sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Manifesto Rassegna Stampa
08.09.2006 D'Alema sostiene la "lotta" dei palestinesi, ma chiede la fine della violenza
e il quotidiano comunista si arrabbia

Testata: Il Manifesto
Data: 08 settembre 2006
Pagina: 8
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «D'Alema in Medio oriente: «Una forza internazionale a Gaza»»

Dal MANIFESTO dell'8 settembre 2006:

Massimo D'Alema ieri ha provato a convincere i palestinesi che il governo Prodi avrà un atteggiamento diverso verso la loro causa, rispetto a quello avuto dall'esecutivo di Berlusconi apertamente filo-israeliano. Ha mancato però l'obiettivo di mostrarsi davvero imparziale perché se da un lato ha esortato con forza i palestinesi a «mettere fine al lancio di razzi e a liberare il caporale israeliano Ghilad Shalit», dall'altro non ha chiesto a Israele di porre termine alle sue offensive - che hanno fatto centinaia di morti negli ultimi mesi - e allo strangolamento economico di Gaza.


L'offensiva israeliana esiste solo perchè esiste l'aggressione terroristica palestinese. Chi chiedesse a Israele di rinunciare all'autodifesa non sarebbe certo "equidistante"

Proprio ieri sera, mentre il ministro degli esteri teneva a Ramallah la sua conferenza stampa con il presidente Abu Mazen, quattro palestinesi venivano uccisi e dieci feriti in un raid di una unità speciale dell'esercito israeliano a Qabatiya, a qualche chilometro da Jenin (Cisgiordania). Tra i morti ci sono due militanti delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa (Al-Fatah), un ufficiale dell'Autorità nazionale palestinese, Kamal Zakarneh, che si trovava all'interno dell'edificio assediato per ore dalle forze di occupazione, e un giovane di 30 anni, Mohammed Al-Rob, che passava casualmente in quella zona quando è iniziato il conflitto a fuoco. Il centro israeliano per i diritti umani Betselem ha riferito due giorni fa che il mese scorso sono rimasti uccisi nei raid israeliani nei Territori occupati 76 palestinesi, 40 dei quali erano civili, tra cui 13 minorenni. Sono ormai 5.387 (secondo dati della agenzia France Presse) coloro che sono rimasti uccisi dall'inizio dell'Intifada di Al-Aqsa, sei anni fa. L'80% erano palestinesi.
D'Alema, che qualche ora prima aveva incontrato re Abdallah ad Amman, ha detto alle decine di giornalisti locali e italiani riuniti nella muqata di Ramallah di essere giunto «per ribadire la solidarietà del nostro paese ai palestinesi e il nostro sostegno alla lotta della popolazione palestinese per ottenere la nascita di uno stato palestinese», e ha affermato che «non è solo l'Italia, ma l'intera Europa ad essere convinta della necessità di rilanciare il processo di pace israelo-palestinese». Ha aggiunto che «è chiara l'intenzione dell'Unione europea di sostenere l'azione del presidente Abu Mazen per porre fine alle violenze e dare vita a un nuovo governo di unità nazionale palestinese». Ha perciò rivolto un appello «a tutti i gruppi palestinesi e alle varie componenti politiche perché ascoltino le parole di Abu Mazen, cessino i lanci di razzi, sia liberato il caporale Shalit e sia fermata quella spirale di violenza che tante vittime ha causato specie fra i civili palestinesi».
Il ministro degli esteri ha poi auspicato l'invio anche a Gaza di una forza internazionale raccogliendo l'approvazione di re Abdallah di Giordania e di Abu Mazen. Infine ha cercato di prendere le distanze dalla politica mediorientale svolta dal governo Berlusconi. «Non so se lo sapete, ma il nuovo governo italiano non è d'accordo con la missione militare in Iraq», ha detto rispondendo alla domanda di un giornalista palestinese sulla presenza italiana in Libano. Allo stesso tempo ha definito una missione internazionale di pace anche quella in corso in Afghanistan dove non passa un giorno da molti mesi senza notizie di morti e feriti in combattimenti tra presunti miliziani talebani e soldati delle forze occidentali alleate.
Dopo l'incontro con Abu Mazen, D'Alema si è recato dal premier israeliano Olmert per colloqui sulla situazione in Libano oltre che in Israele e nei Territori occupati palestinesi. Gli ha proposto la ripresa del negoziato con il presidente Abu Mazen senza però ottenere assicurazioni da parte del primo ministro israeliano. Il ministro degli esteri in ogni caso è stato accolto con un certo favore dai palestinesi, abituati nei cinque anni passati al totale appiattimento della diplomazia italiana sulle posizioni di Israele. Chi potrebbe tenersi lontano dai Territori occupati invece è il premier britannico Tony Blair. Ieri con una nota pubblicata sul quotidiano Al-Ayyam, un gruppo di politici, attivisti dei diritti umani e intellettuali palestinesi ha chiesto a Blair di non visitare Cisgiordania e Gaza. «Sta venendo qui per lavare con l'acqua palestinese le sue mani sporche di sangue libanese», ha scritto il gruppo precisando: «Noi firmatari, notabili, politici e intellettuali, dichiariamo che Tony Blair è persona non grata nel nostro paese». Blair è atteso nella regione domenica per incontri in Israele e Libano.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Manifesto


redazione@ilmanifesto.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT