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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.08.2006 "Fascisti" o "resistenti" ?
la sinistra italiana si divide su Hezbollah

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 agosto 2006
Pagina: 5
Autore: Livia Michilli Maria Rosa Monaco
Titolo: «Fascisti o resistenti? Nell'Unione duello «storico» sugli Hezbollah»

Dal CORRIERE della SERA del 25 agosto 2006:

ROMA — Prima pagina di Europa,
quotidiano della Margherita: gli Hezbollah «sono fascisti», tuona lo scrittore ebreo Victor Magiar. «È resistenza armata», ribatte Rossana Rossanda sul manifesto. Due modi opposti di concepire e quindi rapportarsi con la formazione sciita che rispecchiano le divisioni presenti nell'Unione, alla vigilia di un missione delicata e impegnativa.
Resistenti, dunque. Un termine scelto per marcare le distanze da Al Qaeda, per ricordare che l'Hezbollah è il frutto dell'invasione israeliana del Libano nel 1982, scrive Rossanda, non lesinando critiche al governo di Gerusalemme «che semina odio». Parole che Giovanni Russo Spena (Prc) condivide: «Israele è penetrato in profondità nel territorio libanese, è ovvio che ci siano azioni di resistenza, tra l'altro legittimate dalla quasi totalità della popolazione», ribadisce il capogruppo di Rifondazione». Nessun parallelo con l'esperienza partigiana, sia chiaro, ma «nei fatti gli Hezbollah sono certamente resistenti, resistenti all'esercito israeliano e ad un attacco armato», dicono Marco Rizzo (Pdci) e Paolo Cento (Verdi), quest'ultimo sottolineando che «la sinistra non sta con i fondamentalisti, sta con i più deboli». E comunque, osserva lo storico della letteratura Alberto Asor Rosa, «non si resiste solo al nazismo, ma a tutte le forze che si ritengono di oppressione». C'è poi chi, pur non approvando l'uso del termine, invita a non sottovalutare la complessità dell'Hezbollah: «Non bisogna simpatizzare con la loro idea politica, ma nemmeno ridurli a mero fenomeno terroristico», avverte la ds Marina Sereni.
Contro la sinistra che considera i miliziani sciiti «compagni» e li comprende in nome «della lotta contro le oppressioni» si scaglia invece Magiar: l'Hezbollah è «un incubo fascistoide e fondamentalista», scrive lo scrittore. Antonio Polito, senatore dl (che preferisce la definizione bushiana di islamo-fascismo), è d'accordo: «C'è in comune sia l'idea di totalitarismo interno sia di espansionismo verso l'esterno». Una definizione calzante anche perché «storicizza il problema mediorientale, evitando di farne una disputa religiosa», spiega ancora il senatore dell'Ulivo, mentre il radicale Daniele Capezzone
propone un parallelo col nazismo e lancia l'allarme: «Hezbollah, Siria e Iran vogliono la cancellazione di Israele e stavolta potrebbero riuscirci, scatenando la terza guerra mondiale». Con Magiar si schiera anche il dl Renzo Lusetti: «Non so se chiamarli proprio fascisti, ma certo sono fondamentalisti e rappresentano un grosso pericolo. Invece, in una parte della sinistra c'è un atteggiamento un po' troppo buonista». Qualcuno storce il naso davanti al paragone? «È l'unica parola capace di rendere il pericolo che le democrazie stanno correndo», ribatte il ds Peppino Caldarola, giudicando «gravissimo» che D'Alema «abbia preso sotto braccio "i compagni che sbagliano"». E se il senatore ds Furio Colombo
preferisce non dare dei fascisti ai miliziani sciiti è solo perché «in loro non vi è traccia di nazionalismo, ma solo una violenza inaccettabile che mira all'eliminazione di un altro Paese». Contrario all'uso di questo termine è anche uno dei protagonisti della storia del Pci, Emanuele Macaluso,
che però condivide le critiche di Magiar alla sinistra: «Non si possono considerare compagni quelli che praticano il terrorismo».
C'è infine chi, come Franco Monaco
(Dl), Roberto Villetti (Rnp) e Patrizia Sentinelli (Prc) non vuol sentir parlare né di fascisti né di resistenti, «categorie storiografiche improprie». E chi invece, come Pierluigi Castagnetti (Dl), ritiene sbagliato esprimere qualunque valutazione di merito sull'Hezbollah, proprio in vista della missione: «Daremmo alle nostre truppe un mandato politico».

Di seguito, l'editoriale di Rossana Rossanda:

