Dopo le tante parole di Prodi e D'Alema, ecco la realtà Hezbollah si rafforza con l'aiuto di Teheran e Damasco
Testata: Il Foglio Data: 13 ottobre 2006 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «Così si rafforza Hezbollah»
Dal FOGLIO del 13 ottobre 2006:
Così si rafforza Hezbollah. Alla Cia s’arricchisce di nuovi elementi il dossier su Ali Larijani, segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran. Larijani appare, ai politici europei che lo incontrano, come un personaggio determinato ma gentile, ben diverso dal modello Ahmadinejad, il presidente iraniano. Ma alla Cia lo vedono sotto un aspetto ben diverso. Basta leggere un rapporto d’intelligence giunto a Langley da Damasco. Vi si parla del viaggio compiuto il 20 settembre da Larijani nella capitale siriana. In quell’occasione Larijani ha partecipato come ospite d’onore a un incontro con il presidente siriano, Bashar el Assad, il vicepresidente Farouq al Shara, il capo delle guardie rivoluzionarie iraniane, il generale Kassem Sulaymani, l’ambasciatore iraniano in Siria, Muhammad Hassan Akhtari. Argomento del vertice: Hezbollah. Ovvero come rafforzarne l’immagine politica attraverso i mass media e l’opinione pubblica libanese, come rimetterne in sesto gli arsenali, come garantire la sicurezza dei leader, come evitare che Unifil possa mettere troppo il naso, nel Libano del sud, negli affari e nei traffici di Hezbollah. All’incontro non era presente alcun rappresentante del ministero iraniano dell’Intelligence, molto critico sul comportamento dell'Iran in Libano Larijani e i suoi confratelli siriani hanno preso decisioni importanti: riabilitazione dello status di Hezbollah; ristabilimento del livello strategico degli armamenti, costruzione di compound fortificati e sicuri nei sobborghi di Beirut, Baalbek, Saida e Nabatieh. Come ha spiegato Sulaymani, i compound camuffati e fortificati di Hezbollah nelle città sono migliori e più sicuri e non intercettabili da parte di Unifil. Sulla missione dell’Onu e sui suoi movimenti sarà Hezbollah a informare i pasdaran e i siriani. Larijani ha avuto anche lunghe conversazioni con Hamas e il Jihad islamico, ai quali Siria e Iran garantiscono sostegno politico. La visita ha fatto capire ai siriani che l’Iran intende, con l’aiuto ben retribuito di Damasco, rafforzare la propria influenza in medio oriente e in Libano, che Teheran vuole controllare nel giro di poco tempo, attraverso Hezbollah. Il grande gioco preoccupa Foggy Bottom. Gli “arabisti” del dipartimento di stato (e Henry Kissinger è dello stesso parere) pensano che occorra trattare con la Siria. Ma Condi Rice tentenna. E così la Casa Bianca. Mentre l’America non decide, l’Iran opera con i dollari e con le forniture di armi russe a Siria e Hezbollah.
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