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La Stampa Rassegna Stampa
01.09.2006 "Errori, omissioni, responsabilità schivate" nella guerra contro Hezbollah
Fiamma Nirenstein intervista il generale israeliano Doron Almog

Testata: La Stampa
Data: 01 settembre 2006
Pagina: 7
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Bisognava attaccare subito via terra»

Da La STAMPA del 1 settembre 2006:

Il generale Doron Almog mantiene sempre un tono basso, ma di fatto le sue parole sono taglienti come lame. Martedì sarà il grande giorno. Mentre petizioni, manifestazioni, rivendicazioni dei riservisti scuotono la piazza, altissimi ufficiali, eroi di guerra, generali di primo piano hanno di fatto convocato il Capo di Stato Maggiore Dan Halutz. Vogliono metterlo di fronte a quello che essi pensano essere stati errori nella conduzione del conflitto appena conclusosi, errori gravi, e di fatto chiedergli di dimettersi. Almog ha comandato la spedizione di Entebbe nel ’76, ha guidato i paracadutisti nell’82 dal’Awali a Beirut nell’operazione «Pace in Galilea», nell’88 ha intrapreso due anni di guerra con hezbollah, sempre a capo dei paracadutisti, dal 2000 al 2003 ha guidato il Comando Sud del paese.
Generale Almog, perché incontrerà il Capo di Stato Maggiore Dan Halutz?
«Per un motivo etico e professionale. Ci sono stati errori, omissioni, responsabilità schivate. Bisogna parlarsi con franchezza. Per prima cosa intendo ascoltare cosa tutti quanti hanno da dire, salvo poi dire la mia».
E far dimettere Halutz?
«Ma non le sembra ingiusto sventolare oggi soprattutto il problema della logistica, di cui si lamentano molto i riservisti? Ricordo che durante le operazioni a Genin e a Nablus con l’operazione “Scudo di difesa” mancavano le coperte, l’acqua, il cibo, le armi...».
Perché proprio Halutz deve essere accusato di guai che sono cronici dell’esercito israeliano?
«Personalmente non cerco un colpevole, voglio solo andare a fondo delle responsabilità di tutti, per potere rimediare agli errori. Quanto alle dimissioni soltanto Halutz deciderà cosa vuol fare. Nel frattempo comunque stanno lavorando le commissioni d’inchiesta».
Generale, veniamo alla sostanza: lei ritiene che avrebbe dovuto essere usato subito l’esercito di terra e invece Halutz ha scelto l’aviazione, salvo un recupero dell’ultima ora. E’ così?
«Sì, io penso che l’esercito di terra avrebbe dovuto entrare in Libano in profondità immediatamente, proprio perché adatto a combattere su un terreno come quello scelto dagli Hezbollah; un terreno pieno di sorprese, di anfratti, di bunker nascosti, denso di armi e di covi. Penso anche che dal primo momento si sarebbero dovute mobilitare completamente le riserve, su cui invece si è molto esitato, e utilizzarle più intensivamente».
Invece Halutz, essendo stato il capo dell’aviazione, ha preferito tentare con le operazioni aeree.
«Certo, ognuno di noi punta su ciò che conosce meglio. E così ha fatto anche Halutz. Ha ottenuto certo dei buoni risultati, ha pianificato in modo professionale giusto...»
Ma gli Hezbollah hanno seguitato a sparare 250 missili al giorno. Dunque, vogliamo dire che i servizi segreti non avevano lavorato bene?
«No, non è così. Noi avevamo ottime informazioni su tutto ciò che riguardava missili di lunga e media gittata e l’organizzazione degli Hezbollah. Abbiamo distrutto in abbondanza i missili, i depositi di armi, i loro gestori, i terroristi. Il guaio viene quando si parla di missili a breve gittata, dove l’aviazione quasi non serve».
Vuole dunque dire che ha ragione chi dice che la guerra è stata in parte perduta?
«No, niente affatto: abbiamo invece cambiato la situazione strategica sul terreno, gli Hezbollah sono stati decimati negli uomini e nelle armi, la guerra è stata un laboratorio da cui abbiamo tratto importantissime lezioni strategiche. E’ la prima volta che qualcuno ha usato contro di noi 4000 missili, ha portato la guerra sul nostro territorio, non ci sono precedenti di attacchi di questo genere, e credo che non ce ne siano anche a livello mondiale. Da qui possono scaturire svolte tecnologiche, tattiche, strategiche... oltretutto questa capacità degli hezbollah che agiscono per incarico dell’Iran di lanciare missili può diventare molto più pericolosa alla luce del peggioramento internazionale dei rapporti con questo Iran inpenitente e deciso che anche oggi ha detto no. Si capisce che le testate balistiche, potrebbero essere riempite con qualsiasi cosa. Bisogna riportare la battaglia dove possiamo neutralizzarli».
E quindi?
«Per esempio dovremo studiare un sistema antimissilistico capace di ripararci da missili di ogni gittata».
E come si risolve ilproblema degli Hezbollah che usano i civili come scudo e sparano su altri civili?
«Certo, è il grande problema, dobbiamo cercare di affrontarlo e lo faremo, in un modo o nell’altro. Io suggerisco che si faccia la pace, lei che ne dice?».


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