martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
12.09.2006 Governo di unità nazionale nell'Autorità palestinese
forse è un passo avanti

Testata: Il Foglio
Data: 12 settembre 2006
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «La Palestina (forse) si muove»
Dal FOGLIO del 12 settembre 2006:

Il presidente palestinese Abu Mazen ha annunciato che entro un paio di giorni sarà costituito un nuovo governo di coalizione tra Hamas e al Fatah. Questo dovrebbe significare che la principale richiesta di Fatah, la ripresa delle trattative con Israele, che ovviamente ne implica il riconoscimento, è stata accettata dal gruppo integralista. Per la verità il portavoce di Hamas ha ribadito le posizioni di rifiuto di sempre, ma con una formula un po’ ambigua, in cui si sostiene che non sarà mai accettata “la legittimità dell’occupazione”, senza chiarire se si tratta di quella del 1967 o della costituzione di Israele nel 1948. In ogni caso la situazione che si è creata ha indubbi caratteri di novità poiché segna la sconfitta del disegno di Hamas di trascinare l’intera comunità palestinese sul terreno dello scontro senza quartiere con Israele. A questo si è giunti anche attraverso una sorta di crollo del “fronte interno”, quando anche esponenti della formazione estremista hanno denunciato le formazioni che lanciavano razzi su Israele come le vere responsabili delle condizioni miserevoli in cui era costretta a vivere la popolazione.
E’ presto per dire se le potenzialità positive della nuova situazione si evolveranno fino a creare le condizioni per una trattativa, resa tra l’altro necessaria dalla crisi del progetto unilateralista di Kadima e del governo Olmert, o se ancora una volta tutto finirà per impantanarsi. Ci sono forze potenti nel mondo islamico, a cominciare dalla teocrazia iraniana e dalla rete terroristica, che sono interessate a sfruttare la tensione tra Israele e i palestinesi per la loro grande partita di scontro con l’occidente. Una soluzione del conflitto palestinese per loro sarebbe un duro colpo, quindi non cesseranno di esercitare pressioni e di adottare iniziative terroristiche per impedirlo. La questione palestinese non è, o almeno non è più, il centro della crisi dell’equilibrio mediorientale. Tuttavia, per l’immenso significato simbolico che ha assunto, rappresenta un elemento assai rilevante del quadro. Il fallimento del disegno di Hamas, il fatto che non sia riuscito a sfruttare la vittoria elettorale per imporre un regime fondamentalista, è un segnale rilevante per tutta l’area. E’ dunque lecito nutrire un minimo di speranza per il futuro. L’avanzata dell’integralismo non è inarrestabile, specie se trova risposte decise com’è stata quella, perfettamente proporzionata, di Israele agli attacchi che ha subito sul proprio territorio. E quella, efficace, dell’embargo finanziario euro-americano verso Hamas. Se ora la parola dalle armi passerà alla politica, si potrà dire che si è fatto davvero un passo avanti alternando, come al solito, carota e bastone.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Foglio

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT