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La Stampa Rassegna Stampa
25.08.2006 I riservisti israeliani mettono sotto accusa governo e comandi per la gestione delle guerra
verso una commissione d'inchiesta ?

Testata: La Stampa
Data: 25 agosto 2006
Pagina: 5
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Le critiche dei riservisti affondano il governo»
Da La STAMPA del 25 agosto 2006:

In Israele è scattata l'ora dell’autocritica. Mentre il premier Ehud Olmert considera la possibilità di indire una Commissione ufficiale di inchiesta sulla gestione della guerra con gli Hezbollah, il capo di stato maggiore Dan Halutz è impegnato in incontri con i combattenti reduci dal fronte per mettere a fuoco i problemi emersi nel corso dei combattimenti. Nel frattempo nelle strade di Gerusalemme il movimento dei riservisti continua a invocare le dimissioni di Olmert, Halutz e del ministro della Difesa Amir Peretz e nei sondaggi i due principali partiti di governo - Kadima e i laburisti - si sfracellano, mentre le azioni del Likud salgono vertiginosamente.
Ai deputati della Knesset il capo dell'intelligence militare generale Amos Yadlin ha fatto presente con un certo allarme che Israele non può permettersi il lusso di distrarsi adesso e di invischiarsi in polemiche interne. Senza troppi giri di parole Yadlin ha avvertito che entro tre anni l'Iran avrà la prima bomba atomica, che gli Hezbollah sono di nuovo impegnati ad armarsi e a fortificarsi nel Libano meridionale e che il leader siriano Bashar Assad «si è inebriato» dei successi di Nasrallah e sembra intenzionato a ricorrere alla forza per recuperare le alture del Golan.
Non a caso ieri, durante un sopralluogo in Galilea, Olmert ha detto di essere favorevole a una verifica di quanto non ha funzionato durante il conflitto «ma senza autoflagellazioni». Ha aggiunto che «occorre essere pronti a ogni evenienza».
Sulla stessa linea di pensiero il generale Halutz ha pubblicato una lettera aperta a tutti i militari in cui ha ammesso che «accanto ai successi, nella guerra ci sono state anche mancanze in settori diversi, come nella logistica, nelle operazioni e nella qualità di comando». «Abbiamo il dovere di indagare in profondità - ha aggiunto il generale -: le domande sollevate riceveranno risposte. Tutti dovranno sottoporsi alle inchieste interne, io per primo».
Martedì, in un incontro con ufficiali della riserva, le domande sono state particolarmente dolorose. Gli è stato menzionato il caso di un comandante che «non bruciava dalla voglia di combattere» e che, asseritamente, «per mezz'ora si è nascosto in un carro armato, rendendosi irreperibile». Un altro comandante, gli è stato detto, si è rifiutato di evacuare un soldato ferito perché, ha spiegato, «non era un suo diretto sottoposto». Altri ancora hanno lamentato che i comandanti risultavano sfasati e non erano sempre al fianco dei combattenti.
Halutz ha ammesso che il passaggio all’alta tecnologia ha causato problemi nella gestione delle forze. «In particolare gli schermi al plasma, dati in dotazione alle forze, hanno distorto la immagine dei combattimenti» ha rivelato. Secondo alcuni riservisti, in diversi casi i loro comandanti hanno preferito seguire gli scontri nelle retrovie, studiando le immagini. «Si è creato un effetto Play Station» ha lamentato un riservista.
La lista delle lamentele è molto varia. Alcuni ritengono che gli obiettivi delle operazioni non fossero chiari; altri accusano il governo di essere stato a volte esitante e a volte azzardato; altri denunciano la distribuzione ai riservisti di armi e strumenti obsoleti; altri l’inadeguatezza delle logistica e il fenomeno finora sconosciuto di soldati abbandonati sul terreno affamati e assetati.
Halutz ha ammesso in particolare che Israele non è mai stato in grado di eliminare gli Hezbollah come forza militare. Nei giorni scorsi ha dichiarato che Israele «ha comunque vinto ai punti» il confronto con i miliziani di Nasrallah, ma anche questa dichiarazione non ha trovato molti consensi nell'incontro con i riservisti.
Su un punto, Halutz ha voluto placare le ansie dei riservisti. «Non scapperò dalla mia responsabilità - ha assicurato - nel momento in cui apparirà che devo assumerla». In caso di necessità, anche gli altri responsabili militari sono pronti a fare altrettanto, ha garantito.

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