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Libero Rassegna Stampa
06.10.2006 Il poliziotto inglese di fede islamica che non vuole difendere l'Ambasciata israeliana non ha capito i vantaggi del vivere una democrazia
impari da Ken Livingstone: antisemita, ma ipocrita

Testata: Libero
Data: 06 ottobre 2006
Pagina: 19
Autore: Silvia Guidi
Titolo: «Londra si piega al Bobby islamico»

Da LIBERO del 6 ottobre 2006, un articolo sull'agente musulmano di Scotland Yard che si è rifiutato, assecondato dai suoi superiori, di presidiare l'ambasciata israeliana a Londra.
Da parte nostra, consigliamo ad Alexander Omar Basha di riflettere sulla seguente vicenda: The Jewish Chronicles, settimanale della Comunità ebraica inglese, nel numero in edicola in questi giorni ospita un'intera pagina a pagamento del sindaco di Londra Ken Livingstone;  il quale augura buon anno a tutti gli ebrei inglesi.
Livingstone è stato sospeso per 3 mesi dalle sue funzioni di sindaco di Londra per avere offeso con pesanti affermazioni antisemite un giornalista ebreo che lavora proprio al Jewish Chronicles. Contro questa sentenza Livingstone ha fatto ricorso.
Si è rifiutato di chiedere scusa per le offese, ma si fa pubblicità sul giornale degli ebrei inglesi augurando loro buon anno.
"Pecunia non olet", per cui la pubblicità viene accettata e stampata.
Alexander Omar Basha non ha ancora capito che vivere in una democrazia come la Gran Bretagna comporta, è vero, avere anche una buona dose di ipocrisia, ma è sempre meglio che vivere in Arabia Saudita.
Segua dunque l'esempio del suo sindaco, antisemita ma ipocrita, e faccia la guardia all'Ambasciata.
Ecco il testo:


LONDRA Il gesto del "bobby" Alexander Omar Basha potrebbe creare un precedente pericoloso. Ma a scandalizzare gli inglesi è stata soprattutto la passività noncurante dei suoi superiori. La vicenda: un poliziotto britannico di fede musulmana è stato sollevato dal suo incarico di vigilanza presso l'ambasciata d'Israele a Londra. Alexander Omar Basha, secondo i media britannici, avrebbe chiesto ed ottenuto di essere assegnato ad un altro servizio per "questioni morali". Solo ieri, travolto dalle proteste, il capo di Scotland Yard Ian Blair ha ordinato l'apertura di un'"indagine urgente" sulla vicenda. SCHIAFFO A ISRAELE Il caso ha una forte valenza politica. L'agente ha infatti rifiutato di essere messo di guardia alla rappresentanza diplomatica dello stato ebraico, contestando l'offensiva militare di Israele in Libano, conclusa lo scorso 14 agosto. L'Ampo (associazione dei poliziotti musulmani) ha difeso la decisione dei dirigenti di polizia che, accettando la richiesta dell'agente, hanno deciso di riassegnare Basha ad altro incarico. Secondo il sindacato di polizia, Basha, avendo parenti in Medio Oriente, «non si sentiva al sicuro» durante il servizio all'ambasciata israeliana. LA BBC SI AUTOCENSURA L'insofferenza per il politicamente corretto&intimidito dalle minacce degli imam sta crescendo anche nella supertollerante isola britannica. Ha fatto scalpore anche la storia della giornalista Bbc, invitata a togliere la mini croce che portava al collo, per non urtare la sensibilità dei telespettatori non cristiani. I sudditi di Sua Maestà, tra l'altro, hanno un altro motivo di preoccupazione: il principe Carlo e sua moglie, la Duchessa della Cornovaglia Camilla Parker-Bowles, si recheranno in visita in Pakistan dal 29 ottobre al 3 novembre, e i sudditi temono per la sicurezza dell'erede al trono nel paese più fondamentalista della galassia islamica. Nell'agenda di Carlo e Camilla figurano incontri ufficiali nella capitale pachistana Islamabad, e dei tour nelle areee del Kashmir pachistano devastate l'anno scorso da un violento terremoto. Sia per l'erede al trono d'Inghilterra che per sua moglie si tratterà della prima visita in Pakistan. Dove la situazione, in questi giorni, non è certo tranquilla. RAZZI PER MUSHARRAF Due razzi già montati nei lanciarazzi e puntati in direzione del palazzo del presidente, Pervez Musharraf, sono stati scoperti ieri mattina a Islamabad vicino alla sede del Parlamento. Squadre di artificieri della sicurezza pachistana hanno lavorato per ore per disinnescare gli ordigni. A scoprirli è stato un operaio,che li ha trovati nascosti dietro una siepe nei pressi del Parlamento, a soli 500 metri dal palazzo presidenziale. La polizia ha bloccato le strade di accesso all'area. Ma la persecuzione religiosa, in Pakistan, non si limita a colpire cristiani, indù, buddisti o atei, arriva fino ai musilmani che secondo le autorità sono "meno islamici degli altri". CACCIA AGLI ERETICI La comunità ahmadi (musulmani che non riconoscono Maometto come ultimo profeta), ad esempio, ha subito duri attacchi. L'ultimo, il 9 settembre scorso, quando la polizia di Nagar, distretto di Jhang, ha perquisito gli uffici del quotidiano Alfazal - pubblicato dalla minoranza ahmadi - cercando il direttore, l'editore e il tipografo. Non trovando nessuno dei tre, gli agenti hanno arrestato due persone (che non lavorano neppure per il giornale). Contro di loro sono scattate le sanzioni del terribile articolo 295 B del Codice penale, meglio conosciuto come Legge sulla blasfemia, che prevede fino all'ergastolo per chi dissacra il Corano.

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