Da La REPUBBLICA del 9 ottobre 2006:
La brutalità e l´efficienza con cui il regime sta stroncando qualsiasi voce critica ha avuto una conferma ieri con l´arresto dell´ayatollah Mohammad Kazemeyini Boroujerdi, un religioso che sostiene il punto di vista "quietista" dello sciismo, ovvero la separazione della religione dalla politica. Prima della dottrina rivoluzionaria di Khomeini gli sciiti pensavano (in modo non dissimile dagli ebrei ultraortodossi che non riconoscono lo Stato d´Israele)
Questo paragone lascia perplessi: mentre gli ebrei ortodossi antisionisti rifiutano qualsiasi forma di organizzazione poltica e statuale del popolo ebraico, gli sciiti quietisti rifiutano semplicmente il potere diretto del clero. Gli uni cioè rifiutano una visione secolare della storia ebraica e l'applicazione del diritto all'autodeterminazione agli ebrei, gli altri rifiutano la teocrazia.
Differenti, d'altro canto, sono gli avversari politici scelti dai due gruppi: da un lato lo Stato laico di Israele, dall'altro la teocrazia khomeinista.
unione di religione e politica, con la fondazione di uno Stato islamico, potesse avvenire solo quando fosse tornato sulla terra il dodicesimo Imam. Khomeini rovesciò radicalmente questa dottrina stabilendo il principio del velayat e faqih, il governo del giurista supremo.
L´ayatollah Boroujerdi, 50 anni, era stato ammonito anche in passato per le sue idee dal Tribunale speciale per il Clero. Ma le pressioni sono aumentate enormemente dall´estate, come ha denunciato egli stesso in alcune lettere scritte nei giorni scorsi al Papa, al Segretario generale dell´Onu Annan e al rappresentante della Ue Solana.
Quarantuno suoi seguaci sono stati arrestati e portati nel carcere di Evin nei giorni scorsi. Venerdì, un gruppo di seguaci erano riuniti davanti alla casa dell´ayatollah, in una strada centrale di Teheran sud. Volevano celebrare insieme l´iftar, il pasto rituale che al tramonto interrompe il digiuno durante Ramadan, e protestare contro l´incarcerazione dei loro compagni. Scandivano slogan sul «diritto alla libertà religiosa» e a favore della «religione tradizionale». Secondo quanto ha scritto ieri il quotidiano Etemad e Melli la polizia era intervenuta lanciando gas lacrimogeni e loro si erano difesi e dando fuoco a cataste di pneumatici.
La necessità di riformare l´Islam e di «non inquinare la religione con la politica» si sta diffondendo sempre di più nei seminari di Qom, soprattutto tra i più giovani, dice il teologo Abdolkarim Soroush. Ma la questione nucleare ha reso ostaggi i critici del regime, qualsiasi critica viene bollata come tradimento. Il regime ha ribadito anche ieri di considerare «inaccettabili» le richieste occidentali di sospendere l´arricchimento dell´uranio e il presidente Ahmadinejad ha ribadito che l´Iran è interessato a negoziare ma le minacce di usare la forza non piegheranno il paese.
Boroujerdi è stato arrestato per «responsabilità negli incidenti». Gli incidenti erano stati provocati da «elementi separatisti, armati di coltelli e di spade» che nell´ultima settimana avevano provocato a Teheran «problemi per la sicurezza», ha detto il vice prefetto di Teheran, Rostan.
In Iran circolano ogni giorno notizie di manifestazioni di protesta per ragioni economiche represse brutalmente dalla polizia. Ma quelle che il regime teme di più sono le proteste delle minoranze etniche - curdi, arabi, azeri e baluchi. Boroujerd, da cui viene la famiglia dell´Ayatollah Boroujerdi, si trova appunto in una regione abitata da curdi e azeri. Ancora più delle sanzioni o di un attacco americano, il regime teme i piani, dei quali accusa Stati Uniti e Gran Bretagna, di far esplodere l´Iran dall´interno, sobillando lo scontento delle minoranze discriminate.
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