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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.10.2006 Per Martin Amis il multiculturalismo britannico funzionerebbe se non fosse che "fra i musulmani inglesi si annidano dei miserabili bastardi"
che pensano di poter "incidere sulla storia facendosi saltare in aria e compiendo stragi"

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 ottobre 2006
Pagina: 18
Autore: Guido Santevecchi
Titolo: «Amis "Per i cinesi ho maturato una specie di razzismo igienico"»

Dal CORRIERE della SERA del 10 ottobre 2006, un articolo sulle dichiarazioni dello scrittore inglese Martin Amis sul multiculturalismo e sul fondamentalismo islamico. Ecco il testo:

LONDRA — Non è la società multiculturale britannica che non funziona. Sono gli estremisti islamici che non vanno. «L'unico elemento che non si adatta è l'Islam», per colpa di «pochi miserabili bastardi» all'interno della comunità musulmana del Regno Unito. Martin Amis, lo scrittore di «Cane giallo» che sta pubblicando «House of Meetings», dopo due anni e mezzo di autoesilio in Uruguay è tornato in Inghilterra. E con questo commento si è fatto subito sentire.
L'attacco ai «miserable bastards» fa parte della sua risposta a una domanda sulle sensazioni provate da un cittadino britannico all'estero.
Amis dice che visto da lontano, con occhi riposati, il modello britannico colpisce per il suo successo: «Vedo una società multiculturale piuttosto buona... l'unico elemento che non si adatta è l'Islam, chi altro? Quel che accade in questo Paese è che dei giovani nella tarda adolescenza o all'inizio dell'età adulta attraversano un periodo di auto-odio e disgusto misti a pensieri di suicidio. E l'idea di poter trasformare questo stato della mente in storia mondiale è terribilmente potente». Questo «culto della morte» utilizzato dai reclutatori di Al Qaeda con tecniche da lavaggio del cervello, ha spiegato Amis, ha ispirato i terroristi suicidi che hanno colpito Londra il 7 luglio dell'anno scorso. Ma sono solo «pochi miserabili bastardi» che vogliono distruggere il multiculturalismo.
Amis ha scritto molto sul terrorismo islamico, recentemente anche un breve racconto nel quale immaginava gli ultimi giorni di Mohammed Atta, il capo degli attentatori suicidi delle Torri Gemelle. Per resistere al qaedismo, sostiene ora, bisogna togliere ai giovani estremisti l'illusione di poter incidere sulla storia facendosi saltare in aria e compiendo stragi. Il suo ultimo saggio è stato pubblicato dall'Observer con il titolo «The Age of Horrorism». L'Età dell'Orrorismo è quella nella quale il radicalismo islamico cerca di far sprofondare il mondo: «un grande balzo all'indietro come tragico sviluppo della storia dell'Islam». Sempre sull'Observer gli ha risposto l'indiano Pankaj Mishra, accusandolo di «pregiudizio», «ignoranza», «complesso di superiorità morale». Amis non si è scomposto: «Sapevo di camminare sulle uova, perché la religione è un guscio d'uovo».
Il suo giudizio sull'estremismo islamico che sabota il multiculturalismo arriva nel mezzo della polemica sul velo aperta dall'ex ministro degli Esteri laburista e ora Leader dei Comuni Jack Straw, che ha invitato le donne islamiche a rinunciare a coprirsi il viso per non vivere da separate nella società britannica.
L'autore di «Cane giallo», «L'Informazione», «Il Treno della notte» (pubblicati in Italia da Einaudi), a 57 anni è arrivato al suo undicesimo romanzo. È tornato in patria per lanciarlo. Titolo «House of Meetings», ambientazione in un gulag sovietico nel 1948, dove due fratelli detenuti si incontrano e cercano di sopravvivere. Il racconto dall'era staliniana arriva fino al 2004, alla strage nella scuola di Beslan, per dire che la Russia non è cambiata dai tempi del comunismo: brutalità e morte allora come oggi. Il padre di Martin, Sir Kingsley Amis, anch'egli scrittore di successo, era stato comunista fino all'invasione dell'Ungheria nel 1956. Martin, sospettoso di ogni ideologia, appoggia il New Labour di Tony Blair.
I suoi ultimi lavori erano stati molto criticati, ma le recensioni di «House of Meetings» sono state entusiastiche: il miglior Amis dai tempi di London Fields» del 1989 (in Italia «Territori londinesi», Mondadori, 1995), lo ha definito l'Observer.
Da bravo suddito compiaciuto di essere tornato a casa, nella «perfida albione», Martin Amis, che parlava al Cheltenham Festival of Literature, non ha resistito alla tentazione di raccontare anche un episodio personale delle sue peregrinazioni per il mondo. Un lungo volo su un aereo asiatico che gli ha fatto provare un momento di «razzismo igienico», nel senso dei servizi igienici. «È stato piuttosto destabilizzante, sedevo su quel jet con 349 cinesi e li vedevo alzarsi di continuo per andare al bagno e quando li guardi ti sorprendi a pensare: "ecco un altro che va"».

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