domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
12.10.2006 Il test di Pyongyang serve anche a Teheran
l'analisi di Gianandrea Gaiani

Testata: Libero
Data: 12 ottobre 2006
Pagina: 17
Autore: Gianandrea Gaiani
Titolo: «Pyongyang testa la bomba su commissione iraniana»
Come R. A Segre sulla prima pagina del GIORNALE, Gianandrea Gaiani su LIBERO del 12 ottobre 2006 segnala i collegamenti tra il programma nucleare e missilistico nordcoreano e quello iraniano.
Ecco il testo:


Definito un atto di pura provocazione da Washington, Londra, Seul, Tokyo e Pechino, il test nucleare nordcoreano rappresenta l'ultima di una serie di iniziative militari varate dal regime comunista di Pyongyang fin dall'indomani della fine della Guerra Fredda. Dal 1994, quando ereditò il Paese dal padre, Kim Il Sung, l'obiettivo di Kim Jong Il è: sopravvivere alla disastrosa situazione economica, alle carestie che hanno ucciso oltre il 10% della popolazione e soprattutto ai rischi di golpe da parte della nomenklatura militare e alle tendenze riformiste che ipotizzavano per la Corea del Nord una progressiva apertura sulla falsariga di quanto accaduto in Cina. Ogni ipotesi di cambiamento avrebbe comunque contemplato la fine della dittatura famigliare e il crollo dell'ultimo regime stalinista asiatico, scenari che il "caro leader" ha scongiurato giocando la carta inaspettata della corsa al riarmo come strumento per finanziare il proprio regime e il mantenimento dell'apparato burocratico militare. Il crollo dell'Urss ha insegnato che le dittature in forte crisi economica affondano definitivamente quando investono crescenti risorse nel settore militare. L'esempio nordcoreano ha invece dimostrato il contrario. Kim Jong Il ha dato il via ad un ampio programma che ha portato allo sviluppo di armi chimiche, biologiche, nucleari e missili balistici dal raggio d'azione compreso tra i 500 e i 5.000 chilometri. Armi strategiche il cui sviluppo ha prodotto più denaro di quanto non sia costato grazie all'interesse di numerosi Paesi del mondo islamico, in gran parte indicati dagli Usa come «stati canaglia», che hanno finanziato i programmi nordcoreani ottenendo in cambio delle armi e delle tecnologie necessari a sfidare l'Occidente. Pakistan, Iran, Siria ma anche Libia, Iraq, Yemen ed Egitto hanno acquistato i missili Hwaesong, Nodong e Taepodong nordcoreani mentre iraniani e siriani hanno acquisito anche la tecnologia per riprodurre i missili e le testate chimiche. Il supporto nordcoreano è fondamentale per il programma missilistico e nucleare di Teheran così come i missili nucleari pakistani sono derivati dai più moderni modelli di Pyongyang. Le armi di distruzione di massa non sono però solo una fonte di valuta pregiata per Kim Jong Il, che utilizza il denaro per alimentare gli apparati militari e burocratico del partito, ma costituiscono un vero deterrente strategico contro possibili attacchi esterni.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione di Libero

segreteria@libero-news.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT