A proposito dell'articolo di Farian Sabahi 19/09/2006
Mi era sembrato di capire che la sig.ra Farian Sabahi esprima il cosiddetto "islam moderato". Tuttavia si unisce al coro dell proteste scandalizzate del mondo musulmano per il discorso del Papa, di cui peraltro viene citata la solita frase (essa stessa citazione di quanto disse un imperatore bizantino), avulsa dal suo contesto, che - viene il dubbio - non sia stato letto con altrettanta attenzione. In ogni caso appare chiara una cosa: l'Islam non può essere oggetto di critiche, tantomeno da parte di un "infedele" come il Papa. A lui, massima autorità del cattolicesimo, invece, si può mancare di rispetto e pretenderne le scuse. Non aprire una discussione e un contraddittorio, no, solo pretendere delle scuse. E per quale ragione? Come scrive oggi Galli della Loggia sul Corriere "per aver ribadito — oh quale sconvenienza inaudita per un pontefice cattolico! — la propria convinzione circa l' unicità e superiorità della Cristologia; e che forse c'è qualche differenza tra una fede che pone Dio in una dimensione di arbitrio assoluto e un'altra che invece lo associa intimamente al Logos, alla ragione". Dunque la critica è bandita. Restano due possibilità: l'esaltazione e l'inchino oppure la denigrazione e l'offesa. E' questa forse la base del tanto sbandierato "dialogo tra civiltà"? L'autrice, inoltre, sorvolando sul nesso tra religione e violenza (tema, questo sì, delle riflessioni del Papa), si produce in un'affermazione tanto spericolata quanto priva di senso:" La lectio magistralis di Ratisbona è la goccia che fa traboccare il vaso, dopo le crociate medievali e il colonialismo europeo". E' con queste frasi che si pensa di esprimere una posizione moderata?