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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
27.09.2006 Per paura dei fondamentalisti Berlino rinuncia a Mozart
intanto gli Stati islamici pretendono scuse formali dal Papa

Testata: Corriere della Sera
Data: 27 settembre 2006
Pagina: 19
Autore: Paolo Valentino - Alessandra Farkas
Titolo: «Berlino cancella Mozart «Temiamo l'Islam radicale» - La Conferenza dei Paesi islamici: «Il Papa deve ritirare le sue parole»»

Dal CORRIERE della SERA del 27 aprile 2006, una cronaca della sospensione della rappresentazione dell'Idomeneo di Mozart nella capitale tedesca, per paura di reazioni dei fondamentalisti islamici:

BERLINO — Provoca una bufera politica nella capitale tedesca, la decisione della Deutsche Oper di cancellare dal programma della stagione lirica invernale la rappresentazione dell'Idomeneo di Mozart, per timore di eventuali proteste e reazioni incontrollabili da parte della comunità islamica.
L'annuncio era stato fatto lunedì sera da Kirsten Harms. La sovrintendente del teatro della zona occidentale di Berlino aveva spiegato di aver ricevuto una messa in guardia dalle autorità di polizia cittadine, secondo le quali la messa in scena del capolavoro mozartiano avrebbe comportato «un rischio incalcolabile per la sicurezza» della prestigiosa istituzione.
Realizzato per la prima volta nel 2003 dal tedesco Hans Neuenfelds, l'allestimento prevede un finale dove il re Idomeneo appare sul palcoscenico portando un mazzo sanguinante di teste mozzate: quelle di Poseidone, Gesù, Buddha e Maometto. Il messaggio del regista: «Poiché milioni di morti sono da mettere sul conto dei conflitti di religione, abolirle tutte può essere una misura propedeutica alla pace». Tre anni fa lo spettacolo era stato sonoramente fischiato dal pubblico della prima e fatto a pezzi dalla critica.
Ma la cancellazione preventiva di Idomeneo dal cartellone, per paura di offendere la suscettibilità dei musulmani, tocca questa volta direttamente il diritto alla libertà di espressione, non solo artistica.
«Una decisione ridicola e inaccettabile», commenta il ministro degli Interni, Wolfgang Schaeuble, che proprio oggi a Berlino inaugura la prima, storica conferenza sull'Islam, due giorni di confronto tra quindici rappresentanti delle comunità musulmane in Germania e altrettanti dello Stato federale e dei Länder.
Protestano unanimi le forze politiche. Una «decisione sbagliata, che offre a chi combatte i nostri valori la conferma che noi non siamo pronti a difenderli», secondo il borgomastro socialdemocratico, Klaus Wowereit. «Se la paura di possibili reazioni porta all'autocensura, allora è in pericolo anche la cultura democratica della libertà di pensiero e di parola», dice il ministro per gli Affari culturali, Bernd Neumann. Di «pura codardia» parla il capogruppo della Csu al Bundestag, Peter Ramsauer.
La signora Harms, in verità un po' lasciata sola in una vicenda più grande di lei, cerca di difendersi. E spiega che era stato il ministro degli Interni del Land di Berlino, Ehrahrt Körting, ad avvertirla a metà agosto di eventuali rischi connessi alla prevista ripresa di Idomeneo: «Amo la Deutsche Oper e non vorrei che un giorno non ci fosse più», le avrebbe detto Körting. «Se avessi ignorato la segnalazione e poi fosse successo qualcosa — spiega Harms — sarei stata messa giustamente in croce». Il timore esternato dal ministro era di ritrovarsi davanti a una situazione simile a quella danese dell'anno scorso, quando la pubblicazione delle famose vignette satiriche su Maometto innescò la violenta protesta dei musulmani in tutto il mondo.
Körting conferma di aver messo in guardia la sovrintendente, ma con buona dose di ipocrisia dice che la decisione di cancellare l'opera mozartiana è stata solo della Harms. Un portavoce della polizia rivela poi che le preoccupazioni delle autorità berlinesi erano cominciate in giugno, quando una telefonata anonima aveva fatto un accenno al cartellone della Deutsche Oper. Ma senza che in seguito sia emersa nessuna indicazione su pericoli concreti.
Reazioni contrastanti vengono dai leader islamici in Germania, dove vivono 3,2 milioni di seguaci del Profeta. «L'arte deve essere libera», dichiara Kenan Kolat, presidente federale della comunità turca. E consiglia «a tutti i musulmani di accettare certe cose». Duro invece il capo del consiglio islamico, Ali Kizilkaya, secondo il quale la scena delle teste mozzate «ferisce i sentimenti religiosi dei musulmani». E in un obliquo riferimento ai fatti danesi, aggiunge: «Un'opera o una caricatura, non fa molta differenza».

Sempre dal CORRIERE della SERA, un articolo sulla richiesta di scuse formali da parte del Papa avanzata dall'Organizzazione della Conferenza Islamica:

NEW YORK — Per colmare le pericolose tensioni tra Islam e mondo cristiano create dalle recenti parole del Papa servono le scuse formali di quest'ultimo. È questo il verdetto emesso ieri dai ministri degli Esteri dei Paesi aderenti all'Organizzazione della Conferenza Islamica, l'organismo intergovernativo a cui aderiscono 57 nazioni, in maggioranza islamiche e comunque con forti minoranze aderenti all'Islam.
I ministri dell'Organizzazione, riunitasi ai margini dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che questa settimana ha portato i leader di 192 paesi al Palazzo di Vetro di New York, hanno votato una dichiarazione in cui si chiede esplicitamente al Pontefice di «ritrattare o riformulare» le sue dichiarazioni nell'ormai famoso discorso del 12 settembre.
L'incontro pacificatore, lunedì mattina, tra Benedetto XVI e i rappresentanti di una ventina di nazioni musulmane non è insomma bastato a placare le polemiche che vanno avanti da due settimane. Allora, durante una lectio magistralis all'università di Ratisbona in Baviera, papa Benedetto XVI ha citato l'imperatore bizantino del 14˚secolo Manuele II Paleologo per dire che «tutto ciò che Maometto ha portato è cattivo, disumano ed incita a diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava».
I successivi e ripetuti tentativi del Vaticano per esprimere il rammarico del Papa, puntualizzando la sua posizione, sono stati ritenuti insufficienti da gran parte dei governi e degli esponenti religiosi islamici. «Riteniamo che sia nell'interesse del Vaticano ritrattare o riconsiderare le sue dichiarazioni — recita il documento ufficiale dell'Organizzazione — come dimostrazione del corretto spirito della cristianità nel trattare la questione islamica»".
Chi aveva sperato nell'incontro di lunedì — il quarto tentativo del pontefice per rimediare al danno che ha infiammato l'Islam — si è dovuto ricredere. I 57 ministri hanno espresso il loro «profondo rammarico» per le parole di Benedetto XVI, manifestando il loro «timore che tale linguaggio possa scatenare una situazione di tensione tra il mondo islamico e il Vaticano, a svantaggio degli interessi reali delle rispettive parti».
La stampa americana, che aveva dato ampio spazio all' incontro tra il Pontefice e i leader della comunità islamica, si interroga da giorni sull' opportunità delle scuse ufficiali che il Papa dovrebbe dare all'Islam. In un lungo articolo pubblicato questa settimana sulla prima pagina del
New York Times, noti leader cattolici, ebraici e protestanti si sono detti «contrari» ad un gesto che ritengono «inopportuno», «umiliante» e persino «dannoso» alle relazioni interreligiose.

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