Giocattoli tra le rovine e altri trucchi per vincere le guerre mediatiche
Testata: Il Foglio Data: 22 agosto 2006 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «Il giocattolaio»
Dal FOGLIO del 22 agosto 2006:
L’uomo con la valigia si muove tra le macerie di Beirut. Sono soltanto due le zone colpite dai bombardamenti, Harek Hreit e i quartieri controllati da Hezbollah a Dayaa, in una città dove – come scrive il giornalista libanese Michael Behe – il 95 per cento della popolazione che non sta dalla parte delle milizie sciite continua a fare la sua vita. “Andate a Beirut e provate a cercare un tavolo libero in un ristorante prima delle 9 e mezza di sera”. L’uomo con la valigia non se ne cura. La posa su un cumulo di detriti, ne estrae giocattoli per bambini e li sparge tra le macerie e i vetri rotti, in una sequenza immortalata da Ap. Loro l’hanno letta al contrario: “Un uomo raccoglie giocattoli (senza un solo grano di polvere sopra) dalle rovine”. Invece si tratta della prima regola della guerra mediatica contro Israele, colta in flagrante: se non ci sono morti, se non c’è da convocare i fotoreporter locali per l’ostensione, spargete almeno qualche giocattolo, di sicuro effetto, come da immagine del Tg3 di ieri sera. Altre regole del giocattolaio, e dei suoi compagni? Avere una copia del passaporto di tutti i giornalisti, come rivela Christopher Allbritton, che lavora per il Time. O distruggere sul posto i filmati dei missili katiusha in partenza, come ha scoperto a proprie spese una troupe della norvegese Tv2. Le guerre si vincono anche così.
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