“La passerella libanese del nostro ministro degli esteri accompagnato da un rappresentante di una delle più feroci organizzazioni del terrore è cosa indegna del governo di un paese che si dichiari difensore dei diritti come della legalità internazionale. Tale inqualificabile azione compiuta mentre Hezbollah dichiara non intendere disarmare le proprie milizie, il che significa mantenere i libanesi nel ricatto e nella paura, produce seri dubbi sull'appartenenza del nostro a quei paesi che costituiscono un baluardo del diritto, della libertà e della pace. Resta difficile, poi, immaginare la costruzione del partito democratico ove confluiscano valori popolari, democratici, metodi moderati e, al contempo, la parata di uno dei massimi dirigenti dei Ds nonché vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Alla classica deriva massimalista che si accompagna a ogni genere di nemico della democrazia, da Saddam a Arafat, da Castro a Ahmadinejan, si contrapponga forte e chiaro lo sdegno e la condanna di quanti non si pongono “equivicini” tra diritto e delitto. A dimostrare che il nostro è un governo di un paese civile e democratico il Primo Ministro si rechi ad Haifa tra le vittime di una aggressione vile e criminale di cui sono autori quelli che vanno a braccetto con il suo Ministro degli Esteri”.
Fabrizio Gallichi – Consigliere Unione Comunità Ebraiche d'Italia