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La Repubblica Rassegna Stampa
25.09.2006 Ahmadinejad non è cambiato: resta un pericoloso fanatico
la conferma in un'intervista a Lally Weimouth

Testata: La Repubblica
Data: 25 settembre 2006
Pagina: 13
Autore: Lally Weimouth
Titolo: «Il mondo secondo Ahmadinejad»
Cancellazione di Israele dalla faccia della terra, sostegno al terrorismo, nessuna reale concessione sul tema del progetto nucleare.
Il vero volto di Mahmoud Ahmadinejad emerge abbastanza chiaramente dall'intervista a Lally Weimouth del Washington Post pubblicata da La REPUBBLICA del 25 settembre 2006.
Ecco il testo: 

NEW YORK - Presidente Ahmadinejad, non crede che sarebbe interesse dell´Iran avviare normali relazioni con gli Stati Uniti?
«A noi interessa parlare con tutti ma l´Amministrazione americana - una parte almeno -annienta qualsiasi chance di parlare in modo costruttivo».
Dice questo pensando che l´Amministrazione voglia rovesciare il vostro regime?
«Sto parlando di comportamenti; il loro approccio è inopportuno. Credono di essere padroni del mondo e di poter parlare guardandoci dall´alto, anche quando ci incontriamo faccia a faccia. Chi di fatto ha prodotto e utilizzato bombe nucleari non può dichiarare adesso di voler arrestare la proliferazione».
Perché non permette agli ispettori dell´Aiea (l´agenzia internazionale per l´energia atomica, ndt) di rientrare nel suo Paese?
«Il coinvolgimento del Consiglio di Sicurezza di fatto è arbitrario. Lei sarebbe in grado di mostrarmi almeno un rapporto dell´Aiea sulle strutture nucleari degli Stati Uniti?».
È sincero quando dice che Israele dovrebbe essere cancellato dalla faccia della Terra?
«Pensiamo alla situazione del Medio Oriente: 60 anni di guerre, 60 anni di deportazioni, 60 anni di conflitti e neppure un giorno di pace. Pensiamo alla guerra in Libano, alla guerra a Gaza: dobbiamo affrontare e risolvere il problema alla radice».
E lei suggerisce dunque di cancellare Israele dalla faccia della Terra?
«Il mio suggerimento è molto chiaro…lasciamo che il popolo palestinese decida del proprio destino con un referendum libero ed equo. L´esito, quale esso sia, andrà accettato. Ora quella terra è governata da un popolo senza radici».
È stato detto che lei ha affermato che Israele dovrebbe essere cancellato dalla faccia della Terra. Lo crede davvero?
«Ciò che ho detto rende chiaramente il mio pensiero. Se osserviamo una carta geografica del Medio Oriente di 70 anni fa…»
Quindi la sua risposta è sì: lei crede che Israele dovrebbe essere cancellato dalla faccia della Terra.
«Vuole forse un sì o un no? Si tratta di un test? Lei rispetta il diritto all´autodeterminazione della nazione palestinese? Sì o no? La Palestina, in quanto nazione, è considerata una nazione con il diritto di vivere in condizioni umane o no? Dobbiamo permettere che questi diritti siano applicati a cinque milioni di persone deportate».
Che cosa ne pensa degli Hezbollah in Libano e dell´impatto che ha avuto la guerra?
«Tutti hanno detto che gli attacchi del governo israeliano contro il Libano erano pianificati. La domanda da porsi è la seguente: gli aerei che hanno distrutto il Libano, le bombe laser, da dove provenivano? Chi ha fornito ai sionisti quelle armi? Chi ha impedito sin dall´inizio un cessate-il-fuoco?».
Dal suo incontro della settimana scorsa con il premier iracheno sono nate nuove idee su come stabilizzare l´Iraq?
«Saddam era una persona detestata, senza dubbio, e anche se durante la guerra degli otto anni contro l´Iran è stato appoggiato da un gruppo di politici americani, ciò nondimeno ci siamo rallegrati che se ne sia andato. Questo ha aperto la strada per migliorare le relazioni con i popoli di quella regione, ma il governo americano ha sprecato l´occasione decidendo di occupare l´Iraq alla ricerca di petrolio e per i propri interessi… La nostra politica è quella di dare supporto al governo iracheno e di creare sicurezza nel Paese».
Pare che oggi in Iraq la maggioranza sciita si ritrovi con molto potere. Dal punto di vista iraniano si tratta di un bene?
«La nostra nazione è una sorta di famiglia allargata della nazione irachena…non ci piace che i politici americani dividano i popoli e creino spaccature tra di loro».
Il premier Maliki ha detto che il suo compito più importante è quello di controllare le milizie, molte delle quali hanno stretti rapporti con l´Iran. Alcune ricevono finanziamenti direttamente da Teheran.
«Sta commettendo un altro errore. Maliki è nostro amico. Le nostre rispettive nazioni hanno rapporti molto stretti. Il Paese maggiormente a rischio per la mancanza di sicurezza in Iraq è il nostro».
Tutti nella regione dicono che l´esito dell´invasione americana è che l´Iran è più potente di quanto sia mai stato.
«Pensa che sia un problema se l´Iran è un Paese potente? Sta forse dicendo che gli americani sono andati in Iraq per rendere più forte l´Iran?».
No, ma non crede che questo, in definitiva, sia il vero esito?
«Un Iran potente è un vantaggio per la regione perché l´Iran è un Paese di grande cultura ed è sempre stato un Paese pacifico».
Continuerà a dare supporto ai gruppi terroristici, Hamas e la Jihad Islamica Palestinese?
«È qui in missione o in quanto giornalista? Lei ha detto che Hamas è un gruppo terroristico. Hamas opera nel proprio territorio, nel suo stesso Paese. Perché li chiama terroristi? Se qualcuno occupasse gli Stati Uniti e il popolo americano si sollevasse, lo chiamerebbe forse terrorista?».
Li chiamerei terroristi se iniziassero ad ammazzare i civili.
«Il popolo palestinese ha il diritto di vivere. Gaza è stata bombardata. Le città sono state distrutte. Perché? Perché alcuni politici negli Stati Uniti insistono ad appoggiare i sionisti, a costo di distruggere i palestinesi. Ma l´odio e l´antiamericanismo crescono. Un giorno tutto ciò potrà trasformarsi in un finimondo».
Lei ha fatto anche alcune dichiarazioni sull´Olocausto, dicendo che probabilmente è un´esagerazione. È questa la sua opinione?
«Qui i numeri non contano. Sappiamo che questo è un evento storico, che è accaduto, ma perchè tutti quelli che si interrogano su di esso, anche solo nei minimi dettagli, sono oggetto di persecuzione e attacco?».
È disponibile a intraprendere qualche passo per sospendere l´arricchimento dell´uranio?
«I politici americani devono cambiare atteggiamento. Se credono che minacciandoci otterranno risultati si sbagliano».
Come può venire in questo Paese (gli Usa, ndt) e dire al nostro presidente di cambiare atteggiamento?
«Sto soltanto difendendo il nostro onore».

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