronte di una situazione mediorientale molto più grande di lui, non può farcela a garantire che il pericolo hezbollah non si ripresenti; e l’esercito libanese, che dovrebbe essere il suo primo partner, è troppo debole o troppo dubbioso per agire in modo efficace, proprio come il suo governo. Per una parte teme che Hezbollah (e di conseguenza la Siria, che già si è data molto da fare in Libano) se troppo infastidito possa attaccare Fuad Siniora; e per un’altra parte, simpatizza con la sua fede.
L’incapacità di stabilire un sistema efficace di sorveglianza internazionale sul confine siriano-libanese può avere conseguenze micidiali, e anche immediate. Per la prima volta a Gaza sono pronti all’uso lanciamissili antitank e antiaerei, dozzine di Concourse russi sono nascosti nelle case, nelle gallerie, nelle grotte «stile Hezbollah», tonnellate di esplosivi sono entrate negli ultimi mesi, e la preparazione al big bang è curata da terroristi con mesi di esercitazioni in Libano finanziate da Hamas, come ha scoperto l’esperto Alex Fishman. I missili naturalmente passano per la gran parte dalla solita strada, ed è proprio a causa dei missili e degli uomini scoperti a Gaza che Baidatz ha accumulato le prove che al confine della Siria non si sente parlare spesso della risoluzione dell’Onu 1701.

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