Un'organizzazione israeliana mostra dall'interno la guerra al terrorismo per finanziare i processi contro i gruppi dell'odio
Testata: Libero Data: 01 settembre 2006 Pagina: 9 Autore: Francesco Ruggeri Titolo: «Gita al fronte sul blindato. La guerra venduta ai turisti»
Da LIBERO del 1 settembre 2006:
Assomiglia a un reality, ma non è un gioco. Si potrebbe definire un'esperienza estrema, a metà fra il turismo d'avventura a 5 stelle e la routine degli inviati di guerra. Senza dubbio rappresenta l'unico modo, per un occidentale medio, di calarsi nel girone infernale dell'attuale conflitto arabo-israeliano evitando di arruolarsi nell'Unifil. Ma di viverlo comunque in prima persona, immedesimandosi nella tragedia quotidiana di un intero popolo aldilà dei filtri e delle distorsioni di giornali e tg. Si chiama The ultimate mission to Israel, la missione definitiva in Israele, l'ultima frontiera dei viaggi organizzati. Si parte dall'hotel Sheraton di Gerusalemme, per 8 giorni di full immersion «nella lotta israeliana per la sopravvivenza e la sicurezza in Medioriente». Il pacchetto tutto compreso -confezionato per i clienti europei e americani dal centro giuridico ebraico no profit, nonché agenzia sui generis, Shurat HaDin (www.israellawcenter.org)- costa di base 1895 $ (circa 1500€) volo escluso. Davvero un prezzo d'occasione per toccare con mano la guerra al terrorismo nel momento in cui diventa storia, passando dalla poltrona di casa alla prima linea senza rinunciare ai superlussi da vacanza di prima classe. Frutto di una strategia innovativa per dare un po' d'ossigeno alla moribonda industria turistica israeliana, completamente affossata dalla guerra con gli Hezbollah. Oltre che dell'incontenibile desiderio di condividere col mondo esterno l'odissea di chi in Israele o in Palestina ha la sua patria, e insieme di «innalzare il morale dei soldati» di Tsahal. «RAID DAL VIVO CONTRO GLI ARABI» Scorrere le attività elencate nella brochure della mission provoca già di per sè sensazioni forti: «Briefing con ufficiali del Mossad e dello Shin Bet sulla minaccia di Hezbollah, Briefing con ufficiali operativi della Idf (l'esercito) e della sua intelligence, Incontro ravvicinato con l'unità che si occupa degli omicidi mirati, Dimostrazione dal vivo di raid in territorio arabo, Partecipazione a un vero processo contro terroristi di Hamas in un tribunale militare, Tour guidato del controverso muro di sicurezza e delle basi segrete dei servizi». E ancora, «Incontro con agenti arabi che si infiltrano nei gruppi terroristi per conto di Israele mentre forniscono intelligence in tempo reale, Briefing con eroi di guerra israeliani, Incontri con ministri del governo in carica e altri politici di primo piano». Ma soprattutto «Tour dal vivo delle postazioni militari sul fronte libanese e dei checkpoint al confine con Gaza, Tour aereo sulla Galilea (con elicottero da guerra) ed escursioni in jeep sulle alture del Golan (contese alla Siria)». Insomma non proprio il massimo per rilassarsi dopo un anno di lavoro. Piuttosto l'equivalente di un master in peace-keeping o peace-enforcing. Rischi inclusi. Per focalizzarli bastano i toponimi di qualcuna delle mète: Kalkilia (West Bank), Misgav Am(confine libanese), Sderot(Gaza), Hakiria, ecc. Tutte tristemente note. VARIANTI RELIGIOSE E POLITICHE Eppure, tra un raid e l'altro, si viene alloggiati in alberghi five-star, con a disposizione menù etnico Kosher, bus deluxe con guida al seguito, un executive communications center riservato all'interno dell'hotel, e addirittura un cellulare personale per ognuno dei partecipanti. Con la garanzia del leader israeliano del turismo di lusso, la Isram Travel. Due possibili varianti del viaggio base sono poi la Christian Zionist mission e la Solidarity mission. Della prima fanno parte visite ai luoghi sacri della tradizione evangelica, dal monte degli ulivi al giardino del Getsemani, dalla chiesa del santo sepolcro alla casa di Maria a Nazareth, fino al monte delle beatitudini e alla fortezza di Masada, dove gli zeloti misero in crisi i romani. L'altra è più centrata sul versante umanitario, con puntate all'ospedale di Haifa, incontri con le famiglie colpite o marce della pace. I profitti raccolti con le mission, Shurat HaDin li usa per sostenere nei tribunali di tutto il mondo le cause per danni delle vittime del terrorismo (anche palestinesi). Come nel caso dei sopravvissuti dell'Achille Lauro o del massacro olimpico di Monaco. Celebre la vittoria del 2002, quando una corte Usa condannò l'Iran a risarcire 183 milioni di dollari. Il cliente tipo dei viaggi della guerra del Centro Shurat è un ebreo o un cristiano tradizionalista, ma chiunque può accedervi. Previa donazione deducibile dalle tasse di minimo 500 $, «impiegata per demolire economicamente i gruppi dell'odio mediorientali». L'ultima missione si è svolta tra 14 e 21 agosto. La prossima parte il 6 novembre. www.laltrogiornale.com
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