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Informazione Corretta Rassegna Stampa
15.09.2006 Lettera aperta ad Ahmadinejad
da Francois Leotard

Testata: Informazione Corretta
Data: 15 settembre 2006
Pagina: 0
Autore: Francois Leotard
Titolo: «Lettera aperta a Mahamud Ahmadinejad»

Il 12 settembre scorso  la Anti-Defamation  League    ha  pubblicato a  pagamento  sull’International  Herald Tribune   una  lettera  aperta  di  Francois  Leotard  a  Ahmadinejad.   La lettera  era  già apparsa  sulla  Tribune Juive  in agosto,   la presentiamo  qui in versione italiana.

Francois Leotard  è un ex  deputato  francese,   che  ha   ricoperto  le cariche   di  Ministro degli Interni,  della  Cultura e degli  Affari Esteri   in precedenti governi francesi.

Ci chiediamo se un testo come questo potrebbe essere concepito e firmato anche da un politico italiano.

Lettera  aperta  a Mahamud   Ahmadinejad  da Francois   Leotard.

Signor Presidente,

a dire il vero non intendevo rivolgermi  a lei  con questo appellativo,  perché è  un appellativo che implica rispetto.     Ciò nonostante lo uso,  perché lei parla  in nome del popolo iraniano. 

Nelle fotografie lei appare circondato dalla  folla,  in un mare di volti e di braccia tese.    Questo  fa presupporre  un certo qual entusiasmo,  o per lo meno  un certo sostegno. 

Abbiamo avuto anche noi folle così in Europa.   Fu in un periodo nero della nostra storia,  un periodo tragico che ricordiamo ancora con  vergogna e con orrore.

Uno dei popoli  più civili del mondo,  che eccelleva nei campi della filosofia, della musica,  della poesia e della scienza,  che stupiva  i popoli  vicini  per l’ingegno scintillante,  sprofondò nell’odio,  nelle tensioni razziali e nell’ignominia.    Il risultato fu che   decine di milioni di persone  soffrirono nella propria carne, nella propria  cultura e nelle propria dignità  l’orrenda barbarie  che  voleva essere ‘l’ordine nuovo’.    Le prime vittime furono  i cittadini del paese stesso – la Germania -  poi gradualmente  anche   gli altri ne  vennero devastati.

Questa follia  prese  il nome di ‘guerra mondiale’.    Ma  fu  prima di tutto una guerra contro tutto ciò  che di umano  ci circondava.  I libri furono  dati alle fiamme,  i bambini vennero deportati e uccisi,   le menti distrutte.  Tutto ciò che aveva  reso  grande l’umanità   venne calpestato.   E poi…

Poi - ecco   che ritorno  a ciò che la riguardi:   una parte dell’umanità  (una piccola parte, è vero),  il popolo  degli Ebrei,  fu condannato a patire l’inferno.    Non era un popolo fra i più numerosi,  né fra i più ricchi,  né fra i più influenti.    Erano donne e uomini che avevano attraversato il tempo e lo spazio  mantenendo   la propria fede,   le proprie domande  sul mondo,  su Dio,  sulla necessità di vivere o  di soffrire, sulla gioia  dell’amore.   Per lo più amavano i libri.    Pensavano molto.   Non capivano perchè  fossero disprezzati,  chiamati sub-umani,  Untermensch,  considerati alla stregua di insetti.   Vennero  inseguiti per tutta Europa, impiccati, uccisi, inceneriti.

Lei queste cose  le sa benissimo,  ma  gliele rammento per almeno tre  motivi:

.  il primo motivo è che  noi  (questo ‘noi’ è un  plurale  retorico) non possiamo permettere che questo accada di nuovo.  Io non sono  ebreo, ma gli Ebrei sono i miei fratelli,  come lo sono i Persiani.

- Il secondo motivo è che gli Ebrei hanno diritto  alla propria  patria esattamente come me e come lei.  Che  quella patria  si  chiami  Francia o  Israele non fa differenza.

- Il terzo motivo non le piacerà.  Ma   diciamo  la verità:  gli Ebrei portano  nel mondo (e questo è  probabilmente il motivo per cui  lei li vuole ‘cancellare dalla faccia della terra’) un concetto  dell’uomo  e del suo destino  che ha arricchito molti   secoli  di civiltà,  ed è  testimonianza di merito per  il popolo ebraico e  per lo  Stato di Israele.

Signor Presidente,   lei ha il diritto di essere nazionalista.  Ha il diritto di essere  orgoglioso della storia  del popolo  persiano.  Ha il diritto  di praticare la propria  fede religiosa e di  pregare un Dio  che è ‘clemente e misericordioso’,  come afferma l’apertura  di ogni  sura del Corano.

Lei  crede di avere il diritto di imporre il velo alle donne, di torturare i suoi oppositori,  di imprigionare i giornalisti  che la contraddicono,  di condannare a morte minorenni e di  perseguitare  le minoranze interne.

Ma  lei non ha il diritto di guardare Israele  con lo sguardo  inquietante,  imbecille e torvo che accompagna le sue parole.   Mi pare che quello che lei odia in questo Stato  è la libertà di parola,  la varietà dei partiti, il ruolo dell’opposizione,  l’indipendenza della magistratura,  la ricerca universitaria  e  - sicuramente – anche il  coraggio.   In breve, tutto ciò  che giustamente noi  ammiriamo.

Gli uomini che organizzarono la Conferenza   di Wannsee  che decretò lo sterminio  degli Ebrei d’Europa sono tutti morti oggi.  Un giorno  lei,  come tutti  noi,  avrà la stessa sorte.

Spero  per il suo bene e per il bene del popolo persiano,  per il bene dei bambini  persiani e israeliani che vivranno  dopo la sua  morte,  che nessuno   senta  il bisogno di  sputare sulla sua tomba.
Francois Leotard 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


info@informazionecorretta.it

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