Se non si è embedded, coperti e rincalzati dall'esercito americano, non ci si muove da casa, può essere pericoloso. Se si è embedded, tutte le cause sono buone per muoversi. Siccome gli Usa avevano invaso l'Afghanistan e l'Iraq, siamo volati in ambedue i paesi, che fosse una aggressione o no, che sia una occupazione o no, che ne sia venuta una guerra civile o no. Siccome al confine fra Israele e Libano gli Usa non vanno, si scopre che interporsi fra due paesi in conflitto può essere pericoloso e chi ce lo fa fare? Questa sarebbe guerra e quelle sono missioni di pace.
Le persone e i partiti più curiosi si scoprono adepti di quel pacifismo che hanno dileggiato fino a ieri. E anche qualche pacifista trova che è meglio non mettersi in mezzo: il solo rispettabile, a parer mio, è Gino Strada, che preferirebbe una folla disarmata a quindicimila soldati, perché lui sta in mezzo sempre, ad aggiustare ossa rotte e cicatrizzare ferite e cercare di salvare le vite (e perciò è considerato un eversivo). E avrebbe anche ragione, ma una forza civile di interposizione non c'è.
C'è per una volta la disponibilità dell'Onu, c'è una accettazione di principio delle due parti, Libano e Israele, il primo, demolito dal secondo, la chiede con urgenza - e si continua a traccheggiare? E si ignora che in Libano gli Hetzbollah stanno alla tregua mentre Israele continua raid e bombardamenti finché la forza multinazionale non ci sarà, e qualsiasi rimprovero le venga dal Palazzo di vetro non lo sente?
Siamo stati accusati di essere antieuropei perché abbiamo giudicato indecoroso il trattato che doveva essere la base costituzionale del nostro continente. Oggi siamo noi sbalorditi della sua incapacità di metter assieme la forza di interposizione proposta dall'Onu. La Francia che se ne pretendeva l'alfiere e doveva impegnare 2.000 uomini sui 15.000 giudicati necessari, s'è ricordata che sta entrando in campagna elettorale per le presidenziali e senza arrossire ne manda duecento.
La Spagna più di 700 non ne mette, e fanno 900. La Germania non ne mette nessuno per un certo comprensibile pudore che un soldato tedesco si trovi di fronte, anche per un semplice controllo, un soldato israeliano. La Gran Bretagna di Blair manda i suoi sempre e solo dietro gli Usa. L'Italia s'è impegnata per 3.500 uomini, a certe condizioni che apparentemente sono garantite. Ma ci staremmo, noi gli spagnoli e i duecento francesi soli soletti? D'Alema si dà da fare. Nessun altro, anzi Rutelli mette il bastone fra le già fragili ruote. Quale stupenda prova di solidarietà e saggezza l'Europa sta dando! Come sospettavamo essa esiste soltanto come Banca centrale, moneta unica, libero mercato e coordinamento di polizie. Il resto è nulla.
Peggio, quel che da cancellerie e media stiamo sentendo sono argomentazioni invereconde, a coprire il fatto che chi se ne frega se il Libano è fatto a pezzi. In ogni caso Beirut ha la colpa di albergare i terroristi di Hetzbollah. Noi che difenderemmo l'esistenza di Israele, se fosse messa in causa, con le nostre persone - perché la libertà degli ebrei è un valore nostro - siamo convinti che gli Hetzbollah sono stati creati dalla infausta invasione israeliana del Libano nel 1982.
Senza questa e senza l'occupazione della Palestina dal 1967 ad oggi, non avremmo due forze islamiche e islamiste elette dai due popoli fino al governo, perché sono le sole a costruirne e reggerne la rete civile e sociale. Essi riempiono un vuoto che è stato colpevolmente creato. Israele sembra non rendersi conto ancora dei guasti che ha fatto in Medio Oriente, essa che poteva esserne un lievito. E continua a farne: quale altro paese potrebbe sequestrare la metà d'un governo democraticamente eletto? Chi altro sta da quaranta anni fuori dai propri confini?
La politica di Israele semina odio e poi lo teme. Il tutto senza che il mondo batta ciglio perché tanto, se lo batte, Tel Aviv resta indifferente, convinta come è di avere il più forte esercito di tutto il Medio Oriente e alle sue spalle quello più forte del mondo, cioè il Pentagono? È bene che una presenza internazionale sconsigli alla resistenza armata di Hetzbollah di lanciare missili e razzi, cosa che già adesso ha cessato di fare - dico con intenzione resistenza armata perché Hamas e Hetzbollah non c'entrano affatto con Al Qaida - ed è bene che il solo fatto di esserci, impedisca a Israele di fare raid nel Libano del sud come sta ancora continuando a fare, non senza minacciare un secondo round. Bisognerebbe interporsi anche fra Israele e Palestina, altro che muri. Finché le Nazioni Unite non riusciranno a impedire i conflitti e sanzionarli, conteranno sempre meno. E quanto all'Europa, non si capisce perché dovrebbe essere presa sul serio.(

A Rossana Rossanda, che promette di difendere Israele  con la sua vita "qualora" la sua esistenza fosse minacciata (ma esattamente di cosa ha bisogno per stabilire l'esistenza della minaccia? ) consigliamo di iniziare a difendere l'esistenza di Israele scrivendo la verità senza accontentarsi dei luoghi comuni.
Per esempio scrivendo che la rivoluzione islamica iraniana ha iniziato a infiltrare il Libano ben prima dell'invasione israeliana dell'82 e che la scissione dal movimento sciita libanese Amal di Hezbollah era originariamente avversa al fronte che univa la sinistra libanese e l'Olp in un'alleanza con l'Iraq di Saddam Hussein.
O che dopo il ritiro dal israeliano dal Libano le armi di Hezbollah possono essere rivolte solo a uno scopo:la jihad per la distruzione dello Stato ebraico.
Nessuno chiede a Rossana Rossanda di andare in guerra per Israele.
Con ogni evidenza non è quello il suo compito.
Il suo compito è quello di qualsiasi intellettuale: "chiamare gatto un gatto", "aggressione" un' aggressione, "guerra di difesa" una guerra di difesa, "fascismo" il fascismo di Hezbollah.
   


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