domenica 22 settembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
06.09.2006 Un canale nel Sinai per salvare il Mar Morto
un progetto comune tra Giordania, Israele e Autorità palestinese

Testata: La Stampa
Data: 06 settembre 2006
Pagina: 19
Autore: Maria Chiara Bonazzi
Titolo: «Un canale scavato nel deserto per far rinascere il Mar Morto»
Da La STAMPA del 6 settembre 2006:

 
LONDRA
Un canale scavato nel deserto del Sinai, che attinga acqua dal Mar Rosso per salvare il Mar Morto dal disastro ambientale: è il progetto che re Abdallah di Giordania vorrebbe affidare all'architetto inglese Norman Foster, d'intesa con Israele. Ma gli ambientalisti sollevano già obiezioni sull'opportunità dell'opera e temono che l'ecosistema del Mar Morto, il cui livello è sceso di 20 metri nell’ultimo cinquantennio, potrebbe uscirne sconvolto.

Red to Dead

Lo afferma il settimanale britannico «Sunday Times», secondo il quale il grandioso progetto dovrebbe costare 3 miliardi di dollari e nelle intenzioni di Foster trasferirebbe acqua marina dal golfo di Aqaba per scongiurare l'evaporazione totale del Mar Morto. Le acque e i preziosi fanghi ricchi di minerali, che attraggono tutti gli anni milioni di turisti, verrebbero preservati attraverso «una serie di canali e tubature che trasporterebbero l'acqua marina attraverso l'arida valle Arava in Israele e Giordania, fino al lago salato che si trova al punto più basso della Terra, 415 metri sotto il livello del mare».
Con un gioco di parole inglese, il progetto sarebbe già stato soprannominato «Red to Dead», per designare l'afflusso di acqua dal Mar Rosso al Mar Morto. L'obiettivo è quello di riequilibrare una situazione divenuta talmente drammatica che la località termale israeliana di Ein Gedi si trova ora a oltre un chilometro dal bordo dell'acqua. Il livello del Mar Morto diminuisce attualmente di circa un metro all'anno, al punto che il terreno circostante è divenuto instabile e rischia di franare, mettendo a repentaglio strade e alberghi. Ai danni geologici si aggiungono quelli alla fauna: persino le migrazioni degli uccelli ne hanno risentito.
Sempre secondo il «Sunday Times», Foster, che ha 71 anni, ha «presentato la sua proposta in concomitanza con un accordo tra i leader di Giordania, Israele e autorità palestinese per spendere 15 milioni di dollari concessi dalla Banca Mondiale per valutare la fattibilità del progetto di un canale». E ancora: «Il primo ministro israeliano Ehud Olmert e il presidente palestinese Mahmoud Abbas hanno recentemente firmato lettere con cui si dicono d'accordo sul progetto, nonostante il conflitto tra Hezbollah e Israele. Lo studio sarà finanziato da Francia, America, Olanda e Giappone».
Gli accordi riservati

Si ritiene che durante l'ultimo anno e mezzo Foster, attualmente impegnato nella realizzazione di opere sempre più ambiziose all'estero, abbia personalmente illustrato la sua proposta nel corso di una serie di incontri con funzionari giordani e israeliani, culminati in una presentazione ad Amman davanti ai rappresentanti del re di Giordania. Un assistente di Simon Peres ha commentato dal canto suo che il progetto trilaterale ha il potenziale di «aiutare la pace».
Il no ecologista

Ma gli ambientalisti, che attribuiscono il pericolo che minaccia il Mar Morto all'utilizzo del Giordano per l'irrigazione e l'acqua potabile, sono inquieti. A tutt'oggi, meno del 7% dell'acqua del fiume raggiunge il mare: «Un fiume sacro a metà dell'umanità - dice Gidon Bromberg, direttore israeliano di "Friends of the Earth" - è ridotto a una fogna a cielo aperto».
Guy Battle, il responsabile ambientale assegnato da Foster al progetto, ha rivelato che sono previsti vasti impianti di desalinizzazione lungo il canale per fornire al deserto acqua potabile e per irrigare. Ma l'organizzazione ambientalista teme che mescolare l'acqua del Mar Rosso con la speciale «minestra» chimica naturale del Mar Morto possa essere devastante: «Immettendo l'acqua del Mar Rosso, si cambierà la composizione dell'acqua del Mar Morto. Siamo preoccupati dalla possibile crescita di alghe. Il colore del mare potrebbe cambiare da blu a rosso e marrone e le acque diverse potrebbero separarsi».

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione della Stampa

lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT