Fabrizio Ricci, sul MESSAGGERO dell'11 ottobre 2006, confenziona un articolo chiaramente finalizzato a mettere nella miglior luce possibile il governo Prodi e la sua politica estera.
Tutte le voci, purché laudative, possono sevire allo scopo: quella del quotidiano "L'Orient-le Jour" come quella del premier libanese Siniora, fino a quella dei terroristi di Hezbollah che danno il loro certamente non disinteressato "benvenuto" al premier italiano in visita a Beirut.
Le critiche, nel pezzo di Rizzi, non sono certo per Hezbollah o per Prodi. Sono tutte, esplicite o implicite, dirette o riferite, per Israele.
Leggiamo così, sui due soldati israeliani rapiti dai terroristi sciiti
La loro liberazione - secondo il quotidiano L'Orient-le Jour - contribuirà a privare Israele di ogni pretesto che gli consente di proseguire le sue violazioni nel territorio libanese
I due soldati dunque andrebbero liberati solo per togliere a Israele un presunto pretesto. Nessun motivo umanitario vale per i soldati di Tsahal.
E ancora:
Prodi dovrà affontare,con le autorità libanesi, anche le questioni relative, come affermano a Beirut, alle continue violazioni territoriali dell'esercito di Tel Aviv alla "sovranità libanese". In particolare, discuterà del caso del villaggio di Ghajar
(in passato utilizzato più volte da Hezbollah per attaccare Israele, ndr).
Naturalmente, nè per le autorità libanesi, né per Rizzi, Prodi dovrà affrontare il tema della flagrante violazione della risoluzione 1701 da parte di Hezbollah, che non solo non disarma, ma ricostruisce i suoi arsenali.
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