domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
19.09.2006 Ahmadinejad, Prodi e gli altri
eroi della pace contro Bush il cattivo

Testata: La Repubblica
Data: 19 settembre 2006
Pagina: 7
Autore: Vanna Vannuccini
Titolo: «Iran, Prodi incontra Ahmadinejad»

Opposte ed equivalenti intransigenze dell'Iran si oppongono agli sforzi di pace di Italia, Unione Europea, Francia, Russia e India.
E questa la visione proposta da Vanna Vannuccini nel suo articolo pubblicato dalla REPUBBLICA del 19 settembre 2006.
Nel finale a fare la figura migliore è decisamente Ahmadinejad, che vuole un incontro faccia a faccia che Bush si ostina a rifiutare.
Con tutto questo, ci si dimentica completamente che è l'Iran ha sfidare la comunità internazionale con il suo programma nucleare. Che è l'Iran a progettare la distruzione di Israele, a finanziare il terrorismo, a destabilizzare l'Iraq.
Ecco il testo:
 
Alla fine, tra annunci e smentite sulla sospensione dell´arricchimento dell´uranio, e nonostante le dichiarazioni intransigenti di Teheran come di Washington, sembra che gli sforzi europei per mettere Stati Uniti e Iran intorno allo stesso tavolo negoziale potrebbero essere coronati da successo.
Sarà questa la settimana decisiva. Una spinta a risolvere le differenze ancora restanti dovrebbe darla anche l´incontro di Prodi con Ahmadinejad, confermato per domani dallo stesso presidente del Consiglio. E´ stato il presidente iraniano a chiederlo, ha detto Prodi (che una settimana fa si era incontrato a Roma con il capo negoziatore del dossier nucleare, Ali Larijani). Il giornale iraniano Kargozaran, che fa capo al gruppo del più moderato ex presidente Rafsanjani, ha dato atto in questi giorni all´Italia di svolgere «un nuovo ruolo» nella regione e ha affermato che il gruppo dei 5+1 (Stati Uniti, Cina, Russia, Francia e Gran Bretagna, ovvero le potenze che hanno diritto di veto al Consiglio di Sicurezza, più Germania) sta diventando 5+2.
Ma ovviamente non è solo l´Italia ad aver fatto la sua parte. Da quando Javier Solana ha fatto sapere che si vedeva per la prima volta «davvero un grosso impegno» da parte di Teheran per arrivare ad una soluzione, gli europei, e il Segretario Generale dell´Onu Annan, hanno fatto ogni sforzo per evitare quello che si profilava (e ancora si profila, se questa settimana non desse risultati positivi) come il più grande azzardo del secolo. Chirac ha fatto la proposta più esplicita: rinunciamo a ritornare al Consiglio di Sicurezza, ha detto ieri, rinunciamo alle sanzioni e negoziamo senza precondizioni. Era questa l´idea originaria degli europei quando avevano concordato con Washington un pacchetto di incentivi da offrire a Teheran in cambio della sospensione dell´arricchimento dell´uranio. Ma Washington aveva allora chiesto e ottenuto che al pacchetto fosse abbinata la minaccia di sanzioni da parte del Consiglio di Sicurezza. La Francia ha anche annunciato che firmerà con Teheran un accordo di 2,7 miliardi di dollari per lo sviluppo della fase 17 e 18 dell´immenso giacimento di gas di South Pars del Golfo Persico. La Russia da parte sua ha finalmente finalizzato la data, sempre tenuta in sospeso, per l´entrata in funzione della centrale di Bushehr. E l´India ha confermato che parteciperà al progetto di un gasdotto Iran-Pakistan-India (che Washington aveva precedentemente tentato di bloccare). Qualche giorno fa anche Condoleezza Rice aveva ridimensionato le richieste americane, parlando di «una sospensione per un periodo limitato» dell´arricchimento dell´uranio. La ragione di questo cambiamento da parte del governo Bush sta nella evidente mancanza di altre opzioni realistiche. La rivista americana Time ha calcolato che un attacco americano ritarderebbe il programma nucleare di al massimo due o tre anni, ma allo stesso tempo rafforzerebbe il regime teocratico e comunque genererebbe un caos di fronte al quale impallidirebbe anche quello iracheno.
Ahmadinejad continua inutilmente a chiedere anche un dibattito diretto con Bush, rifiutato dal presidente americano. Ma i discorsi oggi di fronte all´Assemblea Generale delle Nazioni Unite saranno come un dibattito in differita. Bush parlerà stamani e Ahmadinejad questo pomeriggio. Pare che la Casa Bianca abbia fatto di tutto per evitare contatti anche fortuiti tra Bush e Ahmadinejad e di aver chiesto invano di fare slittare ad altra data il discorso del leader iraniano.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione della Repubblica


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT