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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.10.2006 Giuliano Amato, un ministro dell'Interno ancora peggiore di Pisanu?
la vittoria dell'Ucoii denunciata da Magdi Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 ottobre 2006
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Le conquiste dell'Ucoii: Ramadan al Viminale»
Dal CORRIERE della SERA del 4 ottobre 2006:

Altro che vittoria degli estremisti islamici che sono sostanzialmente riusciti a vanificare l'arma della «Carta dei valori e dei principi»! È soprattutto una conquista, simbolica ma significativa, del ministero dell'Interno che, per la prima volta nella storia d'Italia, ha ospitato una preghiera collettiva islamica, al seguito dell'Iftar, il pasto di rottura del digiuno del Ramadan. Il tutto richiesto e offerto da Nour Dachan, il presidente dell'Ucoii. Con il ministro Giuliano Amato ospite d'onore.
Ciò che forse è sfuggito ad Amato, ma certamente non a Dachan, a Khalil Altoubat, che ha contribuito alle spese del pasto serale, e ai musulmani membri della «Consulta per l'islam italiano», è che così si è accreditato l'homo
islamicus come interlocutore ufficiale dello Stato. Da ieri l'Italia considera come «vero islam» quello di Dachan e dei Fratelli Musulmani, che nel rispetto formale delle leggi e nella strumentalizzazione della democrazia persegue il traguardo dello Stato islamico, da realizzarsi passo dopo passo. Cominciando con il radicamento e il controllo delle moschee, l'ostentazione della pratica religiosa, la sottomissione dell'insieme dei musulmani e la conversione dei «miscredenti», l'affermazione di una «identità islamica» anche se in contrasto con i valori della comune identità nazionale italiana e con i diritti fondamentali della persona. Diversi musulmani della Consulta si sono sentiti scioccati, imbarazzati e umiliati per essersi trovati costretti a sottostare all'arbitrio di Dachan, con cui non hanno nulla a che spartire sul piano delle idee e dell'interpretazione della fede. Perché Amato non ha ritenuto opportuno, lui che è laico e ministro di uno Stato laico, interpellare i musulmani laici e i non praticanti in seno alla Consulta, quelli che non digiunano nel Ramadan e non pregano abitualmente o affatto?
E al Viminale ci si è resi conto di aver permesso a Dachan, creando un pericoloso precedente politico, di emergere come il «vero musulmano», l'homo islamicus che vive di pratica cultuale e di espansionismo religioso, condannando come «falsi musulmani» coloro che non sono a sua immagine e somiglianza? Amato è un ministro dell'Interno perbene e benintenzionato che finisce per apparire condizionato da eventi che ci spingono alla resa. Come definire diversamente l'annacquamento e la probabile dissoluzione della proposta di una «Carta dei valori e dei principi», da lui concepita essenzialmente per vincolare l'Ucoii al «rispetto dei valori e dei principi che sorreggono la nostra convivenza civile», all'indomani della pubblicazione di un vergognoso manifesto in cui si paragona Israele al nazismo? Amato si era mostrato risoluto nel condannare il manifesto dell'Ucoii ma, nonostante il sostegno di 15 dei 16 membri musulmani della Consulta, non ha ritenuto né di espellere Dachan né quantomeno di sospenderlo nell'attesa che si chiarisca un procedimento penale aperto nei suoi confronti. Alla riunione del 27 agosto Amato ha deluso le attese presentandosi senza la «Carta dei valori» da sottoporre all'approvazione della Consulta, sostenendo la tesi singolare secondo cui dovrebbero essere gli stessi membri della Consulta, compreso Dachan, a concorrere nella sua elaborazione. Ovviamente Dachan ha posto tutta una serie di veti inammissibili, come il rifiuto di riconoscere il diritto di Israele all'esistenza e l'unicità dell'Olocausto degli ebrei. Quindi il suo braccio destro, il convertito Hamza Piccardo, ha denunciato l'atteggiamento discriminatorio e anticostituzionale di una «Carta dei valori» riservata ai musulmani. Ed è così che ieri Amato ha definitivamente sepolto l'arma politica da lui ideata per combattere gli estremisti islamici, sostenendo che «la Carta dei valori non riguarderà solo i musulmani ma tutte le comunità religiose», mentre i suoi collaboratori si sono spinti oltre affermando che essa dovrà essere «capace di tradurre i valori della Costituzione in un linguaggio moderno in modo da essere una base di principi per tutti i nuovi cittadini italiani».
Ebbene dal ministero dell'Interno ci si attenderebbe non la rivisitazione lessicale della Costituzione, bensì la definizione di una strategia di contrasto dell'estremismo e del terrorismo islamico che hanno trasformato l'Occidente in una «fabbrica di kamikaze». E il nodo è l'ideologia dell'odio che trasforma le persone in robot della morte, un nodo che l'Italia dice di voler sciogliere, ma che è da tagliare prima che, come un tumore, uccida tutti noi.

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