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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.09.2006 Il terrorismo dei fondamentalisti islamici e quello dei razzisti bianchi
un significativo ricordo di Condoleezza Rice

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 settembre 2006
Pagina: 20
Autore: Ennio Caretto
Titolo: «Condi, la musica , l'amore. E il terrorismo. "L'ho subito da bambina, in Alabama"»

Dal CORRIERE della SERA del 26 settembre 2006:

WASHINGTON — Una Condi Rice inedita, confidential, passionale e introspettiva al tempo stesso, si è concessa sugli schermi della Cbs in un'intervista a Katie Couric, la giornalista più amata d'America. Fornendo il sorprendente auto-ritratto — dai tormenti infantili nell'Alabama della segregazione razziale alle certezze sulla guerra in Iraq — di una donna che a 51 anni non ha ancora trovato il compagno che vorrebbe, si sente «trasportare in un altro mondo dalla musica» e si mantiene in forma facendo ginnastica alle 5 del mattino.
L'IRAQ — «Sono davvero risentita che ci accusino di avere ingannato l'America sulle armi di sterminio», ha dichiarato Condi, scusandosi velatamente con il Paese. «Dopo che appresi degli errori dei servizi segreti, quante volte ho desiderato che le informazioni fossero state esatte! Pensavamo tutti che Saddam Hussein possedesse armi di sterminio, le aveva già usate». E' dello stesso parere del vicepresidente Richard Cheney, che la guerra andava fatta comunque?, chiede Katie Couric. Certo, ha risposto la Rice, senza il minimo pentimento: «Oggi il mondo è più sicuro, perché ora finalmente affrontiamo il terrorismo. Nessuno può tornare indietro e riscrivere il passato. Io conosco la storia abbastanza bene da sapere che quelle che al momento paiono politiche brillanti più tardi si rivelano sbagli, e viceversa. Perciò lascio alla storia il giudizio su di noi».
IL TERRORISMO — «L'ho conosciuto a otto anni» ha ricordato Condi «a Birmingham, la mia città. Nel '63, i razzisti bianchi incendiarono la nostra chiesa battista, a meno di 5 km da casa mia. Morirono quattro bambine, tra cui Denise Mc- Nair, la mia amichetta dell'asilo, e Addie Mae Collins, un'allieva di mio zio. Innocenti che non facevano del male a nessuno, che non avevano nessun potere, come le vittime delle metropolitane di Londra e di Madrid, un atto terroristico interno che non poteva essere più disumano. Da allora, so cosa sia il terrorismo e come si combatta». La Rice ha precisato che armi impiegassero gli insegnanti, la comunità nera, la chiesa: «Era difficile accettarlo, ma ci spiegavano che il razzismo era un problema degli altri, che non aveva nulla a che fare con noi, e non dovevamo considerarci vittime, avevamo il controllo della nostra vita. Cercavano di convincerci che forse non potevamo mangiare un hamburger da Wolworth ma che potevamo diventare presidente degli Stati Uniti».
LA DEMOCRAZIA — «Ho una grande fede nella capacità della gente di trionfare sull'aspetto più cupo dell'essere umano. Noi non potemmo entrare in un ristorante o in un albergo fino al '64. Ma ci proteggevamo da queste umiliazioni. Se c'era una fontana per soli neri, papà e mamma non mi facevamo bere: aspettiamo quando ritorniamo a casa, mi dicevano». Quindi una nota polemica: «Quando qualcuno sostiene che il Medio Oriente non è pronto per la democrazia, l'ira mi assale, come quando qualcuno sosteneva che noi neri eravamo dei bambini, non eravamo maturi per votare». Domanda: «Ma voi volete esportare la democrazia». «No, noi non la esportiamo, noi appoggiamo quanti la sognano».
AMORE E GINNASTICA — «Madame secretary, ha mai voluto sposarsi?» ha chiesto la giornalista. «Tutti noi vorremmo trovare qualcuno con cui condividere il resto della nostra vita — ha risposto lei —. Ma non credo che uno si voglia sposare in astratto, occorre qualcuno in concreto, e io non ho mai desiderato sposarmi con nessuno in particolare». La Couric è passata alla ginnastica. «La pratico sei giorni alla settimana, all'alba. Faccio piegamenti, sollevamento pesi e danza al ritmo di Led Zeppelin e di Cream» ha svelato Condi, ex campionessa di pattinaggio artistico. «Per lavorare bene, io devo mantenermi in forma».
LA MUSICA — «Resta la passione della mia vita, tengo concerti per gli amici con quattro altri musicisti dilettanti, suoniamo soprattutto Brahms e Schumann». Un modo di rilassarsi? «Non mi rilasso suonando Brahms, troppo impegnativo. Ma è un modo per uscire, staccarsi da tutto. Non potrei vivere senza la musica. Mia madre la insegnava, ce l'ho nel sangue». Ultima domanda: ha qualche debolezza? «La moda».

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