Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
L'ex dittatore iraniano Mohammed Khatami negli Usa, tra le polemiche la cronaca di Alessandra Farkas
Testata: Corriere della Sera Data: 02 settembre 2006 Pagina: 6 Autore: Alessandra Farkas Titolo: «Arriva Khatami, polemiche negli Usa. Ma Carter lo difende»
Dal CORRIERE della SERA del 2 settembre 2006, un articolo sulla visita negli Stati Uniti dell'ex presidente iraniano Khatami. Nonto come "riformista", in realtà è stato uno sponsor del terrorismo islamico e non ha portato la libertà al popolo iraniano Ecco il testo:
NEW YORK - «Leader della propaganda islamico-fascista», «sponsor del terrorismo», «assassino e tiranno». In altre parole: «Persona non grata». Sono solo alcuni degli epiteti con cui gli Stati Uniti hanno salutato la visita negli Stati Uniti, iniziata ufficialmente ieri, dell'ex presidente iraniano Mohammad Khatami. Se sperava, insomma, di essere accolto col tradizionale tappetino rosso normalmente riservato dall'America ai dignitari, Khatami è stato deluso. L'ex presidente iraniano è atteso a Chicago dove stasera parlerà a 5.000 musulmani riuniti per il 43˚ convegno della «Islamic Society of North America». L'ex leader di Teheran sarà poi a Washington, dove il 7 settembre parlerà alla Cattedrale Nazionale sulla tolleranza tra le religioni. Su invito dell'ex presidente Jimmy Carter, si recherà anche al Carter Center di Atlanta, dove sono previsti alcuni incontri e parlerà a Harvard durante un seminario di commemorazione dell'11 settembre. Il portavoce della Casa Bianca si è affrettato a precisare che, «vista la natura della Repubblica Islamica, non ci sarà nessun incontro tra l'ex presidente Khatami e le autorità americane». Ma l'assicurazione non è servita a placare le polemiche. A guidare la rivolta sono i giornali neocon quali il «New York Sun», che accusano l'amministrazione Bush di aver fatto un «gravissimo errore di calcolo nell'invitare un ex dittatore in piena campagna per le elezioni di mid-term». La decisione del Dipartimento di Stato di concedergli il visto — oltre ad un massiccio e costosissimo plotone di guardie di sicurezza riservate dal protocollo ai capi di Stato, a spese del governo Usa — ha scatenato la ribellione tra i membri repubblicani del Congresso, fautori di una linea più dura contro l'Iran, all'indomani della sua sfida alle Nazioni Unite sul nucleare. Ileana Ros-Lehtinen, presidente della sottocommissione alla Camera per il Medio Oriente, ha aperto una raccolta di firme alla lettera indirizzata al Segretario di Stato Condi Rice dove definisce la visita «una minaccia alla sicurezza nazionale». Al dibattito ha preso parte anche la gente della strada, grazie al simposio Web organizzato dalla rivista di destra National Review online. Tra gli invitati: Michael Ledeen, lo studioso conservatore dell'American Enterprise Institute, secondo il quale «l'amministrazione Bush si dà la zappa sui piedi quando parla da falco e agisce da colomba». «Così facendo — teorizza Ledeen — si guadagna l'odio delle colombe per aver parlato come un falco e il disprezzo dei falchi per essersi comportata da colomba». Ma a difendere la trasferta di Khatami è l'ex presidente Carter, la cui presidenza dal 1977 al 1981, fu segnata profondamente dalla rottura delle relazioni tra Usa e Iran, quando l'ambasciata americana a Teheran venne occupata e 52 cittadini statunitensi vennero tenuti in ostaggio per 444 giorni, spianando la strada all'avvento dell'era Reagan. «L'incontro tra Carter e Khatami è il contatto a più alto livello tra Usa e Iran da almeno 27 anni», spiega Phil Wise, portavoce dell'ex presidente democratico, da sempre fortemente critico della politica dell'amministrazione Bush in Medio Oriente. «Il presidente Carter crede che sia molto meglio parlare alle persone con le quali si hanno problemi, piuttosto che non farlo». Una battuta chiaramente rivolta alla Casa Bianca, che ha appena rigettato la proposta di un dibattito tra il presidente Bush e il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e dove i falchi teorizzano l'opzione militare contro le installazioni nucleari iraniane. «Khatami è libero di incontrare chiunque creda e può parlare liberamente negli Stati Uniti», è stata la secca replica del portavoce di Bush, «una libertà che non esiste in Iran».
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