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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.10.2006 Sasinini e Farina giudicati allo stesso modo
ma c'è una bella differenza tra la vicenda Telecom e la collaborazione alla guerra al terrorismo

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 ottobre 2006
Pagina: 22
Autore: Biagio Marsiglia
Titolo: «Tavaroli: «Il giornalista di Famiglia Cristiana? Prendeva 250 mila euro»»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA un articolo sul coinvolgimento del giornalista di Famiglia Cristiana Guglielmo Sasinini nel caso Telecom.
Sasinini non ha collaborato con i servizi segreti italiani per garantire la sicurezza dei suoi concittadini, ma con una struttura illegale che agiva per conto di interessi privati, 
 non ha ricevuto un rimborso spese, ma una lauta ricompensa.
Una situazione dunque ben diversa da quella di Renato Farina, che pure, come lui, è stato sottoposto al giudizio dei magistrati e dell'Ordine dei giornalisti: ordine corporativo che sembra non voler fare distinzioni di merito tra spionaggi illegale e collaborazione alla guerra al terrorismo.

Di Sasinini, ricordiamo i molti articoli antisraeliani pubblicati su Famiglia Cristiana, alcuni dei quali facevano assomigliare il settimanale cattolico al quotidiano comunista.

Ecco il testo dell'articolo:

MILANO — Quando i magistrati hanno chiesto a Giuliano Tavaroli del suo rapporto con il giornalista Guglielmo Sasinini, ex inviato di Famiglia Cristiana (dove è arrivato a ricoprire la carica di consulente di direzione), l'uomo che fino a pochi mesi fa era la sicurezza in casa Pirelli e Telecom si è messo a ridere. «Sì — ha detto Tavaroli — Sasinini è un altro capitolo interessante. L'ho conosciuto durante le mie lezioni a Trento, alla scuola di criminologia. Ci siamo frequentati per un po' e a un certo punto mi ha chiesto di lavorare per me, "Guarda — mi ha detto — io voglio lavorare con te. Mi piace quello che fai...". Mi sembra di ricordare fosse il 2001. Chiese subito 150 mila euro... Gli spiegai che io avevo esaurito il budget e in quel momento non potevo fargli un contratto... e gli dissi: "Fai una cosa, noi abbiamo un fornitore, ti appoggio presso il fornitore, Cipriani, tu attivi un contratto di consulenza e poi il tuo lavoro lo ricevo io, o direttamente o da Cipriani. Comincia a fare analisi..."». E per quelle consulenze con Pirelli, Telecom e la Polis d'Istinto di Emanuele Cipriani, come ha messo a verbale lo stesso Guglielmo Sasinini interrogato in qualità di testimone dal pm Fabio Napoleone, il giornalista ha percepito una volta 250 mila euro, nel 2003, e altri 160 mila euro nel 2005. Si tratta di consulenze che hanno però attirato l'attenzione degli investigatori per due motivi essenziali: per i contatti frequenti tra lui e Cipriani su una particolare utenza telefonica (scheda cellulare fornita da Tiziano Casali), e per i presunti ricarichi sulle fatture relative al lavoro d'analisi sulla situazione in Medio Oriente che l'investigare privato fiorentino avrebbe scaricato su Pirelli e Telecom. Così, dopo la procura milanese, a voler ascoltare Sasinini in merito ai suoi rapporti con Tavaroli è adesso l'Ordine dei giornalisti della Lombardia, davanti al quale l'editorialista di Famiglia Cristiana comparirà nei prossimi giorni assistito dallo studio legale Corso Bovio. Il viaggio a Roma A chi indaga sullo spionaggio illecito Sasinini ha chiarito di avere svolto attività giornalistica e di ricerca in qualità di esperto in questioni medio-orientali, lavoro commissionato da Pirelli prima che scoppiasse la guerra in Irak. Una ricerca di 244 cartelle che, solo per questioni di mera fatturazione e di comune intesa con Pirelli, sarebbe stata girata alla Polis d'Istinto di Cipriani. «Tavaroli mi chiamò alla Pirelli tenendomi un intero giorno — racconta Sasinini — e mi convinse a collaborare con il compito di interessarmi alle "analisi di Paese", con monitoraggio e servizio stampa quotidiano. Tavaroli mi disse che a breve sarebbe passato in Telecom... Nei giorni successivi mi recai con lo stesso Tavaroli a Roma, per incontrare chi mi avrebbe fatto il contratto. A Roma, a pranzo, all'Hotel Flora, incontrai Cipriani e mi accordai... Nel giugno 2003 stipulai un contratto con Pirelli e un contratto con Telecom mantenendo sempre valido il contratto con la Polis d'Istinto di Cipriani. Il corrispettivo che ritenevo adeguato era quello di percepire un reddito complessivo di 250 mila euro. I contratti avevano durata annuale». L'ufficio di Cipriani a Milano Per un certo periodo il giornalista e l'investigatore hanno avuto a Milano una base operativa comune, in un appartamento di via Albricci. Anche su questo i pm hanno fatto mille domande. «Nel 2004 Tavaroli mi disse che Cipriani aveva bisogno di estendere la sua attività a Milano — spiega Sasinini — e occorreva mettersi in contatto con lui per sapere che fare. Cipriani mi disse che occorreva arredarlo in modo particolarmente accurato e io, che mi intendo di mobili antichi, mi impegnai a sceglierli per tutti i locali, tranne uno. In particolare per gli uffici, mio e di mia moglie, e per la sala riunioni. Invece l'ulteriore ufficio che Cipriani mi disse avrebbe occupato la sua persona di fiducia venne arredato non da me. Per parte mia ho speso 13 mila euro, Cipriani 20 mila». I magistrati cercano poi di avere informazioni su un particolare computer sistemato in quelle stanze, ma Sasinini spiega di non averne visti altri a parte quello in uso a lui e quello in uso alla moglie. «Faccio presente — aggiunge il giornalista — che avevamo due linee telefoniche diverse e che dopo un po' di tempo ha iniziato a frequentare l'ufficio tale Rizzi o Rizzo, un ex maresciallo dei carabinieri, e qualche volta lo stesso Cipriani, nessun altro. Una sola volta, entrando nella sala riunione, trovai Cipriani con due persone che non conoscevo ed ebbi modo di constatare una certa irritazione dello stesso... L'anno scorso, poi, Cipriani e Rizzo diradarono le visite e notai che venivano portati via i mobili. Domandai a Cipriani cosa stesse accadendo, mi disse che aveva problemi familiari e che il progetto di iniziare nuove attività insieme non avrebbe avuto più sviluppo». Il favore al cognato Sasinini racconta anche di avere chiesto a Tavaroli un aiuto per trovare un posto di lavoro al cognato che abitava a Brindisi. «Tavaroli mi indirizzò a Claudio Tedesco, esperto della vigilanza... ho poi saputo che il fratello, responsabile di un istituto Ivri di Brindisi, aveva assunto mio cognato».

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