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Informazione Corretta Rassegna Stampa
29.08.2006 Lacrime di coccodrillo: Hamas si dispera per i palestinesi di Gaza che non sa proteggere da sé stessi
intervento di Federico Steinhaus

Testata: Informazione Corretta
Data: 29 agosto 2006
Pagina: 0
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Lacrime di coccodrillo: Hamas si dispera per i palestinesi di Gaza che non sa proteggere da sé stessi»

Il portavoce del governo dell’Autorità Palestinese Ghazi Hamad ha pubblicato sul quotidiano dell’Autorità Palestinese Al-Ayyam (27 agosto 2006) una lunga analisi della situazione esistente nella striscia di Gaza. Nessun nemico dichiarato di Hamas avrebbe saputo fare di meglio. Ne pubblichiamo alcuni estratti tradotti da MEMRI.

“…Noi abbiamo sempre paura di parlare onestamente dei nostri errori, e ci siamo abituati ad addossarne ad altre cause la responsabilità. L ’anarchia, il caos, la catena di assassini, le terre saccheggiate, i feudi di famiglia…tutto questo cosa c’entra con l’occupazione? Siamo sempre stati abituati ad indicare altri copme colpevoli dei nostri fallimenti, e pensare in termini di cospirazione è sempre un’abitudine molto diffusa fra noi…

 Abbiamo portato allo sfinimento il nostro popolo …con errori per i quali ognuno ha avuto un ruolo…

La domanda è: perché non abbiamo conservato la libertà di Gaza? In passato abbiamo detto ripetutamente che noi chiediamo la liberazione di ogni centimetro quadrato di terra (palestinese). Oggi abbiamo 365 chilometri quadrati e ciò malgrado non siamo stati capaci di conservare questa grande benedizione, ed abbiamo iniziato a perderla…

Un semplice calcolo statistico dimostra che dal ritiro israeliano da Gaza 500 palestinesi sono stati uccisi e più di 3.000 feriti. Ci sono 200 handicappati, e più di 150 case sono state demolite…La quantità di israeliani uccisi dai razzi (palestinesi) non supera il numero di tre o quattro…Non sarebbe stato possibile limitare le nostre perdite e massimizzare i nostri successi, se solo avessimo usato i nostri cervelli?...

Quando vai in giro per Gaza non puoi evitare di distogliere lo sguardo da quanto vedi: una anarchia indescrivibile, poliziotti ai quali nessuno dà retta, giovani che orgogliosamente girano armati…Grandi famiglie si armano per combattere guerre tribali contro altre famiglie. Gaza è diventata un deposito di spazzature…

La realtà in cui viviamo a Gaza può essere solamente descritta come miserabile e squallida, ed è un fallimento in ogni significato del termine. Abbiamo applaudito alle elezioni e questa unica esperienza democratica, ma in realtà vi è stato un grande passo indietro. Abbiamo parlato di consenso nazionale, ma si è rivelato come una foglia che ondeggia al vento…

Con tutto il rispetto per la resistenza ed i suoi coraggiosi successi, che salutiamo con ammirazione ed apprezzamento, anch’essa ha fatto molti errori, incluse attività da gangster che causano divisioni…Anche quando sono stati fatti degli errori abbiamo avuto paura di parlarne, nel timore che qualcuno potesse dire che tizio o caio è contro la resistenza…

Mi sono chiesto: cosa ci guadagna la resistenza se il paese è tutto un caos, trabocca corruzione, crimini e delitti per futili motivi? Non è parte della resistenza anche l’edificazione della patria? Non è parte della resistenza anche la pulizia, l’ordine, il rispetto per la legge? …Vi è un abisso fra la resistenza, la politica e la gente…

Il rapimento di giornalisti stranieri è divenuto un mezzo desiderabile per ottenere profitti minuscoli ed insignificanti, e non importa che essi danneggiano la causa palestinese…fintanto che una certa fazione abbia il primo posto nei media, sia sotto la luce dei riflettori e nel telegiornali…

Talvolta ridiamo di noi stessi quando vediamo tutte queste conferenze ed incontri ed annunci, perché in realtà non vi è traccia di tutto ciò nella realtà…Tante famiglie sono tormentate e distrutte, e tante famiglie sono in grave difficoltà a causa delle loro vite miserevoli. Tanti urlano per la disperazione, ma nessuno li sente…

Abbiate pietà di Gaza. Abbiate pietà e salvatela dal vostro spadroneggiare nelle strade, dal vostro caos, dalle vostre armi inutili, e dai vostri gangster…Abbiate pietà di Gaza dando la precedenza alla patria piuttosto che ad un partito o ad una fazione…”.

Non disponiamo ad oggi di una analisi politica di questo sorprendente articolo. A prima vista, anche in considerazione del ruolo ufficiale di chi lo ha firmato, esso parrebbe denotare una debolezza intrinseca del governo di Hamas, che si manifesta anche nel controllo della popolazione. E’ difatti inverosimile che un appello al patriottismo possa fondarsi su una così impietosa autocritica, che coinvolge con giudizi pesantissimi anche quelle stesse strutture criminali di cui Hamas si è servita ad ogni occasione per conquistare il potere.

Ma poi veniamo a sapere che nell’ambito di Fatah si prepara una resa dei conti fra i residuati della vecchia guardia (per capirci: l’OLP vecchia maniera), alla quale si sono aggregati giovani scalpitanti e scontenti di come vanno le cose, e la dirigenza al potere, primo fra tutti Mahmoud Abbas-Abu Mazen.

I ribelli si sono riuniti in Giordania (forse perché in Palestina non tutti ne sarebbero usciti vivi?) come comitato centrale di Fatah per chiedere una riunione d’emergenza del consiglio rivoluzionario, e minacciano, senti senti!, di proclamare un’intifada contro i detentori del potere a Ramallah.

Potrebbe non esserci relazione alcuna fra l’articolo di Hamad e questa insurrezione interna al principale avversario politico di Hamas, come potrebbe non esserci relazione alcuna fra questo articolo e l’esito della guerra in Libano che implica una revisione dei rapporti di forza oggi facenti capo alla Siria (dove è ospitato lo stato maggiore della vecchia guardia dell’OLP). Ma potrebbe anche essere che l’apprendista stregone abbia compiuto un passo falso.

I percorsi interni della politica araba sono troppo tortuosi, complicati, ipocriti, violenti per essere compresi dalla nostra educazione storicamente legata al pensiero razionale ed alla prevedibilità delle connessioni fra causa ed effetto. Dovremo attendere, forse non a lungo, per intravedere il senso di quanto sta avvenendo.


info@informazionecorretta.it

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