Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Prodi dimentica cos'è Hezbollah intervistato da Al Arabiya
Testata: Corriere della Sera Data: 13 ottobre 2006 Pagina: 17 Autore: Francesco Alberti Titolo: «Prodi: ora temo incidenti in Libano»
Intervistato da Al Arabya, Roamno Prodi ammette la possibilità di "incidenti" che coinvolgano le nostre truppe in Libano ma ipotizza un'analoga missione a Gaza, critica gli Usa per l'"uso della forza", cioè per la pretesa di difendersi dal terrorismo, e ironizza quando gli viene chiesto se in Libano ha incontrato esponenti di Hezbollah: non saranno mica "uomini e donne diversi dagli altri" dice. Dimenticando che "uomini e donne" di Hezbollah sono membri di un'organizzazione terroristica antisemita, che non vuole la pace ma la prosecuzione della guerra fino alla distruzione di Israele. Ecco il testo di una cronaca tratta dal CORRIERE della SERA del 13 ottobre 2006:
ROMA — Gli hanno chiesto prima di tutto del Papa, di quella frase pronunciata durante la «lezione» di Ratisbona che tanto fece arrabbiare il mondo arabo. E Romano Prodi, che oggi incontrerà il Pontefice in Vaticano (diretta Rai dalle 10,45 con il commento dell'ex portavoce Joaquin Navarro-Valls), ha centellinato le parole: «Quella è stata una citazione dalla storia, che può essere fraintesa, ma che non c'entra con la filosofia personale del Pontefice». Anzi, il Papa ha chiarito «con enfasi» quanto ritenga importante «un dialogo tra i popoli e le religioni». Un tema, ha aggiunto, che anche lui, pur non essendo un filosofo «ma un umile uomo che fa politica», porrà nell'incontro di oggi. Poi l'hanno martellato di domande sulla questione libanese. E il premier, per la prima volta, ha ammesso di «temere incidenti, soprattutto dovuti a malintesi». Ha affermato con punta polemica che «anche gli americani si sono resi conto che l'uso della forza non dà risultati». E, a domanda se avesse o no incontrato nella sua visita a Beirut esponenti Hezbollah, come invece capitato al ministro D'Alema, prima ha escluso con un perentorio «no», poi ha diluito con un «forse» e infine è sbottato scherzosamente: «Ma le donne e gli uomini di Hezbollah sono fisicamente differenti?». E' durata un'ora, in una saletta dell'aeroporto di Beirut, l'intervista rilasciata da Prodi all'emittente Al Arabiya al termine della visita in Libano. Il premier, premesso che «io non dò consigli al Santo Padre», ha spiegato che oggi riferirà al Papa «ciò che stiamo facendo in materia di dialogo con le altre religioni» perchè «il problema non è pronunciare discorsi, ma costruire ponti di cooperazione». Poi, tornando alla realtà libanese, ha dato atto ai nostri militari di aver creato le condizioni «per una buona collaborazione» con l'esercito libanese, anche se «incidenti e tensioni sono sempre possibili». Riconosciuto agli americani l'impegno «ad accettare» questa missione fortemente voluta dall'Italia, Prodi non ha escluso, «se le cose andranno bene», la possibilità di un'iniziativa analoga nella striscia di Gaza, come proposto da D'Alema. E' poi tornato a chiedere la liberazione dei due militari israeliani in mano agli Hezbollah, dicendosi pronto a svolgere il suo ruolo di «facilitatore» per superare «l'isolamento» della Siria. Conclusione dedicata alle mamme italiane, preoccupate per le sorti dei figli spediti in Libano: «Non sono cose che si accettano facilmente, ma non siamo là con intenti nascosti o idee colonialiste».
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