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Il Foglio Rassegna Stampa
14.09.2006 Andreotti difende la Siria ed Hezbollah
ma il filo-arabismo della politica estera italiana è stato superato dagli eventi: il terrorismo fondamentalista ha cambiato tutto

Testata: Il Foglio
Data: 14 settembre 2006
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Andreotti, Israele e gli arabi»
Dal FOGLIO del 14 settembre 2006:

Giulio Andreotti, fedele a un’antica tendenza filoaraba della diplomazia italiana, sostiene che si dipinge ingiustamente la Siria “come qualcosa di negativo”, dimenticando che una provincia siriana, le alture del Golan, è occupata dal 1967. Recentemente si era spinto a sostenere che lo sbocco terroristico è comprensibile per chi vive da decenni in un campo profughi, alludendo anche agli Hezbollah libanesi. E’ vero che le guerre scatenate dai vari regimi arabi contro Israele, con l’obiettivo di distruggerlo, hanno provocato grandi disastri umanitari, ma non bisognerebbe dimenticare che proprio nei territori dai quali Israele si è ritirato volontariamente, il Libano meridionale e la striscia di Gaza, sono partiti i recenti attacchi missilistici ai civili e le azioni che hanno portato al rapimento dei soldati israeliani. L’idea di Andreotti è che Israele non possa raggiungere un accordo duraturo se non in modo simultaneo con tutti i confinanti e con una soluzione del problema dei profughi. Però quando, dopo la guerra del Kippur del 1973 si presentarono possibilità di soluzione multilaterale, la Siria non accettò di trattare e si mise alla testa del fronte del rifiuto contro l’Egitto e la Giordania, che invece stipularono un trattato di pace con Israele, che regge tuttora.
Insistere sul rientro dei profughi del 1948 (che se ne andarono accogliendo l’invito del Muftì di Gerusalemme che prometteva loro il ritorno dopo l’imminente cacciata degli ebrei dalla Palestina) equivarrebbe a chiedere il rientro dei profughi tedeschi della Slesia e della Pomerania, fuggiti davanti all’avanzata sovietica nel 1945. La diplomazia italiana ai tempi di Amintore Fanfani, Aldo Moro e dello stesso Andreotti, è sempre stata filoaraba, anche per legittimi interessi petroliferi, anche se fu frenata dall’amicizia per Israele di Pietro Nenni, Giuseppe Saragat e Ugo La Malfa. Andreotti sembra rimasto legato a quella stagione, che legge ancora la crisi con gli occhi di allora, senza considerare che il terrorismo internazionale ha cambiato tutto.

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